Virtus Entella: prove di 4-3-1-2, Mancosu è più di un ipotesi
La squadra ligure si giocherà le sue carte in mezzo al campo, con il sostegno dei terzini che Boscaglia invita a spingere continuamente per arrivare alle due punte
Due sedute al giorno per tre giorni consecutivi. Boscaglia fa sul serio e l'Entella suda e sbuffa sul campo, alternando esercitazioni tecniche, lavori atletici e approfondimenti tattici. Probabilmente anche all'Olimpico la squadra biancoceleste giocherà con il sistema di gioco che da queste parti ormai utilizzano da tempo, anche prima che arrivasse il nuovo tecnico calabrese: il 4312 (ma a Genova usò il 442 con il centrocampo in linea). E la parte che il tecnico cura personalmente, con sottolineature quasi ad ogni azione costruita, è proprio quella tattica (lascia ai suoi collaboratori la guida dell'attivazione, dell'addestramento tecnico, delle partitelle, del lavoro con i portieri).
Il nodo fondamentale del loro gioco è la rotazione dei quattro centrocampisti. Sulla prima costruzione dei centrali aperti in ricezione dal portiere, il regista si abbassa per il palleggio, ma i due mediani con il loro movimento devono favorire l'occupazione degli spazi liberi o lo svuotamento strategico di quelli occupati, per garantire la superiorità nella zona nevralgica, dove la Roma potrebbe essere in difetto di uomini se gli attaccanti saranno impegnati in pressione. Insomma, l'Entella si giocherà le sue carte in mezzo al campo, col sostegno eventuale dei terzini che Boscaglia esorta comunque ad "andare" sempre, per arrivare alle due punte, una delle quali dovrebbe essere proprio il nuovo arrivato, Mancosu. Questo, almeno, è il progetto sulla carta. Poi parlerà il campo, dove si presuppone che la differenza tecnica renderà più complicati tutti i piani.
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