Qui, dove Mourinho era Felix
Intitolata una strada al padre del tecnico che torna a casa, commosso, per scoprire la targa: «Sarebbe stato bello farlo quando uno è in vita»
Ci sono dettagli che dicono molto. Josè Mourinho non poteva mancare, nel giorno in cui hanno dedicato una strada al padre, a Ferragudo, la sua città, in Algarve, ma non ha chiesto alla Roma - che non lascia certo girare da solo un personaggio mediatico di rilevanza mondiale - di accompagnarlo, ha chiesto le chiavi: c'erano alcuni giornalisti portoghesi ad attenderlo, un fotografo e un cameraman della televisione con inviato al microfono, e quando hanno visto spuntare il van scuro affittato dal club giallorosso per i piccoli spostamenti hanno notato che il vip che attendevano non era sul sedile dietro, ma al volante. Come uno che torna a casa, appunto: erano dieci chilometri dal Tivoli Carvoeiro Algarve Resort, li ha fatti guidando, senza bisogno di mettere il navigatore.
Al suo fianco il fido preparatore dei portieri, Nuno Santos che aveva giocato nelle giovanili nel Vitoria Setubal quando il non ancora Special One, suo concittadino ma di dieci anni più vecchio, muoveva i primi passi in panchina. Ha fatto una carriera con non molte presenze ma molte esperienze Santos, finendo a giocare vicino New York e a Toronto, ma tutto era partito dal Vitoria Setubal, in prima squadra dal '91 al '98, in tempo per essere allenato da Mourinho padre: prima di andare via farà anche lui la foto sotto al palo con la targa in ricordo del suo ex tecnico, José Manuel Mourinho Felix, "Natural de Ferragudo" / 12-02-1938 21-06-2017 / Futebolista Internacional - Treinador".
Aveva una faccia leggermente commossa, Mou lo era sicuramente, ma non lo dava a vedere: sapeva quello a cui andava incontro tornando a casa, sapeva che lo avrebbero fatto parlare, e non si è sottratto. Anche se l'ufficio stampa è stato chiaro: non si parla di Roma, solo di Portogallo, famiglia e ricordi, in quel grazioso paesino nel distretto di Faro. Scarsi 2.000 abitanti, casette bianche che raramente superano i due piani, una torre merlata su cui qualcuno ha piazzato un'antenna di telecomunicazioni che sarebbe stata decisamente meglio altrove, dei bar vicino al porto molto apprezzati dai turisti, un monumento al pescatore senza nome, e una lunga fila di nasse per catturare le aragoste dell'Atlantico: per omaggiare il paese dove era nato il padre lo Special One ha scelto una fotografia scattata una tarda sera della spiaggia. «Portugal é lindo e Ferragudo é Portugal - c'era scritto nella didascalia - Dia emotivo para mim. Chegou com atraso mas chegou. Grato pela merecida homenagem ao meu Pai» (Il Portogallo è bellissimo e Ferragudo è il Portogallo. Giornata commovente per me. È arrivato tardi ma è arrivato. Grato per il meritato omaggio a mio Padre). Lo aveva espresso anche sul posto, questo piccolo rammarico: gli sarebbe piaciuto che suo padre fosse stato lì quel giorno, è un peccato che un onore del genere possa toccare a qualcuno solo da morto, e mai da vivo.
Saudades
Del padre aveva scritto su Instagram anche un mesetto fa, «Saudades tua», a corredo di due foto vintage, tra il bianco e nero e il color seppia, con un cuore a concludere. Ma era una saudade buona quella di ieri: maglietta blu e pantaloni della tuta, era di ottimo umore, ha scherzato con i presenti, coinvolgendo anche Luca e Simone, il responsabile dell'ufficio stampa e il suo braccio destro: «Loro mi dicono tutto quello che devo fare», «No, no, è lui il capo...». Parlava in italiano con un vecchio amico portoghese, ha fotografato sotto la targa la famiglia di una donna che conosceva, una scenetta surreale: la persona che tutti aspettavano che scattava la foto con il telefonino, invece di mettersi in posa. Talmente surreale che il fotografo locale ha preso in mano la macchina, ed è stata l'unica volta in cui Mou ha ripreso il tono del comandante in capo: «Lasciate in pace i bambini, fotografate me se volete».
C'era del cartone a coprire la targa, ma prima del suo arrivo un uomo si è fatto dare uno sgabello da un signore di settanta e più anni che abitava lì davanti e l'ha sostituito con una bandiera di Ferragudo, poi prontamente autografata a fine evento. Si chiama Valdumar Ventura Sacramento il vecchietto dello sgabello: ha un giardinetto pieno di piccoli oggetti, quasi fosse un sacrario, offre fichi neri maturi a chiunque si avvicina, racconta di vivere lì da sempre, di aver giocato a pallone con il padre di Mourinho, ma rimane rispettosamente a distanza dal figlio. Che forse proprio per piccole attenzioni del genere, quando torna qui si sente a casa.
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