VIDEO - Di Francesco: "Derby partita diversa dalle altre. Nainggolan? Decidiamo tra oggi e domani"
L'allenatore giallorosso ha parlato in vista della sfida contro la Lazio: "Schick non sarà convocato. Kolarov? Grande personalità, affronterà la gara nel modo giusto"
L'allenatore della Roma Eusebio Di Francesco ha parlato in conferenza stampa in vista del derby contro la Lazio, in programma domani alle ore 18. Queste le sue parole:
Tanti derby vissuti da calciatore e da dirigente. Ora da allenatore. Come lo vivranno i tre azzurri tornati dalla delusione Mondiale?
Per di più due sono romani e romanisti per cui sentiranno ancora di più la gara. Mi auguro che per loro la sconfitta, quella che è stata la delusione mondiale, sia anche un motivo di rivalsa e spero che mettano in campo quella rabbia, quella cattiveria e orgoglio che spesso ha contraddistinto i giocatori di Roma.
Come ha ritrovato i nazionali? Come stanno Nainggolan e Schick?
Quando si torna dalle nazionali c'è sempre qualche problemino, in generale sono tornati tutti in buone condizioni. Abbiamo lavorato un po' con il gruppo intero solo ieri. Nell'insieme però sono contento. Per quanto riguarda Nainggolan tra oggi, che ci sarà un allenamento importante, e domani decideremo e deciderò se sarà a disposizione o meno per il derby. Schick invece non sarà convocato, sta facendo un percorso graduale in cui sta migliorando la situazione, lui rientrerà ad allenarsi con la squadra quando riferirà di star bene, sennò con me non si allena. Per non avere altre ricadute.
Torna il grande pubblico. Si sente di mandare un messaggio ai tifosi che andranno allo stadio?
Io penso che lo sport debba unire e non dividere. Poi che ci sia campanilismo, che mi auguro che vinca la Roma. Questo è sicuro. Pochi giorni fa mi ha colpito l'affetto che ci è stato per l'anniversario della morte di Gabriele Sandri, in cui tantissimi tifosi di tutta Italia hanno mostrato grandissima solidarietà. Per me questo è lo sport. Mi auguro che domani sia una festa dello sport, di civiltà e che vinca la Roma.
Cosa cambia dal punto di vista emotivo nell'affrontare il derby da allenatore?
Emotivo sicuramente sì perché non è una partita come le altre. Da allenatore sarà ancora più dura per me viverla dall'inizio perché da calciatore hai una grande fortuna: metti in campo tutto quello che hai, il desiderio di fare una grande gara. Da allenatore spesso dipendi più dagli altri. Emotivamente sarà un derby più difficile per me ma sicuramente sarà bellissimo e sono contento di potermela giocare. Le due squadre stanno vivendo un ottimo momento sia di classifica sia di condizione.
Che cosa deve temere la Roma della Lazio?
Beh, se ha fatto tanti punti vuol dire che sono forti e che hanno creato grandi difficoltà alle avversarie. Hanno grandi capacità, sanno ripartire nell'immediatezza non cercando tante linee di passaggio ma cercando di andare in verticale con dei giocatori, in particolare Immobile che ha una qualità impressionante nell'attaccare la profondità, anche con l'Italia, nonostante i pochi spazi, nel primo tempo è stato il giocatore più pericoloso attaccando lo spazio 3-4 volte. Di questo ne dobbiamo tenere conto. E' il più pericoloso della Lazio, l'arma in più con i suoi 14 gol fatti più gli assist. Numeri davvero importanti per un attaccante.
Kolarov è uno dei giocatori più attesi visto il suo passato. Come sta vivendo questa vigilia?
Bene, è tranquillo. Nei giorni scorsi mi sono fatto male al ginocchio e mi ha fatto una battuta: "Mister ho giocato io nella Lazio, non te". Per dire insomma che dovevo sentire meno la pressione rispetto a lui. Sicuramente sarà una partita particolare però ha grande forza e grande personalità, la affronterà nel modo giusto.
Quanto incide il risultato del derby sulle prospettive in questo campionato?
Incide, ma la tolgo dalla classifica questa partita. Mi piace viverla come una partita unica, importante, come piace sentirla ai nostri tifosi ed è giusto viverla così. Partita diversa dalle altre, che ci potrebbe dare il là per continuare il nostro percorso. Giocheremo per i tre punti. La Lazio è veramente brava a ripartire, dobbiamo stare attenti. Però non dobbiamo snaturarci.
Cosa ha Schick esattamente? Lamenta ancora dolore quando calcia?
Non lamenta dolore, è in crescita da quel punto di vista. Lui ha una fibrosi muscolare che sta sistemando. Quando si ha questa fibrosi si rischia di potersi fare male da altre parti se non si è a posto muscolarmente. D'accordo con i medici, ho cercato di portarlo al top per poi portarlo subito in campo, senza stare lì ad aspettarlo. Con la possibilità di metterlo in campo in qualche gara dopo 3-4 giorni. A volte non tutti i calciatori recuperano allo stesso modo, è una questione fisica, ma anche emotiva. Ho detto ai dottori di darmelo quando è al top e quando riferisce che sta bene. Non vogliamo ricadere in situazioni antipatiche. Si sta allenando, ha fatto anche qualcosa con il gruppo a livello fisico, non con la palla, ma sta bene. Lo voglio ad una condizione ottimale per poter entrare con noi. Dico a Roma Tv di riprenderlo così lo vedono tutti.
L'eliminazione dell'Italia dai Mondiali può incidere sul rendimento dei giocatori che domani saranno in campo? Che idea ha per riformare il calcio italiano?
