Dzeko non è più solo
La riposta del bosniaco: «Con Di Francesco parlo sempre. C'è un grande gruppo. Sono felice, rimarrò a lungo»
Quaranta. Cifra tonda. Otto nella prima tribolata stagione. Ventinove da capocannoniere nella seconda. Tre in altrettante partite in questa che è appena cominciata. In settantuno presenze con quella di ieri sera contro il Verona. La media dice più di mezzo gol a partita. Volendo si potrebbero aggiungere anche le dodici reti segnate in Europa (10) e coppa Italia (2). Ammazza che pippone che è questo Dzeko. Non poteva darci risposta migliore il centravanti bosniaco. Lo ha fatto al termine di una settimana che lo ha visto al centro di una polemica che c'era, ma che troppi hanno cavalcato in malafede come ormai succede con insopportabile frequenza.
Aveva gridato la solitudine del centravanti. Di Francesco non aveva gradito. Si sono parlati e chiariti. Il risultato è che non è stato più solo. Ha visto Ünder ed El Sharaawy che come potevano cercavano lo scambio. Ha scoperto che Schick presto, molto presto, potrà essere un partner offensivo con cui divertire e divertirsi. Ha toccato con mano come quando la squadra riesce a giocare come vuole il suo allenatore, le palle gol arrivano. E lui sa come sfruttarle. Ha segnato due gol. Ha ritrovato il sorriso. Con lui tutta la Roma che aveva un disperato bisogno di riscoprire il piacere della vittoria, rilanciarsi in classifica almeno come immagine visto che l'annullamento della gara contro la Sampdoria a Marassi, la costringerà per qualche mese a dover convivere con l'asterisco al fianco del suo nome.
Un colpo di testa per sfruttare un meraviglioso cross di Florenzi. Un destro in spaccata su precisa imbeccata di Kolarov. Assist dei due esterni bassi. A conferma di come il bosniaco non è stato mai solo nei novanta minuti contro un Verona che sembra non aver capito che quest'anno sta in serie A. Il sorriso con cui Edin si è presentato ai microfoni, ha spiegato come questa vittoria possa essere davvero un nuovo inizio. Hanno provato in tutte le maniere, ci sta, a farlo tornare sulla polemica con il suo allenatore, ma ormai papà Dzeko ha capito e non è caduto nelle trappole. Rispondendo con un contagioso sorriso: «Contro il Verona l'unica cosa che contava erano i tre punti. La mia, comunque, non era una critica, anche se in generale si tende sempre a esagerare. Io con Di Francesco parlo sempre. C'è un ottimo rapporto tra noi. Noi vogliamo solo che la Roma vinca. È l'obiettivo comune di tutto il gruppo».
Se proprio c'è stata una cosa che ieri sera non ha gradito, è stata quella di non aver segnato qualche gol in più. Di occasioni ne ha avute parecchie, oltre a essere stato in certe situazioni un po' troppo altruista, non mettendo in campo quell'egoismo tipico dell'attaccante che vive per il gol: «È vero, potevamo fare diversi gol in più. Io stesso ho il rammarico di aver fallito alcune occasioni, se ci ripenso credo che se ne avessi fatti quattro non ci sarebbe stato niente da dire. Siamo stati comunque bravi. Perché non sempre qui a Roma si vince in questo tipo di partite. L'errore che si rischia di fare è quello di credere di poter battere tutti facilmente. In passato c'è capitato di farlo. L'avessimo fatto sarebbe stata dura. Invece siamo stati bravi, segnando, creando molto e non rischiando praticamente nulla. Abbiamo disputato una buone partita. Giocando con attenzione, quella che ci vuole sempre in ogni partita del campionato italiano».
Dzeko e la Roma hanno avuto le risposte che cercavano. Certo, l'avversario non era di quelli che poteva costituire un banco di prova inappellabile, ma al bosniaco e alla Roma servivano gol e risultato per ricominciare a credere in un futuro importante. I prossimi impegni Ora ci sarà la trasferta sul campo del Benevento nel primo turno infrasettimanale del campionato, poi di nuovo all'Olimpico contro l'Udinese. Due partite che potrebbero davvero mettere alle spalle un inizio di stagione complicato per la verità più dalle chiacchiere che dai fatti: «Siamo i primi a sapere che dobbiamo lavorare. Soltanto così potremo migliorare. Lo possiamo fare, perché questa èuna Roma forte. Abbiamo intenzione di dimostrarlo. Intanto sta crescendo la condizione fisica. Partita dopo partita stiamo sempre meglio. E quando le gambe girano, le cose non possono che andare meglio. Inoltre in rosa cisono tanti giocatori bravi.Contro il Verona,il nostroallenatore ha fatto la scelta di cambiare qualche giocatore, ne sono entrati diversi freschi, hanno dato risposte importanti e di questo siamo contenti. Paragoni con lo scorso anno? Io non li faccio».
La felicità del bosniaco è stata sottolineata anche quando gli è stato chiesto del suo futuro. Ha un contratto sino al trenta giugno del duemilaventi. Solo allora si esaurirà il quinquennale firmato quando la Roma riuscì ad acquistarlo dal Manchester City per quindici milioni di euro. Cifra che a pensarci bene, si sta rivelando un autentico affare. La Roma è felice di Dzeko, il bosniaco della Roma. Tanto è vero che...: «Tranquilli, io rimarrò alla Roma a lungo».
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