Europa League

Wolfsberger-Roma, in Europa League Kalinic sa come si fa

Il croato ha un curriculum importante: 47 partite e 15 gol. Col Dnipro nella stagione 2014-2015 arrivò a giocare anche la finale, persa contro il Siviglia

PUBBLICATO DA Piero Torri
03 Ottobre 2019 - 09:10

«Nicola, tocca a te». Paulo Fonseca glielo ha detto così a Kalinic, senza troppi giri di parole. Stasera, nel secondo impegno di Europa League, toccherà al croato giocare da titolare perché Dzeko «ha bisogno di tirare il fiato». Cosa che, nonostante un abbozzo di resistenza, il tecnico portoghese ha confermato nel corso della conferenza stampa della vigilia. Sarà l'esordio dal primo minuto per Kalinic che, fin qui, nelle sue prime settimane da romanista (in prestito con diritto di riscatto) ha giocato in tutto trentuno minuti, più o meno equamente divisi tra campionato ed Europa League (15' e 16'). Dzeko del resto non le può giocare tutte, allora il croato stasera ha l'occasione, speriamo giusta, di confermare a tutta la Roma di aver visto bene nello sceglierlo come vice del bosniaco che, comunque, si accomoderà in panchina sperando di poterci rimanere fino al fischio finale della sfida contro gli austraci.

Fonseca e la Roma non correranno certo il rischio che il croato vada incontro all'emozione. Anzi, sulla carta è tutto il contrario. Kalinic, trentuno anni, ha un'esperienza piuttosto importante nelle partite europee. Non tanto in Champions League dove nella sua carriera ha messo insieme appena cinque presenze, tre nella passata edizione con la maglia dellAtletico Madrid, due con il Dnipro nel playoff della Coppa della stagione 2014-15. Cinque partite in cui non ha messo a segno neppure un gol. Ben più pratico Kalinic è di Europa League in cui può vantare anche una finale giocata e persa (contro il Siviglia) sempre nell'annata 2014-15 quando con cinque reti contribuì alla straordinaria cavalcata del Dnipro capace di eliminare in semifinale anche il Napoli. I suoi numeri nella seconda coppa europea sono numeri importanti, potendo contare la bellezza di quarantasette presenze, impreziosite da quindici gol (l'ultimo il ventinove settembre di tre anni fa al Qarabag).

Insomma, il croato sa come si fa e affidarsi a lui non è certo un salto nel buio. Anche se da un paio di stagioni (prima al Milan e poi all'Atletico Madrid) la sua frequentazione nelle partite vere è andata diradandosi. Con la Roma adesso ha la possibilità di rilanciare la sua carriera. Una Roma che nel corso dell'ultimo mercato ha voluto a tutti i costi, aspettandola sino all'ultimo, dicendo no anche a qualche offerta mediorentale che lo avrebbe gratificato dal punto di vista economico ma certo non da quello sportivo. Voleva rimanere nel calcio che conta, la Roma gli ha dato questa opportunità convinta che il croato fosse l'uomo giusto al posto giusto, cioè il centravanti di scorta, e lo diciamo con il massimo rispetto, alle spalle dell'intoccabile Dzeko. Adesso Fonseca ha pensato che sia arrivato il momento di Kalinic, gli affiderà il ruolo di centravanti nella Roma che stasera, in terra austriaca, andrà alla ricerca della seconda vittoria in Europa League che, se centrata, vorrebbe dire mettersi in tasca un bel pezzo di qualificazione per i sedicesimi di finale di una coppa che tutta la Roma vuole disputare da assoluta protagonista.

Kalinic è atteso a battere un colpo, a far sbiadire in fretta i due spezzoni di partita con la Roma (Istanbul e Atalanta) in cui ha avuto in entrambe le partite l'occasione per lasciare il segno. Non c'è riuscito, con qualche rimpianto soprattutto contro l'Atalanta visto che ha avuto sul piede la palla per il pareggio. Ha la possibilità di far dimenticare, come ha scritto sui suoi social dove ha postato una foto con Dzeko dicendo «pronti per un'altra serata di Europa League». Ora alle parole seguano i fatti.

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