Verso Roma-Napoli, Manolas vuole esserci. Speranza Kolarov e Ünder
I due mancini migliorano, anche Kostas può farcela. Il greco: "A Roma ho la mia vita e la famiglia, mi piace molto stare qui"
Ricominciamo. La volata verso la sfida col Napoli riparte questa mattina, quando alle 11 si ritroveranno sui campi di Trigoria tutti i giocatori non impegnati con le nazionali. Per quelli ancora in giro per il continente e per le gare delle rispettive selezioni, il rientro nella Capitale è fissato per domani. Ma anche negli ultimi due giorni al "Fulvio Bernardini" sono stati presenti diversi giocatori, quelli alle prese con i recuperi dagli infortuni. El Shaarawy e Florenzi, tornati malconci dal ritiro azzurro, si sono dedicati alle terapie del caso. Il Faraone si sottoporrà a ulteriori controlli clinici in giornata e forse a quel punto si potrà avere un quadro più preciso riguardo un suo rientro in gruppo. Il jolly di Vitinia ne avrà invece almeno per un paio di settimane. Tutti gli altri acciaccati - De Rossi, Pellegrini, Pastore, Manolas, Kolarov e Ünder - si sono divisi fra lavoro individuale sul campo e in palestra.
Gli ultimi due sembrano prossimi al ritorno fra gli arruolabili, anche se si vuole ancora mantenere una certa cautela. Soprattutto per quanto riguarda il turco, che è assente dal campo ormai fin dai primissimi minuti della gara contro il Torino dello scorso 19 gennaio, non è affatto detto che la sua presenza in gruppo implichi un impiego nella sfida di domenica. Diverso il discorso per Kolarov, che ha lasciato il ritiro della Serbia già venerdì scorso, dopo aver ottenuto il via libera dai medici della propria selezione. L'esterno mancino si era allenato anche in patria, correndo a fianco di alcune calciatrici sue connazionali.
L'altro giocatore rimandato a Trigoria dopo aver risposto alla convocazione della sua rappresentativa, è stato Manolas, primo a rientrare. Il greco si allena individualmente da una settimana, lavorando fra campo e palestra e puntando dritto verso la sfida col Napoli. Con lui eravamo rimasti alla sfortunata partita di Champions contro il Porto, che ha disputato per tutti i centoventi minuti prima di arrendersi a una lesione muscolare al polpaccio, che lo ha tenuto fuori squadra nelle gare con Empoli e Spal (aveva disertato anche il derby, precedente al match di coppa, ma per un'indisposizione intestinale). Le ultime due sono state anche le prime della gestione Ranieri, che non ha mai potuto contare sull'apporto di Kostas in impegni ufficiali. Ma lo stesso tecnico ha più volte ammesso che è proprio la difesa il reparto sul quale avrebbe dovuto maggiormente intervenire. E la presenza del numero 44 fa tutta la differenza del mondo. Intanto il centrale si è confessato al programma tv "Il Turista" in onda sul canale greco Skai. «A Roma ho la mia vita, la mia famiglia, sto tante ore a casa - ha rivelato - Mi piace molto, la mia vita qui è semplice. I primi scarpini me li diede mio nonno. Mia madre ha detto che la mia prima parola è stata "gol" mentre tenevo in mano una palla. Qualcosa dentro di me diceva che sarei diventato calciatore, anche se a scuola andavo abbastanza bene e sono andato all'università. Mio zio per vent'anni è stato il miglior difensore greco, è da lui che ho avuto l'ispirazione».
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