Europa League

Gioventù al potere, il cambio di rotta e le difficoltà: ecco l'Elfsborg di Hiljemark

L'ex Genoa è il tecnico più giovane dell'Europa League. La squadra svedese è imbattuta in campionato da due mesi, tutto quello che c'è da sapere sui gialloneri

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Lorenzo Paielli
01 Ottobre 2024 - 14:48

La prima trasferta europea della stagione si avvicina. Domani la Roma volerà in Svezia, a Goteborg, per poi arrivare nella città di Borås. Ad attenderla ci sarà l’Elfsborg, che giovedì alle 21 ospiterà i giallorossi alla Borås Arena. Una trasferta insidiosa, come tutte le uscite sui campi nord europei: tra drastici cali di temperature (se pur il mese di ottobre permetterà alla squadra di Juric di dover sopportare “solo” i 6 gradi previsti alle 21), campi in sintetico e l’atmosfera infuocata. L'impianto sarà tutto esaurito ma la squadra potrà contare sull’amore di oltre 1000 tifosi Romanisti attesi in Svezia per sostenere la Roma. 

Il cambio di rotta in panchina, tra punti forti e debolezze

Alla guida degli svedesi, Oscar Hiljemark: vecchia conoscenza del calcio italiano e di Ivan Juric, subentrato a luglio dopo l’esonero di Thelin. L’ex calciatore, classe 1992, è l’allenatore più giovane di questa Europa League (stessa età di El Shaarawy, per intenderci), e ha condiviso una breve al Genoa con l’attuale tecnico giallorosso. Giovane, ma molto preparato: Hiljemark è tornato nel club che lo ha lanciato nel grande calcio, e ha stupito in positivo: dal suo arrivo a Borås, 21 partite: 12 in Allsvenskan, 8 di qualificazioni europee e una in Europa League. 7 vittorie, 4 pareggi e una sconfitta in campionato (contro il Djurgardens di Dahl); 6 vittorie, un pareggio e una sconfitta (poi vinta ai rigori) nelle qualificazioni all’Europa League; un ko nell’esordio in Europa contro l’AZ Alkmaar. I ragazzi di Hiljemark restano, dunque, imbattuti in campionato da 2 mesi e al momento hanno risalito la classifica figurando al 5º posto, a -4 dalla zona europea (3º posto).

Un sistema di gioco semplice, ma efficace: dal suo arrivo, Hiljemark, ha puntato sul 3-4-3, sostituendo il 4-3-3 adottato da Thelin. Si crea tanto e si segna molto: 2 gol a partita di media, 48 in 25 giornate: secondo miglior attacco dell’Allsvenskan dopo il Malmö capolista e a pari punti con l’Häcken. Dall’arrivo di Hiljemark, sono 44 i gol segnati in 21 partite complessive. Sono 22 invece i gol subiti, quasi uno a partita, ma indubbiamente un miglioramento rispetto alla passata gestione. Importante il lavoro degli esterni, difensivi e offensivi: anche per questo motivo sono 8.8 i dribbling riusciti a partita e 2.4 le grandi occasioni create ogni 90’. A certificare la manovra offensiva della squadra sono anche i dati sui tiri in porta a partita (quasi 5) e le ripartenze in contropiede (18). 

Se pur migliorata con l’avvento di Hiljemark in panchina, la fase difensiva dell’Elfsborg rimane uno dei punti deboli della squadra: solo 6 clean sheets in campionato. Troppa disattenzione in fase di impostazione e di costruzione dell’azione: in ben 5 occasioni, nel corso della stagione, gli svedesi hanno subito gol da un errore difensivo. Tuttavia, l’Elfsborg si dimostra comunque una squadra aggressiva (chissà che Hiljemark non abbia studiato proprio dall’ex tecnico Juric) il dato dei palloni recuperati è un esempio rilevante: 50 a partita. Così come i duelli vinti, 48.2% da terra e 46.6% aerei.

Un mix di esperienza e promesse 

Squalificato per la gara contro la Roma, Sebastian Holmén è tra i veterani della rosa. Cresciuto nell’Elfsborg, è tornato in patria dopo esperienze in Russia,
Olanda e Turchia. Con la maglia giallonera sono 191 le presenze complessive per il 32enne, 10 gol e 5 assist. È secondo per minutaggio complessivo stagionale (1.778’). Due classe 2001 per completare il solito terzetto titolare: Terry Yegbe, ghanese e alla prima stagione in Svezia, e Ibrahim Buhari, centrale nigeriano. Sulle fasce di centrocampo, gli esperti Niklas Hut e Simon Hedlund: entrambi partiti dall’Elfsborg, hanno accumulato esperienza in giro per l’Europa. Il primo (classe 1990) conta avventure in Francia (Nizza), Grecia e Germania. Anche Hedlund ha trascorso 3 stagioni in Germania (Union Berlino), ma è al Brondby dove ha espresso tutto il suo potenziale prima di tornare in Svezia. Non solo esperienza, Hiljemark ha e avrà a disposizione per il futuro diversi giovani promettenti. L’attenzione va sul centrocampo, dove l’Elfsborg potrà contare su - almeno - 4 nomi per il futuro. Il primo è Timothy Noor Ouma (Mediano, keniota, classe 2004) che, dall’arrivo del tecnico, è diventato imprescindibile. Tante aspettative anche su Besfort Zeneli, nato in Svezia ma di origini Kosovare. Il centrocampista offensivo del 2002 - ha ammesso di avere un debole per Dybala - e, insieme a Eggert Gudmundsson (trequartista islandese, classe 2004), rappresenta il pacchetto più qualitativo del reparto. L’altro islandese, Baldursson (classe 2002) in prestito dal NEC Nijmegen era partito bene, ma dall’arrivo di Hiljemark sembra aver perso titolarità. In attacco, il punto cardine della squadra è senza dubbio Michael Baidoo: centravanti titolare e calciatore con più minutaggio in stagione. Ghanese, classe 1999, finora 33 presenze, 13 gol e 7 assist complessivi. I due fiori all’occhiello dell’attacco dell’Elfsborg sono le due ali d’attacco: Ahmed Qasem e Jalal Abdullai. Rispettivamente 2003 e 2005, i due giovani hanno già dimostrato di avere tutte le carte in regola per far bene. Per Abdullai, 27 presenze e 8 reti complessive; 29 presenze, 7 gol e 5 assist per Qasem.

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