A Milano c'è un cuore giallorosso: Shakhtar-Roma al Roma Club "Aldo Maldera"
Più di duecento tifosi giallorossi si sono riuniti per seguire la partita vicino Porta Romana, tra gioie e dolori ma sempre uniti dalla Roma
Sembra Testaccio. E invece siamo alla Birreria Spiller di Milano, a dieci minuti a piedi da Porta Romana. Il locale è grande e pieno di tifosi bardati di giallorosso. Sono più di duecento. Al muro luccicano effigi romaniste come un poster a dimensioni naturali di Totti e un "Ti amo" lungo almeno due metri. Poi sciarpe, cappelli, stendardi e cori.
Il bello dei Roma Club lontani dalla Capitale è che c'è sempre un po' di tutto. Incontri il manager d'azienda e il ragazzo che fa il cameriere seduti allo stesso tavolo e uniti dalla stessa passione. Se la Roma fa gol si abbracciano senza nemmeno conoscersi. Ieri è successo solo una volta, quando Cengiz Ünder ha illuso tutti che sì, avevamo fatto bene a gioire quando all'estrazione degli ottavi era uscito lo Shakhtar Donetsk. Ma nulla è perduto: gli amici del Roma Club Milano, ovviamente, guarderanno di nuovo la partita insieme, convinti che possiamo conquistare i quarti.
FOTO - Tutti gli scatti della serata col Roma Club Milano
«Qui si vive con la stessa ansia per la Roma che c'è nella Capitale», ci spiega Claudio Berini, presidente del Roma Club Milano intitolato ad Aldo Maldera. «Stasera siamo oltre duecento e ci siamo spostati dalla nostra sede, dove non entreremmo. È almeno la quarta volta che siamo costretti a spostarci perché siamo troppi. La cosa più bella di Milano? Il Roma Club». Gli chiediamo com'è la rivalità con Inter e Milan nel capoluogo lombardo: «Assolutamente tranquilla», risponde. La pensa ugualmente Virgilio Accetta, che si definisce un «socio ordinario che dà una mano quando ci sono gli eventi»: «A Milano da romanisti si vive bene. È bellissimo perché si può andare in giro per la città con i colori giallorossi senza problemi, prima non era così. Sulla moto e sulla macchina ho il lupetto giallorosso sulla targa, mai avuto un problema. Ovviamente nel giorno in cui gioca la Roma qui bisogna fare un po' più di attenzione».
Allo Spiller non ci sono solo romani trapiantati. C'è anche chi a Milano c'è nato, come Massimiliano Ferretti, ma da genitori romani: «La mia prima partita allo stadio è stata nel 1976, Milan-Roma. Avevo due anni. Sono abbonato in Curva Sud, faccio avanti e indietro per le partite all'Olimpico e per quasi tutte le trasferte. Molti di noi oggi sono a Charkiv, io non sono potuto andare». L'atmosfera, quando lasciamo il pub, è dimessa ma non triste. Ci sono ancora 90 minuti e c'è ancora speranza. Ma anche nella sconfitta, soprattutto quando si è lontani da Roma, c'è la consapevolezza che è sempre meglio viverla insieme che da soli.
© RIPRODUZIONE RISERVATA