Sette anni a secco, dieci anni in bianco
È dal 2010 in Svizzera che non vinciamo in Champions fuori casa. Dopo la mitica notte di Amantino a Lione abbiamo sempre preso gol
Quasi sette anni, quattro partecipazioni e tanti giocatori e allenatori dopo. La Roma è pronta a cercare una vittoria esterna in Champions League che manca dal 3 novembre del 2010.
Ne son passate di giornate da quella fredda serata in terra svizzera, in cui la banda di mister Ranieri si impose per 2-3 grazie alle reti di Menez, Totti e Greco. Da quel giorno quattro pareggi e ben cinque sconfitte, l'ultima nel ritorno degli ottavi del marzo 2016 al Santiago Bernabeu contro il Real Madrid. In Azerbaigian la Roma va a caccia dei tre punti non solo per continuare a sperare nella qualificazione alla fase finale, ma anche per godere nuovamente di una vittoria esterna nella massima competizione continentale.
Ma occhio a sottovalutare la forza del Qarabag, onde evitare lo stesso errore che due anni or sono portò i giallorossi alla sconfitta sul campo di un non irresistibile Bate Borisov. Quasi sette anni dall'ultimo successo lontano da casa, oltre due lustri dall'ultima occasione in cui la porta è rimasta inviolata in una trasferta di Champions. Era la prima Roma di Spalletti, quella del Totti falso nove e Perrotta pronto a inserirsi alle sue spalle, di Mancini che mandò al manicomio Reveillere; una Roma capace di espugnare la Gerland di Lione senza subire gol assicurandosi un passaggio ai quarti di finale tanto meritato quanto insperato.
Da quel 6 marzo del 2007 sono ben quarantadue le reti subite dalla retroguardia giallorossa in venti gare, una media di oltre due gol a partita. Numeri che sono però in antitesi con l'attuale rendimento difensivo della Roma di mister Di Francesco, capace di chiudere a doppia mandata la porta difesa da Alisson in ben quattro occasioni tra Serie A e Champions League in queste prime sei gare stagionali. L'occasione per assicurarsi i tre punti, magari senza subire reti, sembra esser ghiotta. Ghiotta come quella di Edin Dzeko.
Il centravanti è in un momento di forma smagliante e, dopo aver siglato ventidue gol in altrettante partite, sembra voler continuare questo strepitoso filotto. Magari con una rete in Champions League, competizione che l'ha visto comparire neitabellini indue delle ultime diciassette occasioni.
Lui, l'autore della rete della bandiera in quella sfortunata e maledetta sera di novembre del 2015 a Barcellona: ultimo gol in trasferta della Roma nella massima competizione. Ultimo, contenuto a causa del risultato fortemente a sfavore, urlo di gioia lontana da casa per la tifoseria romanista. L'augurio è di sentirne altre nella giornata di mercoledì, preferibilmente a firma del numero nove e senza subire reti. Anche se infondo quello che conta è noto a tutti.
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