Lo stadio nella città
La Roma vuole costruirlo dentro il tessuto urbano: ricostruire l’Olimpico è difficile, ma non impossibile. Costanzo: «Con l’impianto di proprietà successo garantito»
«Io sono convinto che un successo garantito ci sarà quando la Roma avrà il suo nuovo stadio». Parola di Maurizio Costanzo, nuovo advisor per le strategie di comunicazione della Roma. Parole che arrivano in giorni in cui improvvisamente il tema stadio sembra tornato al centro dei pensieri del club (se mai se ne fosse andato) e della politica romana. E Costanzo è uomo avvezzo ai salotti della politica, di cui è stato padrone, con il suo "Show" serale, per decenni. E che suonano come qualcosa di più una semplice opinione. Attraverso le colonne del Corriere dello Sport, Costanzo ha probabilmente voluto mandare un messaggio nel giorno delle primarie del centrosinistra, a quella che sembra essere forse la componente meno entusiasta di un nuovo progetto giallorosso. Infatti sia Virginia Raggi, candidata per i 5 Stelle, che Carlo Calenda, ed anche Enrico Michetti, si sono già espressi senza riserve a favore del prossimo impianto della Roma, spesso spingendosi oltre semplici dichiarazioni di facciata. Cosa che invece i candidati di area Del per ora hanno preferito evitare, pur dichiarandosi comunque favorevoli. Certo siamo ancora in una fase embrionale, in cui non è stata ancora identificata l'area su cui costruire. Ed in questo senso continuano a rincorrersi ipotesi che di volta in volta prendono in considerazione un quadrante della città. Dal Gazomerto al Velodromo, dallo Sdo di Pietralata a Torre Spaccata, o Tor Vergata, e c'è chi continua a giurare che alla fine la Roma tornerà a Tor di Valle. Di certo non c'è assolutamente nulla, e comunque nulla che filtri da Trigoria o da Viale Tolstoj. Nella Roma le bocche sono cucite e tutto rimane fermo alle dichiarazioni di intenti rese nel momento in cui si è deciso di abbandonare il vecchio progetto.
La Roma vorrebbe un'area all'interno della città (quindi niente Fiumicino o ipotesi che vadano troppo fuori dal Raccordo), meglio ancora se connessa con il tessuto urbano. Un'area magari ancora pubblica (o di un Ente pubblico), e che non richieda grandi interventi infrastrutturali. Un'area che qualcuno negli uffici tecnici del Comune continua a dire che sia impossibile da trovare, ma che invece la politica in qualche modo avrebbe promesso al club. Vedremo molto presto. Perché la strategia del club prevede che si arrivi alle prossime elezioni amministrative con i candidati inchiodati già sulle proprie posizioni. E per farlo serve l'area già in queste settimane, prima che la campagna elettorale prenda ufficialmente il via. Il ruolo di Costanzo potrebbe essere centrale, insieme a quello di Scalera. E più di qualche spiffero insiste che l'opzione Olimpico resti in piedi e che sia molto concreta, anche se anche qui le difficoltà non sarebbero poche. Ma, come detto, non resta che aspettare.
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