Roma-Juventus, obiettivo 3 punti: sarà perché tifiamo
Ci sono mille ragioni per battere i bianconeri. Dalla voglia di terzo posto, al desiderio di una rivincita. Dal rifiuto ad accordi, al prestigio di sconfiggerli
Perché batterli non ha prezzo. Perché aggiungerebbe ulteriore prestigio a una stagione che ha certificato il salto di qualità della nostra Roma, è vero, ancora nessun trofeo, ma ora l'impressione è che sia soltanto questione di tempo, poco tempo. Perché la medaglia di bronzo è meravigliosa rispetto a quella di legno di un quarto posto che è sempre peggio del quinto (non sempre per la verità). Perché se il Napoli vincesse a Genova contro la Sampdoria, vorrebbe pure dire evitare di vederli festeggiare a casa nostra.
Perchè sarebbe doveroso dare ragione a Massimiliano Allegri quando disse che nella corsa scudetto, temeva la Roma più di qualunque altra avversaria. Perché noi siamo insensibili. Perché arrivare davanti alla Lazio sarà pure provinciale, ma a noi continua comunque a fare sempre piacere. Perché la mentalità giusta si costruisce nelle partite in cui ci si potrebbe pure fare l'occhietto per prendersi un punto a testa e tanti saluti alla purezza dello sport.
Perché Calciopoli noi l'abbiamo subita, loro ne sono stati protagonisti. Perché Turone, Gautieri, Aldair, il cinque ottobre, Dellas eccetera, eccetera, eccetera. Perché la sudditanza psicologia (eufemismo) tutto è meno che un'invenzione della stampa a loro non riverente e riconoscente. Perché, con tutto il rispetto, la Roma è dei tifosi, la Juventus degli Agnelli. Perché ormai è ridotto a zero il rischio che sia il Napoli a spezzare questa infinita e prepotente egemonia bianconera, eventualità, con tutto il rispetto per Sarri, che un po' di fastidio ce l'avrebbe dato considerando gli innumerevoli secondi posti degli ultimi campionati.
Perché sarebbe come già lanciare il guanto di sfida per la prossima stagione. Perché daresti una gioia profonda alla tua gente, cara Roma, battendo la squadra che per sette campionati (perché sono sette) ha egemonizzato il nostro calcio. Perché il nostro pensiero non è poi così lontano da quello di Nainggolan. Perché Cassano di sciocchezze ne ha fatte e dette tante, ma non è che avesse torto quando diceva che lassù vogliono sì campioni ma formato soldatino.
Perché noi abbiamo una sensibilità e pensieri diversi da quelli di Gigi Buffon capace di vedere un secchio della spazzatura al posto del cuore di un arbitro. Perché noi non siamo mai andati in serie B in conseguenza di una sentenza di un tribunale. Perché l'abuso di farmaci è della serie vincere non è importante ma è l'unica cosa che conta, concetto che può comprendere tutto, anche quello che non è lecito, e per come la vediamo noi diventa ancora più colpevole soprattutto sei sei già una squadra formidabile. Perché siamo diversi, orgogliosi di esserlo. Perché è stramaledettamente vero che uno scudetto vinto qui ne vale dieci dei loro.
Perché, perché, perché. Ce ne sono una marea di motivazioni per presentarsi in campo domenica sera all'Olimpico con gli stimoli necessari per battere la vecchia signora. Contro la Juventus, anche se gli interessi come in questa occasione potrebbero coincidere, non è mai stata e mai potrà essere una specie di amichevole in cui io do un punto a te tu dai un punto a me e vissero tutti felici e contenti. No, in questo caso, qui da noi non funziona così. Noi siamo la Roma, siamo diversi, indipendenti, unici, inimitabili.
Per tutte queste ragioni, domenica sera, in un Olimpico che ci auguriamo di rivedere pieno e colorato di giallorosso nonostante prezzi (per i settori popolari) che ci piacciono poco, la Roma dovrà provare a vincere, dal primo all'ultimo secondo di gioco. Non dovessero arrivare i tre punti, dovrebbe essere solo perché non siamo riusciti a farlo in campo non in conseguenza di freddi e insopportabili calcoli matematici.
Nessuno qui vuole dire che sarà facile anche se la squadra di Allegri domani sera scenderà in campo all'Olimpico contro il Milan per giocarsi la coppa Italia. No, sia chiaro, la Juventus è una squadra formidabile, sette scudetti consecutivi, possibile anche la quarta coppa Italia una dietro l'altra, due finali di Champions League negli ultimi quattro anni, Higuain, Dybala, il sensibile Buffon, Pjanic, Douglas Costa, una rosa straordinaria capace di sopportare e metabolizzare anche i tanti infortuni che ci sono stati in questa stagione che sta andando verso il tramonto con lo stesso esito delle precedenti sei.
Eccolo, se mai non fossero stati sufficienti quelli già esposti, un motivo in più per batterli. Vorrebbe dire, cioè, sconfiggere i più forti, come la Roma ha già fatto in questa stagione con Barcellona, Napoli, Chelsea, Liverpool.
Ma forse tutto questo è anche inutile ricordarlo. Perché abbiamo la certezza che Di Francesco e i suoi giocatori, se la giocheranno. Perché è nata una nuova Roma.
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