Coppa Italia, quanti incroci con i viola: i precedenti storici contro la Fiorentina
Nell’anno della prima Coppa Italia vinta li battiamo in semifinale Anche i trionfi del 1980-81 e del 1985-86 passano dalla Toscana. Ddr li ha già colpiti
Settantotto anni di sfide, dal maggio del 1941 al gennaio 2019: le strade di Roma e Fiorentina si sono spesso incrociate in Coppa Italia, e in più di una circostanza il doppio confronto (o la gara secca) ci hanno sorriso. A partire dal 25 maggio 1941, quando i giallorossi - che di lì a un anno avrebbero vinto il primo Scudetto - battono i viola 4-1 con la doppietta di Krieziu e i gol di Pantò e Amadei.
Sulla via del successo
In tre circostanze li abbiamo trovati sulla strada verso il trionfo. Il primo arriva in finale col Torino nel '64, ma all'ultimo atto ci arriviamo dopo aver eliminato la Fiorentina ai calci di rigore: il 10 giugno i 120' terminano 1-1 e il regolamento dell'epoca prevede che un calciatore possa effettuare più di un tiro dal dischetto; "Piedone" Manfredini ne realizza addirittura 5 su 5, regalandoci la vittoria. Negli Anni 70 i due incroci nella fasi a gironi vedono prevalere i toscani, ma già all'inizio del decennio seguente la Roma che si prepara a brillare in Italia e in Europa mette in bacheca due Coppe Italia consecutive. La seconda inizia proprio con una doppia sfida alla Fiorentina nei quarti di finale: l'andata al Comunale di Firenze risulta decisiva, vinciamo 1-0 con gol all'86' di Di Chiara - appena entrato al posto di Faccini - e lo 0-0 dell'Olimpico basta per qualificarci e proseguire la corsa verso il bis.
Anche per il sesto trofeo nazionale c'è da passare per Firenze: dopo aver eliminato l'Inter ai quarti, troviamo i viola di Agroppi, in cui militano anche gli ex Paolo Conti e Aldo Maldera (oltre a un giovane Roberto Baggio, entrato nella ripresa). A Roma l'uno-due nell'arco di tre minuti di Righetti e Tovalieri ipoteca la finale; in terra toscana le reti di Giannini e Monelli fissano il punteggio sull'1-1. In finale incontriamo la Sampdoria, battuta 2-0 all'Olimpico con i gol di Tovalieri e Cerezo (alla sua ultima in giallorosso prima di accasarsi proprio ai blucerchiati).
Da Carnevale a Destro
Tradizione nel complesso più che positiva, quindi. Su tredici occasioni in cui siamo stati accoppiati ai viola, in sette abbiamo raggiunto la finale. Come nel 1992-93, in quella Coppa passata alla storia del romanismo per la rimonta mancata di un soffio contro il Torino, con i sogni di gloria che si infrangono sul palo colpito dal Principe: agli ottavi c'è la Fiorentina, sconfitta senza troppi patemi. A Roma le doppiette di Carnevale, Mihajlovic ed Effenberg fissano il 4-2 per noi; al Franchi Batistuta risponde a Rizzitelli per l'1-1 finale.
Come quest'anno, sono i quarti di finale a metterci di fronte - appena tornata in Serie A - nel 2004-05: stagione travagliata per entrambe le squadre, sulle rispettive panchine due ex compagni dell'Italia Mundial come Bruno Conti e Dino Zoff. L'andata in casa nostra la decide un gol di De Rossi, che all'epoca veste ancora il numero 4; a Firenze l'1-0 è viola e ancora una volta servono i calci di rigore per stabilire il vincitore. Curci para il tiro di Miccoli, il palo di Ujfalusi fa il resto. Dopo aver eliminato anche l'Udinese, ci arrendiamo all'Inter in finale.
Precedente positivo anche nel 2011-12 con Luis Enrique in panchina: il 3-0 casalingo negli ottavi di finale porta le firme di Lamela (doppietta) e Borini. Si bissa l'anno seguente, ai quarti: la partita del Franchi è soffertissima, la Roma allenata da Zeman è in emergenza e viene schierata dal boemo con un inedito 3-4-3. Servono i tempi supplementari per ottenere il pass verso la semifinale: un gol di Destro al 97' decide una sfida che finisce in 9 contro 10 per le espulsioni di Taddei prima e di Dodò e Cuadrado («violenza pura!», come disse il telecronista per un semplice battibecco) poi. L'ultimo incrocio è da dimenticare: i viola di Montella battono 2-0 la Roma di Garcia all'Olimpico con la doppietta di Gomez. Un motivo in più per tornare alle sane, vecchie abitudini di una volta.
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