Fazio: un Comandante in cerca del definitivo riscatto
L'argentino, fresco di rinnovo con la Roma, vuole far dimenticare la stagione negativa e tornare a comandare la difesa giallorossa, orfana di Manolas
È ancora il Comandante, nonostante venga da una stagione che a livello individuale ha rispecchiato quella della squadra tutta. Federico Fazio ha iniziato la quarta stagione a Roma, che ormai è a tutti gli effetti casa sua. E non solo per le sue origini italiane, ma anche perché il difensore è a tutti gli effetti uno dei senatori dello spogliatoio giallorosso. Per la prima volta al suo fianco stavolta non ci sarà Kostas Manolas, partito per altri lidi, ma l'argentino resta la guida della retroguardia: con lui Juan Jesus, arrivato come Federico nell'estate 2016, il nuovo acquisto Gianluca Mancini e il turco Mert Cetin, ad oggi tutto da scoprire. In attesa che gli ultimi giorni di calciomercato consegnino a Paulo Fonseca un altro centrale (espressamente richiesto dal tecnico portoghese in più di una circostanza), il Comandante è sempre lui.
C'è molto da farsi perdonare: nella passata stagione, almeno fino a marzo, Fazio è parso la controfigura del difensore roccioso e bravo nell'impostazione visto nelle sue prime due stagioni all'ombra del Colosseo: tanti, troppi gli errori commessi, complice un atteggiamento tattico della squadra eccessivamente spregiudicato. Le cose sono cambiate radicalmente con l'arrivo di Claudio Ranieri, che ha abbassato il baricentro della squadra: nelle ultime uscite dell'annata scorsa si è visto un altro Federico, più vicino al Comandante che i tifosi avevano imparato a conoscere e apprezzare. Il bilancio a maggio, però, è stato ampiamente insufficiente. Ma, come diceva il protagonista di Febbre a 90°, «c'è sempre un'altra stagione» per cercare di riscattarsi: proprio quello a cui ambisce il numero 20.
Stakanovista
A luglio il Milan aveva sondato il terreno per lui, più o meno quando Petrachi aveva chiesto informazioni su Suso, ma alla fine non se ne è fatto nulla. Si sa, le vie del mercato sono infinite: chi sembrava pronto a fare le valigie può rimanere e fare da guida ai nuovi-vecchi compagni. Così è stato per il trentaduenne di Buenos Aires che, una volta tornato a Trigoria dopo le vacanze, si è messo al servizio di Paulo Fonseca. Il tecnico, dal canto suo, ne ha apprezzato fin da subito le doti in fase di impostazione e il carattere. E se la scarsa velocità può creargli qualche problema nella difesa alta che vuole il tecnico portoghese, è pur vero che l'esperienza e la capacità di lettura dell'azione possono aiutarlo.
Che all'allenatore Federico piaccia è testimoniato dal fatto che lo ha sempre schierato nelle dieci amichevoli disputate nel precampionato: solo contro il Rieti lo ha mandato in campo nel finale, in tutte le altre gare gli ha fatto disputare almeno un tempo. Seicentotrentotto minuti totali, conditi da un gol contro il Gubbio (ovviamente di testa). In parte è stata fatta di necessità virtù, dato che fino a pochi giorni fa i centrali in rosa erano tre (lui, Jesus e Mancini), e ora si attende un altro colpo di mercato. Nel frattempo, però, il Comandante non ha alcuna intenzione di abdicare: vuole riscattarsi e far dimenticare una stagione negativa, tornando a essere il Ministro della difesa giallorossa.
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