Roma-Benevento 5-2, le pagelle: Dzeko, su la testa. Strootman ci mette sempre il piede
Edin ritrova la rete con una gran zuccata, poi ricama calcio per i compagni. Gerson appare volenteroso, difesa in affanno
Benevento, ma non benissimo. A dispetto del risultato roboante, la Roma fa soffrire oltre il lecito (leggasi l'ora di gioco in cui non è stata in vantaggio). Eppure in un colpo solo torna a segnare più di un gol in una gara, a occupare la zona Champions e a rimettere a posto la classifica cittadina. Per ora, bene così.
IL MIGLIORE: 8 ÜNDER Il Fato turchino indossa la maglia numero 17, un numero importante nella storia della Roma. Quello di un Destino che capovolge la scaramanzia e diventa sinonimo di fortuna. Così come Cengiz (letteralmente "Oceano"), che prende nome e spirito da condottiero dal famoso omonimo "Khan". È nel segno del nostro Gengo che torniamo a segnare più di un gol dopo 70 giorni, a vincere in casa dopo quasi due mesi, a occupare la zona Champions spodestando gli usurpatori. È il Gran Turco tutto mancino che crea di destro, crossando a ripetizione per la testa di Edin fino a trovare l'assist vincente. Prima di concludere la serata magica con due sinistri di rara bellezza: il primo in corsa, il secondo prendendo la mira da fuori e pennellando a giro nell'angolo lontano. Mamma il turco!
6 ALISSON Per una sera l'extraterrestre torna sulla terra. Incolpevole sui gol, ma non sfodera le consuete strepitose parate che lo hanno lanciato nel firmamento dei migliori portieri in circolazione.
5,5 FLORENZI Non è la miglior serata della difesa romanista, in bambola in occasione di entrambe le reti subite. Compreso lui, in particolare sulla seconda.
5,5 MANOLAS Spesso impreciso nei disimpegni e non è una novità, svagato in marcatura e in parte lo è. Se il Benevento si permette il lusso di due gol all'Olimpico, le responsabilità sono anche sue.
6 FAZIO Il colpo di testa che rimette in equilibrio la gara, fa salire leggermente il suo credito in una serata in cui anche lui pare un po' assente. Sbaglia più di qualcosa anche in impostazione: è una notizia. Non buona.
5,5 KOLAROV Deposta la fascia di guerra da qualche tempo, il serbo si dedica alle consuete sgroppate con inconsueta approssimazione. La cosa migliore della serata è il cross dalla trequarti che Fazio trasforma nel pareggio.
6 GERSON La carenza di uomini a centrocampo lo costringe a formare un'inedita cerniera con Strootman. Come senso della posizione ci siamo, manca ancora qualcosa nella tempistica delle scelte. Ma con quel sinistro felpato non faticherà a trovarla.
6 STROOTMAN Non spicca, ma almeno ci mette sempre il piede. All'inizio - quando la manopola della partita è ferma ancora sulla voce "incubo" - anche in maniera decisiva. È pure il più ordinato in fase di costruzione.
6 PEROTTI Le consegne tattiche gli fanno abbandonare l'amata fascia sinistra per accentrarlo. Ma le cose migliori le crea quando segue l'istinto e si defila: dalla mancina arriva anche l'assist per la rete del 3-1.
6 EL SHAARAWY Più vivace del suo omologo argentino, ma ancora sotto l'influsso della precedente fase offensiva giallorossa: sotto porta crea tanto e concretizza poco, pur rendendosi pericoloso come uomo assist.
6,5 DZEKO Quando la testa è tutto. Non solo metaforicamente. Tira sei volte verso la porta avversaria, tutte di testa. Segna così la rete del vantaggio, poi esulta rabbiosamente, come se in quella palla che sembra spaccare la traversa prima di finire nel sacco ci fosse forza e sfogo insieme. Come d'incanto pare liberarsi dal peso e torna a danzare sul pallone, fornendolo a ripetizione ai compagni, conquistando un rigore e cedendolo a Defrel per farlo sbloccare, anziché incrementare il bottino personale. Cuore d'oro. Ma è sempre questione di testa.
6,5 DEFREL Dzeko gli regala la possibilità di cancellare la casella zero dal suo score e il francese non si fa pregare: rigore trasformato, proprio nella partita col maggior numero di gol della Roma. Dopo tanta panchina e altrettanto impegno (spesso a vuoto), forse qualcosa è cambiato. Glielo auguriamo.
s.v. DE ROSSI Dieci minuti per tornare a calcare l'erba dopo 40 giorni.
s.v. SCHICK In campo nel finale: bentornato.
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