A Bilbao per l'ordine pubblico è notte fonda: le testimonianze dei romanisti
La storia di un tifoso: "Colpito in strada da sei agenti, poi la notte tra cella e ospedale senza poter telefonare. Gli amici mi hanno visto nel vostro video"

La polizia autonoma basca in strada a Bilbao. Nelle foto piccole: uno screen dal video pubblicato da "Il Romanista" con un tifoso immobilizzato e percosso da oltre cinque agenti e una delle ferite riportate dal ragazzo (MANCINI)
Con oltre duemila romanisti e situazioni di tensione quasi annunciate, la partita di giovedì sera tra Athletic Club e Roma doveva essere una prova generale per la finale di Europa League del 21 maggio. Alla resa dei conti, però, la valutazione generale rischia di essere gravemente insufficiente.
“Il Romanista” è stato contattato da alcuni tifosi presenti a Bilbao, che hanno raccontato le quantomeno singolari situazioni in cui si sono ritrovati, o a cui hanno assistito, nel pre e nel post partita della Catedral. Tra tutti, un ragazzo che si è riconosciuto in un nostro video pubblicato sui social in cui viene immobilizzato e percosso da almeno cinque agenti antisommossa dell’Ertzaintza. Lo stesso corpo di polizia autonoma basca, contattato per fornire una propria versione dei fatti, ha ritenuto opportuno «non esprimere alcuna valutazione sugli episodi citati», rimandando al più generico comunicato che è citato nel corso dell’articolo.
❌ Disordini fuori dal San Mamés, in 6 agenti immobilizzano a terra un tifoso della Roma #ASRoma #AthleticRoma pic.twitter.com/YtAYJpDnzI
— Il Romanista (@ilRomanistaweb) March 13, 2025
Il corteo partito nel pomeriggio dal meeting point vicino al Guggenheim si è svolto quasi interamente in tranquillità, come testimoniato da molti video girati sui social, accompagnato dalla polizia attraverso un lungo e tortuoso percorso fino ai dintorni dello stadio. È qui che si è verificato il primo momento critico, perché la lunga scia di romanisti si è trovata quasi a contatto con un muro di tifosi dell’Athletic che li attendeva al di là di un cordone di forze dell’ordine non proprio serratissimo. Forse colta di sorpresa dalla situazione di tensione da entrambe le parti, l’Ertzaintza ha eseguito cariche di alleggerimento «per evitare contatto tra le tifoserie», come scritto nel comunicato, per poi incanalare i tifosi giallorossi verso gli accessi del settore ospiti.
Ad attenderli c’erano i percorsi con le transenne removibili, installati per l’occasione e in vista della finale, con due prefiltraggi prima dei tornelli. È in questi passaggi intermedi che la situazione sarebbe precipitata, stando alle testimonianze raccolte, per due motivi principali. Il primo, gli alterchi tra romanisti e gli agenti del servizio di sicurezza dello stadio, armati di manganello: molti tifosi hanno provato a ottenere il via libera per entrare con le aste di bandiera, ma i controlli non hanno fatto sconti nemmeno a quelle più piccole. Quando gli animi si sono scaldati, si è passati presto ai fatti: «A un ragazzo è caduta la bandiera, che è finita sui piedi di un altro tifoso che si è spaventato e alla fine è stato portato via senza motivo», racconta Sergio, tifoso romanista che va spesso in trasferta. Ma soprattutto, a generare tensione sarebbe stata la gestione dei flussi: «Eravamo tantissimi e pressati in questi corridoi di transenne, ma la sicurezza non apriva i cancelli del secondo filtraggio, mentre da dietro la polizia spingeva la folla a procedere. Ogni tanto aprivano e qualcuno passava, ma nel caos generale molti gruppi di persone si sono divisi, ho visto gente cercare la moglie o i figli», continua Sergio. «Chi provava a tornare indietro per recuperare qualcuno veniva almeno bloccato, se non colpito col manganello senza motivo. A un certo punto queste transenne removibili hanno iniziato a cadere, ostacolando le possibilità di camminare: dovevamo fare lo slalom per non finirci coi piedi sopra, mentre eravamo costantemente esposti a cariche coi manganelli».
???? Disturbios entre aficionados de la Roma y la seguridad del estadio en el acceso a San Mamés.
