Tommasi: "I campionati rischiano di fermarsi qui". Oggi l'incontro con la Lega
Il presidente dell'Aic: "Dopo le parole del ministro Spadafora c'è la preoccupazione che la stagione sia finita. Occorre trovare una soluzione formale".
La Juventus ha tracciato la strada, è probabile che molti club la seguiranno. Per risolvere la questione che solo oggi sarà approfondita dall'atteso confronto tra Lega Calcio e Assocalciatori, Agnelli e Chiellini si sono portati avanti e hanno già ufficializzato l'accordo sul tema al centro di tante discussioni sulla riduzione degli ingaggi dei giocatori.
Tommasi non eccepisce: «Non ci ha colto di sorpresa - ha detto all'Ansa il rappresentante dei calciatori - e peraltro Chiellini è nostro consigliere. Se hanno già trovato un accordo va bene così. Più che altro dopo le parole del ministro Spadafora («niente allenamenti ad aprile, il calcio vive in una bolla», ndr) c'è preoccupazione che i campionati possano chiudersi qui. E dovremo capire come fare».
Dal Pino ha già risposto a Spadafora: «Niente demagogia». Oggi si discuterà ancora, ma intanto complimenti alla Juve per essersi mossa per prima e in maniera così trasparente sui tagli degli stipendi, con un accordo annunciato e reso noto nei particolari. In sintesi, i calciatori della Juventus hanno rinunciato a quattro mesi del loro ingaggio (e quindi agli stipendi di marzo, aprile, maggio e giugno 2020) facendo dunque risparmiare alla società costi per circa 90 milioni di euro nel bilancio che si chiuderà il prossimo 30 giugno.
In realtà però due mesi e mezzo, di questi quattro, saranno "restituiti" dalla società ai calciatori nel 2020/2021, spalmati nei dodici dell'esercizio. Due le necessarie postille: chi sarà ceduto questa estate dovrà in qualche modo essere risarcito con una sorta di buonuscita. In più se l'emergenza dovesse cessare prima del 30 giugno, «le parti negozieranno in buona fede eventuali integrazioni dei compensi».
Un'intesa che in sostanza mette tutti d'accordo: i giocatori della Juventus, che senza attendere eventuali intese di settore sono andati già incontro al paese reale rinunciando a una fetta consistente dei loro ingaggi (un mese e mezzo, però, non i quattro annunciati nei titoli generici di troppi giornali), la società, che alleggerirà i suoi conti, e forse anche i rappresentanti della Lega e dell'Assocalciatori che oggi dovranno provare a raggiungere un'intesa sulle proposte inviate dai club con un già chiaro indirizzo a disposizione.
È molto probabile che l'accordo con Tommasi sarà raggiunto secondo "fasce di retribuzione". In pratica maggiore sarà lo stipendio percepito e più alto sarà il taglio concesso (relativamente ai soli mesi dell'emergenza). E quindi su stipendi superiori a una certa cifra, magari al milione di euro, si faranno tagli consistenti, meno per gli ingaggi intermedi mentre sarà chiesto di non intervenire sugli stipendi al di sotto dei 50.000 euro, cifra che non riguarda i calciatori di Serie A, ma moltissimi delle serie inferiori.
In più i club chiederanno di essere sollevati dal rischio di cause se non pagano gli stipendi: concessione difficile da ottenere. Resta così solo da capire perché la Juventus abbia annunciato il suo accordo proprio 48 ore prima dell'intesa "sindacale". Una spiegazione potrebbe essere quella di non vedersi in qualche modo "obbligati" a seguire una linea che non rispondesse alle esigenze discusse privatamente tra club e giocatori. Ma l'ipotesi più razionale riguarda invece la contingenza temporale legata alla necessità di inserire l'accordo nella trimestrale di bilancio che deve essere chiusa entro domani, 31 marzo. Questo è davvero un ottimo motivo.
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