Europa League

Una bandiera per chi non ha piani di riserva

Prima di Roma-Athletic: un pomeriggio di corsa con la stoffa gialla e rossa in mano, una serata per chi non se la sente di andare a dormire

PUBBLICATO DA Valerio Curcio
06 Marzo 2025 - 11:48

Che ci fa sentire amici anche se non ci conosciamo, più che una canzone, te lo ricorda la vita da tifoso della Roma. Come un pomeriggio passato di corsa scansando il traffico sull’Olimpica, quando guardi le persone ferme in macchina e pensi che è impossibile, impraticabile che anche loro non si sentano così, infervorate e scompigliate come te per quello che avverrà domani. Fra ventiquattro ore queste corsie saranno un lento corteo di auto con le bandiere giallorosse ai finestrini. E ti sembreranno irricevibili i logici discorsi sulla viabilità del giorno partita, le lamentele per i malfunzionamenti di una metropoli ingovernabile, perché nulla ti pare più giusto e sensato del fatto che le arterie della città si paralizzino per lei. È solo la naturale manifestazione della priorità di un impulso, la sfacciata arroganza di un sentimento che si impone sul buonsenso e spazza via le cose della vita.

Te lo ricorda il primo minuto vissuto dentro uno storico negozio di tessuti all’ombra di Monte Ciocci (“ma dimme quante volte hai visto il cielo sopra Roma e hai detto quant'è bello…”). Entri e chiedi solamente una stoffa bella e adatta a fare delle bandiere, senza specificare né una squadra, né un colore. Due mani esperte scelgono tra decine di rotoli il giallo più caldo che esista e capisci al volo che chi hai davanti sta parlando quella tua stessa lingua, più misteriosa e indecifrabile del basco, quella lingua che non necessita di vane parole per capirsi. Le parole verranno dopo e serviranno unicamente a scoprire che anche quelle mani domani passeranno un abbonamento sotto la gabbia dei tornelli per ritrovarsi libere solo quando sventoleranno una bandiera tra migliaia di altre. E il prezzo di quei tessuti ti sembra così basso, così insulso rispetto al valore che assumeranno quando verranno cuciti, infilati, arrotolati e infine srotolati al vento. Tu che li vendi cosa ti compri di migliore?

Te lo ricorda un sarto venuto dal Bangladesh che ti vede entrare stringendo tra le braccia una pila di stoffe piegate con cura. Da minuti ragioni su come spiegare nel modo più semplice il taglia e cuci di quei rotoli, la maniacale precisione con cui vorresti veder realizzate quelle bandiere, cosciente delle barriere linguistiche che potrebbero compromettere le tue aspettative. E lui interrompe la videochiamata con chi lo aspetta dall’altra parte del mondo per farti affogare dolcemente nei pregiudizi di chi non vorrebbe avere pregiudizi. “So già tutto. Giallo a sinistra, rosso a destra, canalino per il tubo a sinistra”. Sa già tutto perché le tue non sono le ultime né le prime bandiere della Roma che cucirà oggi. Sa già tutto anche perché è romanista anche lui e ritiene che l’Athletic Club non debba mettere paura. Comunque vada domani, un giorno riguarderà le foto di uno stadio memorabile e penserà che almeno venti di quella marea di bandiere le ha cucite lui.

Te lo ricorda la spedizione serale in uno di quei grandi magazzini del fai da te alla ricerca delle aste della dimensione giusta. Come si chiamano davvero? Tubi per i cavi elettrici? Ah non c’è la corsia “bandiere”? La risata di uno dei commessi ti indirizza nel corridoio giusto. “Ma non so se li trovi ancora…”. Qualcosa invece ancora c’è, quello che manca è lo spazio in macchina per contenerli, e ti ritroverai a girare per due giorni con un fascio di tubi grigi lunghi tre metri che sporge forse un pochino troppo dal finestrino. Qualcuno definirebbe la tua macchina “incircolabile” e rispecchia bene come ti senti ormai da qualche ora.

Te lo ricorda l’idea inattesa di un pilastro del tuo gruppo di amici romanisti. Sono già le otto di sera e la solita cena pre Europa League nel solito posto con la solita gente si è già consumata come da tradizione a inizio settimana. Ma è un’idea troppo giusta per appellarsi a stupide, ragionevoli considerazioni. Un tavolo senza prenotazione chiama a raccolta chi stasera ha ancora bisogno di stare insieme. I gradini di una fontana in una piazza accolgono i discorsi di chi proprio non se la sente di tornare a casa. I coriandoli per terra, i ricordi delle trasferte, l’ultimo bicchiere di amaro. Quei nonni della foto del giorno, dopo aver cucito la bandiera sul tavolo della cucina, staranno già dormendo da un po’. Per te invece la notte inizierà che è già domani e finirà prima del sorgere del sole. Sarà corta come speri che si riveli corta la giornata che ti aspetta. Lo sarà per te, e per chi come te si ritrova a non avere piani di riserva. Comunque vada. Un battito ancora e poi ce ne andremo.

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