Autarchia e qualità, quarti in Liga, Nico la star: ecco l'Athletic Club
Già affrontati a settembre, sono arrivati secondi in Europa League

(GETTY IMAGES)
La possibilità di giocare la finale in casa è una motivazione importante, ma l’Athletic Club dovrà fare i conti con un’altra Roma rispetto a quella affrontata il 26 settembre scorso, nella giornata inaugurale dell’Europa League: i giallorossi erano appena passati da De Rossi a Juric e, nonostante una buonissima prestazione, furono raggiunti nei minuti finali dai baschi sull’1-1. Da allora, tanta acqua è passata sotto i ponti: i Leones hanno viaggiato a vele spiegate in Europa, raccogliendo 19 punti e piazzandosi al secondo posto in classifica. Sotto i loro colpi sono cadute - tra le altre - l’AZ e l’Elfsborg (entrambe vittoriose contro di noi), oltre al Fenerbahçe di Mou. Che la squadra allenata da Ernesto Valverde sia di qualità lo testimoniano anche i risultati in campionato: l’Athletic al momento occupa la quarta posizione (alle spalle di Barça, Real e Atletico Madrid), con cinque punti di vantaggio sul Villarreal. È una squadra che non segna tantissimo (in campionato 37 gol in 24 partite), ma che subisce poco (28 i centri subiti nelle 32 gare tra Liga ed Europa League): a difenderne la porta, l’estremo difensore titolare della nazionale spagnola, Unai Simon, tornato titolare a dicembre dopo un lungo stop. All’esperienza dei terzini Berchiche e de Marcos fa da contraltare l’estro e la sfrontatezza dei giovani Jauregizar, Unai Gomez e - ovviamente - Nico Williams, autentica stella dei biancorossi. L’ala sinistra, che non sta vivendo la sua miglior stagione, dovrà comunque essere un osservato speciale dalla difesa romanista: del resto, ha fatto la differenza anche negli ultimi Europei.
Da sempre votato all’autarchia calcistica, l’Athletic schiera da sempre calciatori baschi, cresciuti in casa: da Rafael Morenzo Aranzadi, noto come “Pichichi” (a cui è intitolato il trofeo di capocannoniere della Liga, vinto l’anno scorso da Dovbyk), passando per Telmo Zarra e Iker Muñian. E poi Julen Guerrero, un Totti ante-litteram che rifiutò le avances di Real e Barcellona per rimanere all’Athletic; il bomber Aduritz, che proprio ieri era a Nyon a sorteggiare le squadre; e José Angel Iribar, portiere campione d’Europa con la Spagna nel 1964. Fondati nel 1898, sono l’unica squadra assieme a Barça e Real Madrid a non essere mai retrocessi: hanno vinto 8 campionati spagnoli, ma in Europa contano una finale persa contro l’Atletico Madrid nel 2012. Quest’anno hanno l’opportunità di giocarla in casa, e pur essendo stati inizialmente inseriti in quarta fascia si sono rivelati tra i migliori come rendimento nella prima fase. Sulla loro strada, però, c’è la Roma: una squadra che da qualche anno a questa parte, soprattutto in Europa, tutti preferirebbero evitare.
© RIPRODUZIONE RISERVATA