Il dualismo tra le due fasi e la ricerca del gol perduto: ecco l'Union Saint-Gilloise
Tra il momento di stallo in campionato e la poca concretezza in avanti: tutto quello che c'è da sapere sulla squadra di Pocognoli
Salvare il salvabile. In un periodo buio come quello attraversato dalla Roma, serve una prova d'orgoglio per continuare a sperare in un percorso che in questi anni ha caratterizzato le stagioni dei giallorossi: l'Europa League. E dopo la brutta partenza anche in campo europeo, nell'ultima giornata con la Dinamo Kiev è arrivata la prima vittoria. Una vittoria che dovrà avere un seguito anche contro l'Union Saint-Gilloise, prossima avversaria della squadra di Juric. Un inizio di stagione non particolarmente esaltante per la squadra belga, e pure le aspettative erano ben diverse dopo il titolo solo sfiorato e perso amaramente nell’annata precedente. Un contraccolpo che l’ambiente deve aver accusato anche in questi primi mesi in cui, anche il cambio in panchina, da Blessin a Pocognoli (37enne, vecchia conoscenza del club ma ancora inesperto e alla prima vera esperienza in un club di livello), ha giocato una buona fetta: in 13 partite disputate in campionato, solo 3 vittorie. Poi 7 pareggi e 3 sconfitte. Ben cinque 0-0, che dimostrano la grande difficoltà della squadra: fare gol.
Filosofie differenti, ma quanta fatica in avanti
Un calcio sicuramente meno offensivo e più attento rispetto al passato. La difesa (rigorosamente a 3) si è rivelata un punto di forza, come confermato dai 7 clean sheets ottenuti in Jupiler Pro League (12 i gol subiti), ma la preoccupazione più grande è l’estrema difficoltà della squadra sotto porta. Un dato eloquente è proprio quello del cinismo offensivo: l’Union Saint-Gilloise figura al penultimo posto della classifica del campionato belga che mette in relazione i tiri tentati (234) e i gol messi a segno (13), con un tasso di conversione del 5,6%. Per quanto riguarda il sistema di gioco, Pocognoli si è sempre affidato in questi mesi a una base solida, ovvero la difesa a tre, per poi variare a seconda della partita. Dal 3-4-2-1 fino al 3-5-2 più utilizzato in Europa League nelle prime 3 uscite contro Fenerbahce (ko per 2-1), Bodø/Glimt (0-0) e Midtjylland (altro ko, 1-0) in cui la squadra belga ha raccolto un solo punto. Una piccola curiosità che vede protagonista l’Union riguarda lo stadio che la squadra è “costretta” ad utilizzare in Europa. L’esigua capienza dello Stade Joseph Mariën (9.400 spettatori), casa dei ragazzi di Pocognoli, ha obbligato il club a spostarsi allo Stade Roi Baudouin, ovvero l’ex Heysel (tristemente ricordato come il luogo in cui, poco prima del fischio d'inizio della finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool nel 1985, si consumò la strage che vide 39 persone, di cui 32 italiane, perdere la vita, mentre ne rimasero ferite oltre 600).
Dal campo
Nell’ultima partita, l’Union ha raccolto un solo punto in casa del Mechelen (1-1), tra le polemiche. Protagonista il portiere Anthony Moris (capitano del club), colpito da un bicchiere di birra lanciato dai tifosi avversari e che ha suscitato non poche polemiche nel post partita. Tra i dubbi in vista della sfida con la Roma, rimangono da valutare le situazioni di Sofiane Boufal (out da diverse settimane per un problema muscolare, ma tornato a lavorare con il gruppo) e Castro-Montes (che dovrebbe averne ancora per un po', dopo l'infortunio al tendine del ginocchio arrivato a metà ottobre). Recuperato invece Loic Lapoussin, messo fuori rosa nel ritiro estivo per problemi comportamentali. Pocognoli ha commentato in questo modo il reintegro dell’esterno, tra i migliori in campo: "È un giocatore che conosco bene dai tempi trascorsi all'Union. È positivo per lo spogliatoio poiché porta con sé una grande esperienza avendo contribuito in modo significativo al club. Aggiunge anche un elemento competitivo sulle fasce. Sarà giudicato come tutti gli altri e dovrà mantenere un comportamento impeccabile dentro e fuori dal campo".
© RIPRODUZIONE RISERVATA