Athletic Club: non mancano i gol ma non c'è il tifo
7-1 rifilato al Real Valladolid tra lo sciopero dei tifosi, collegato ai bengala lanciati all'Olimpico nella gara di settembre
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(GETTY IMAGES)
Un 7-1 rifilato al Real Valladolid: è così che l’Athletic Club si prepara all’impegno in Europa League contro la Roma, consolidando il quarto posto in classifica nella Liga. Al San Mamés non sono di certo mancati i gol - arrivati grazie a Jauregizar, Sannadi, Sancet, Guruzeta, Iñaki Williams e alla doppietta di Nico Williams - ma si può dire che a risultare assente sia stato il tifo che da sempre caratterizza questa squadra.
La protesta dei tifosi
Tutto il calore dei tifosi sta venendo meno in questo momento di sciopero da parte dei gruppi organizzati: evento collegato ai bengala che - durante la sfida all’Olimpico tra Roma e Athletic Club del 26 settembre 2024 - vennero lanciati dal settore ospiti nell’adiacente porzione della Monte Mario. Ma, facendo un passo indietro, a spiegarci bene le vicende interne è stato Emiliano Gabrielli, vicepresidente della Peña Leones Italianos, associazione che riunisce i tifosi dell’Athletic Club in Italia.
Quando ha avuto inizio la costruzione dello stadio nel 2013, la curva era ancora in fase di allestimento e il tifo organizzato dovette riunirsi interamente in uno spicchio tra curva e tribuna. Qui il neo eletto presidente Aitor Elizegi - per ricostituire il tifo che per cause logistiche si era notevolmente ridotto - aveva voluto realizzare una “grada de animación”, ovvero una tribuna per tifare, da lasciare in mano ai gruppi organizzati, tra cui l’ICHH (Iñigo Cabacas Herri Harmaila), dedicato a un ragazzo ucciso da un proiettile di gomma della polizia nel 2012. I primi anni tutto era proceduto nel modo in cui era stato ideato, ma i problemi nella “grada popular” sono sorti a causa delle sopravvenute regole imposte dalla società, tra cui quella di avere un’età inferiore ai 25 anni e di rispettare determinate indicazioni politiche nell’esporre striscioni e far partire cori, pena le multe, tramutate presto in atti di repressione da parte della polizia autonoma basca.
Ma cosa lega la grada e i bengala? Dall’iniziativa di Elizegi si è chiamato subito fuori l’Herri Norte: il gruppo più estremista, che smise di presentarsi alle partite al San Mamés, prendendo però parte alle trasferte - tra cui quella nella Capitale - dove si è reso protagonista del gesto che ha causato spavento tra i tifosi giallorossi e che ha portato a un inasprimento delle repressioni. Ma ad esserne succubi sono stati i membri dell’ICHH, che da quel gesto si erano subito distaccati intonando al termine della sfida all’Olimpico «Hau da ez gure estiloa», («Questo non è il nostro stile (di tifare)». Ed è così che da mesi a questa parte, uno dei gruppi più importanti della grada popular ha smesso di presentarsi allo stadio: il San Mamés è privo del suo tifo organizzato.
Il “divieto” di tifare
I portali spagnoli parlano di intimidazione dei gruppi nei confronti dei tifosi che accorrono sugli spalti per tifare la squadra, ma Emiliano smentisce: «Qui nessuno vieta di sostenere l’Athletic. Chi ha iniziato la protesta si aspettava che il resto dei gruppi partecipasse: è l’unico modo per vincere una battaglia condivisa da tutti».
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