Liverpool-Roma, Di Francesco: "Chi non ci crede in campo e sugli spalti può rimanere a casa"
Il tecnico nel post-partita: "Abbiamo la possibilità di compiere un miracolo nei 90' di ritorno. Abbiamo già dimostrato di avere un cuore e un'anima"
Eusebio Di Francesco ha commentato così la sconfitta contro il Liverpool ai microfoni di Mediaset Premium nel post-partita:
All'inizio un'ottima Roma, poi il Liverpool ha preso il largo. Che cosa è successo?
"Non paragoniamo la partita di oggi al Barcellona. Siamo partiti bene preparando determinate situazioni. Se perdiamo tanti duelli difensivi e non scappiamo coi tempi giusti perdiamo la testa e la capacità di rimanere in gara. Siamo andati un po' in difficoltà."
Ha il rimpianto di non aver cambiato prima?
"Se hai avuto occasioni anche i primi venti minuti l'equilibrio c'era. I sistemi di gioco muoiono quando sbagli palloni, perdi contrasti ecc.. Il resto non conta. Ho messo giocatori più freschi e lucidi che hanno dato forza per reagire. Al ritorno ci dobbiamo credere."
Bisogna crederci?
"Sì, altrimenti non devi andare a giocare questo tipo di partite. Tutto può accadere nel calcio: non è facile, sarà differente dalla partita col Barcellona. C'è voglia, non mi piace fare processi. Abbiamo raggiunto qualcosa di importante e non abbiamo avuto un buon impatto. L'avevamo preparata benissimo, il sistema di gioco è relativo se si perdono i contrasti e non si riesce a fare un passaggio a 5 metri."
La difesa è stata molto alta: al centrale chiedeva lei di uscire? Non era meglio dare più protezione dietro?
"Gli errori commessi sono stati fatti quasi sempre su palle perse da noi: non è che si può aspettare l'errore del centrocampista, il difensore deve essere bravo preventivamente. Noi abbiamo capacità di sviluppare con più uomini, ma loro hanno sfruttato alcuni nostri errori per andare a farci male. Quando si va a giocare contro certe squadre sai che concedi determinate situazioni, ma oggi siamo stati molto al di sotto delle nostre capacità e abbiamo perso la nostra fisicità".
Chance di poter recuperare?
"Il desiderio, la voglia e la determinazione ci devono essere. Dobbiamo crederci fino alla fine, lo ribadisco e io stesso ci credo totalmente. Si possono prendere delle sberle, ma la squadra ha perso troppo l'unità e le misure: questo va al di là della preparazione. Mi auguro di rivedere la determinazione vista contro il Barcellona"
Quali sono le spiegazioni?
"Non vincendo i duelli si perdono le partite: noi abbiamo le qualità e i giocatori, oggi ad un certo momento della gara abbiamo perso tutti i contrasti. Quando c'è una palla leggibile non si può dare il tempo agli altri di inserirsi: abbiamo reso difficili delle letture facili".
Di Francesco a Roma Tv
Florenzi ha detto che avevate studiato molto bene il Liverpool. Cosa è successo?
"Le partite non si vincono sulla lavagna, ma con la capacità di leggere le situazioni. Nel calcio quando perdi tanti duelli, prevale la squadra che ha la capacità di vincerli. Non ci siamo mossi con la stessa continuità, dietro su alcune palle che dovevamo scartare prima, perdevamo ogni dribbling. Muoiono i numeri, la differenza la fa l'atteggiamento."
Se vinciamo 3-0 all'Olimpico vinciamo la Champions...
"E' giusto avere un po' d'ansia in queste gare, ma dobbiamo tirare fuori qualcosa di più. Dobbiamo essere una sola entità, tutti dobbiamo credere nell'impresa: chi non ci crede, per me può stare a casa. La Roma in semifinale di Champions non è mai arrivata, ora la finale ce la possiamo giocare al ritorno. Ci sono ancora 90' da giocare e abbiamo l'obbligo di crederci".
A livello tattico sono stati fatti molti errori elementari... E' mancata la personalità?
"A volte non siamo neanche scappati con i tempi giusti sugli inserimenti dei centrocampisti. A livello tattico abbiamo fatto grandi errori e siamo usciti dalla partita a livello mentale: questo ti distrugge. La responsabilità è la mia: mi prendo i meriti come le critiche. In passato siamo usciti sconfitti da Barcellona, oggi abbiamo preso i gol che dovevamo prendere, ma abbiamo dimostrato di avere un cuore e un'anima. Per quello ci dobbiamo credere."
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