— El Chiringuito TV (@elchiringuitotv) March 13, 2025
???? @nicorodrigz pic.twitter.com/MR3rxaun4T
Anche Luca, nome di fantasia, ha vissuto una situazione simile e aggiunge: «Eravamo in gabbia mentre i tifosi dell’Athletic camminavano liberi a pochi metri. Ci hanno tirato di tutto, principalmente bottiglie, sotto gli occhi della polizia. È normale che tra questo e le manganellate a destra e manca, gli animi si siano scaldati. A quel punto la situazione è degenerata perché si sono verificate vere e proprie colluttazioni tra tifosi e steward, e l’Ertzaintza ha caricato».
In questa situazione di caos, ha comunicato la polizia basca, «diverse persone hanno affrontato il personale di sicurezza privata usando le fibbie delle cinture». Un conoscente di Sergio, invece, «ha solo cercato di spiegare che voleva raggiungere un amico disperso e gli hanno risposto colpendolo in faccia e poi se lo sono portato via. Solo grazie all’attività del Consolato lo hanno rilasciato dopo le tre di mattina in mezzo alla strada, lontano dal centro».
Una notte sbagliata
La storia che colpisce di più è quella di Michele, anche questo un nome di fantasia, che ha scritto al quotidiano identificandosi nel ragazzo immobilizzato e percosso da oltre cinque agenti della polizia, come si vede in un video pubblicato da “Il Romanista” su X prima della partita. Questa la sua versione dei fatti, sulla quale l’Ertzaintza non si è espressa: «Nel corso di una situazione di tensione, mi hanno manganellato le gambe fino a farmi cadere a terra per poi riempirmi di calci anche in volto. Dopo mi hanno trascinato e tenuto un’ora con la faccia schiacciata contro un blindato, mentre gridavo per cercare di farmi aiutare. Questo trattamento è stato accompagnato da una serie di atteggiamenti provocatori per prendermi in giro».

Michele è una delle quattro persone fermate di sponda giallorossa e ha passato quasi tutta la notte in questura. Racconta così la sua serata da incubo: «Verso le 19.30 mi sono ritrovato solo, spogliato di ogni effetto personale, morendo di freddo in maglietta, dentro a una cella attrezzata solo con un tappetino da palestra e una coperta. Non ho potuto avvisare famiglia, avvocato e amici, ma fortunatamente loro hanno visto il vostro video sui social e hanno chiamato il Consolato che è stato provvidenziale. Anni fa sono stato in coma per un incidente grave, da quell’episodio tremendo nelle ossa della faccia ho dei “chiodi”. Siccome avevo preso molte botte sul volto e non smettevo di sanguinare proprio da uno di quei punti, ho richiamato l’attenzione degli agenti urlando e sbattendo sulle grate della cella: dopo qualche manganellata per farmi stare zitto, alla fine mi hanno portato in ospedale, sempre scortato. Lì ho chiesto invano di contattare i miei - continua Michele - per chiedergli alcune informazioni mediche che non ricordavo e spiegare la mia situazione ai dottori. Ma non me l’hanno fatto fare. I poliziotti hanno iniziato ad accusarmi di non voler collaborare e anche lì all’ospedale ho preso un forte schiaffo sulla testa, dove avevo preso i calci. Alla fine mi hanno dato un foglio con scritto che avevo mal di testa e non volevo farmi aiutare».
La detenzione di Michele, secondo quanto racconta, sarebbe poi finita all’improvviso e senza spiegazioni: «Mi hanno riportato in cella dove, sfinito, ho dormito due ore. Poi a un certo punto mi hanno detto “tutto a posto”, caricato su un blindato e riportato in centro: erano le 5.30 di mattina, mi hanno lasciato stordito e ferito in una zona dove decine di tifosi baschi ubriachi ancora festeggiavano. In tutta la notte mi hanno fatto ingerire solo tre bicchieri d’acqua».
A quell’ora, erano finiti da un po’ gli incidenti tra le due tifoserie che hanno caratterizzato il post partita, con i tifosi del settore ospiti prima scortati e poi lasciati liberi senza punti di riferimento in un contesto di caccia all’uomo. L’Ertzaintza ha comunicato di «aver fermato 14 persone e ne ha indagata un’altra», con un bilancio dei feriti che conta «15 agenti della polizia basca, due guardie di sicurezza e un tifoso italiano». Dei fermati, quattro sono italiani e sono stati tutti rilasciati nella notte. Visto l’esito della partita, i tifosi della Roma non torneranno al San Mamés. Ma se Bilbao vorrà evitare una pessima figura sotto lo sguardo di tutta Europa, dovrà rivedere radicalmente la gestione del piano sicurezza in occasione della finale.
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