Diritti-tv, spaccatura in Lega: Lotito blocca la situazione per prendere i soldi promessi da Mediapro
La Roma, con Juve, Napoli e Inter, è per la risoluzione con Mediapro. Ma il patron della Lazio prende tempo, temendo di perdere i soldi promessi dagli spagnoli
Più passa il tempo e più la questione relativa ai diritti tv diventa complicata, con la Lega di Serie A incapace di uscire dall'angolo nel quale si è cacciata. Prendiamo, per esempio, l'ultima votazione dell'assemblea: la maggioranza avrebbe voluto rescindere il contratto con Mediapro, ma è stata bloccata dalla decisione della minoranza, forte del quorum non raggiunto.
Lunedì prossimo la Lega si riunirà di nuovo. Il rischio concreto è che si arrivi nuovamente a un nulla di fatto, perché al fianco della partita economica e politica che si gioca in Lega, ce n'è anche una di carattere legale. In quest'ultimo caso, però, la Lega è solo spettatrice dello scontro in atto tra gli stessi spagnoli e Sky. Il 7 giugno, infatti, si saprà l'esito del reclamo contro l'ordinanza del Tribunale di Milano che il 9 maggio scorso aveva accolto il ricorso presentato da Sky, annullando di fatto il bando di Mediapro perché - a detta del giudice - non conforme alle norme dell'Antitrust in quanto il soggetto non agisce come intermediario indipendente ma come editore.
Aspettando i cinesi
Solo dopo la decisione sul reclamo, forse, si avranno tutti gli elementi per poter prendere una decisione definitiva. Al momento la risoluzione sembrerebbe la soluzione più logica, a fronte di un soggetto che non ha presentato la fideiussione pattuita. C'è anche da tenere presente che fra qualche settimana Mediapro conta di mettere a garanzia il patrimonio netto del gruppo dopo l'ingresso dei cinesi di Orient Hontai, versando la prima rata da 200 milioni a luglio.
Rescissione possibile
Intanto, l'ultima assemblea di Lega un risultato lo ha portato a casa, ossia la certezza che il contratto con Mediapro si può rescindere. Lo ha certificato il parere legale del consulente della Lega, professore Alberto Toffoletto, secondo cui "le difformità sono di natura, quantità e importanza tali da rimuovere qualsivoglia dubbio rispetto alla piena legittimità della risoluzione del contratto". E qui rientra in ballo l'ormai cronica spaccatura politica della Lega, con dieci club (Juve, Roma, Fiorentina, Napoli, Inter, Samp, Sassuolo, Spal, Atalanta, e Bologna) che spingono per la risoluzione del contratto, decisi a riaprire i discorsi con Sky, a sua volta pronta a "un'offerta importante".
Di contro, le altre squadre - con Lotito alla regia – che temono di perdere l'entrata economica assicurata dall'operatore spagnolo e spingono per prendere tempo e trovare una soluzione che non alteri il quadro definito nelle scorse settimane. Si spiega così il voto dell'ultima assemblea, con il Chievo che abbandona le operazioni, l'assenza della Lazio e l'astensione di Cagliari, Torino, Udinese, Milan e Genoa, che pure fino il giorno prima era schierata per la risoluzione.
Proprio ieri, a margine della 18esima tappa del Giro d'Italia, il presidente del Torino (e del gruppo Rcs) è tornato sull'argomento: «Quella dei diritti tv è una vicenda molto importante, delicata, dove dobbiamo fare le scelte giuste. Si devono fare rapidamente ma ho imparato che a volte è meglio avere un giorno in più per fare altri approfondimenti e prendere la decisione giusta. La cosa che conta di più è che si arrivi a una decisione giusta e condivisa dalla grande maggioranza delle squadre». Le trattative proseguiranno dietro le quinte ma non è chiaro come la spaccatura potrà essere ricomposta entro lunedì, quando i 17 club (i retrocessi non votano sulla materia) si rivedranno.
I due forni
A meno che non decolli improvvisamente la terza via: la risoluzione consensuale con Mediapro del contratto da 1,05 miliardi di euro all'anno per rivendere i diritti tv da intermediario indipendente. Gli spagnoli rinuncerebbero a fare causa alla Lega, che tornerebbe titolare dei diritti e aprirebbe ‘due forni', per trattare con il gruppo guidato da Jaume Roures e con Sky. I negoziati non sarebbero semplici e rapidi (gli spagnoli hanno già versato 64 milioni di euro di caparra), ma alcuni club spingono in questa direzione per uscire dallo stallo senza perdere i soldi.
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