La prima cosa che direi è le seconde squadre. Dire che ci sono troppi stranieri è un alibi. Bisogna lavorare meglio con i nostri giovani, per avvicinarli di più alla prima squadra dal punto di vista fisico e caratteriale è importante il processo. Non deve essere necessario il prestito per far diventare giocatori i nostri ragazzi, giocando nelle seconde squadre possono fare il salto di qualità. Il bello del calcio è che dopo grandi sconfitte nascono grandi vittorie, ti puoi subito rifare. Mi auguro per loro e ovviamente anche per me di vincere.
Con De Rossi ha parlato?
Io parlo con tutti, ma sono cose nostre. Poi lo sapete, c'è un grande dispiacere, io cerco di motivarli per la Roma. Hanno grande voglia di rifarsi.
Domani andrebbe bene anche non perdere?
Pareggiare? Non direi mai alla squadra una cosa del genere, si accontenterebbero di ogni cosa, affronterebbero la gara con meno aggressività. Non mi piace partire con una cosa del genere. Abbiamo visto cosa è successo col Napoli. Stiamo facendo insieme un certo percorso, non lo cambio nemmeno in questa partita. In partenza non chiederò mai ai miei giocatori di pareggiare. Anche a Londra abbiamo pareggiato e abbiamo detto che è stato un grande pareggio ma siamo partiti per vincere la partita e l'abbiamo dimostrato. Quando cerchi di dare una mentalità dai una mentalità in tutte le situazioni.
Nainggolan può essere al 100% oppure il derby è una partita tale in cui si può anche giocare con un giocatore all'80%?
Nainggolan può essere un giocatore importante anche all'80%. Valutazione di cui tengo conto. Credo di schierarlo pensando che sia almeno al 90% della condizione fisica. Tra oggi e domani mi auguro che dia le risposte giuste, vorrei farlo giocare.
Cosa sarebbe disposto a fare pur di vincere il derby?
Niente, non ho la possibilità fisica di farlo. Farò di tutto per vincere insieme alla squadra, dando tutto. E' una cosa doverosa per il pubblico che ci sta sostenendo alla grande. Il fatto di avere tanta gente allo stadio è un grande segnale, non vogliamo deluderli. Promesse particolari non voglio farle. Non ci ho nemmeno mai pensato.
Cosa ne pensa di Simone Inzaghi? Quale sarebbe il nome giusto per la panchina della Nazionale?
Lui è sicuramente molto più giovane di me, il mio percorso è stato totalmente differente. Gli ho fatto i complimenti per come ha saputo gestire il gruppo e l'ambiente e per come è entrato nella testa dei suoi calciatori. Abbiamo delle similitudini non tatticamente ma motivazionali e di gestione. Ha fatto qualcosa di importante in un ambiente non facile e con poca esperienza. Ho la carriera diversa e più lunga di lui essendo più vecchio. Come allenatore della Nazionale non avrei preferenze, mi auguro solo che si inizi a lavorare in un certo modo. Sono più importanti gli obiettivi, devono essere create maggiori infrastrutture, ci sono tanti allenatori bravi in Italia. E' troppo facile dire Ancelotti, mi piace, è un grande allenatore, ma non devo pubblicizzare nessuno. Poi se ti devo dire se mi piace Ancelotti... Mi piace.
Lei si sarebbe dimesso al posto di Tavecchio?
Oggi come oggi parlare della Nazionale è come sparare sulla Croce Rossa, sono molto concentrato sul derby. Ognuno è padrone del suo destino e delle sue scelte, le situazioni vanno vissute. Mi sarei potuto dimettere, ma sono curioso di sentire i programmi e cosa proporrà. Mi interessa in maniera relativa ora, ho da pensare ad altro.
Ci può essere un cambio in attacco in base alla scelta di Nainggolan o meno? Possiamo vedere Gerson?
La scelta di Nainggolan non incide sulla scelta degli altri, non cambia il tridente offensivo in base a Nainggolan. Non ci avevo dato peso però, ora devo pensarci... Ascoltare a volte serve. No però non inciderà sulla mia scelta. Assolutamente.
Lei la pensa come Ulivieri e l'Assoallenatori?
Non la penso così. Non sto dicendo questo. Sono cose che vanno affrontare nelle sedi opportune. Vanno ascoltati i programmi, bisogna vedere se veramente ci sono e se poi vengono portati avanti. Mi auguro che non diventi tutto politico, ma concreto. Che si faccia quello che si dice e che si ascoltino di più gli allenatori e le idee. Prematuro parlarne ora, ci vuole tempo. In passato avevo parlato del calcio italiano, avevo detto che eravamo indietro, tutto torna... Al di là degli uomini, più avanti magari vi dirò che potrebbe essere l'uomo giusto.
Tecnicamente chi è più forte tra Roma e Lazio?
Per me con merito tutte e due le squadre sono lì. Tutti dicono che siamo più forti tecnicamente della Lazio, ma loro negli ultimi anni hanno sbagliato pochissimo negli acquisti, nella qualità dei giovani portati a casa. Sono molto bravi a fare le scelte, hanno fatto un ottimo lavoro in questi anni. Milinkovic-Savic è un giocatore importante, così come Immobile, che aveva fatto male a Siviglia. Hanno rigenerato alcuni giocatori come Luis Alberto, è un giocatore decisivo. Oggi come oggi sono squadre che se la giocano alla pari, non c'è una favorita. Lo dicono anche i numeri.
Bruno Conti ha detto che lei ha riportato la romanità che mancava. Cosa ne pensa? La costruzione dello stile Roma a che punto è?
Lo stile Roma va costruito dall'alto, da una società che sta cercando di fare le cose come si deve. Anche nella scelta di aver portato un allenatore che ha portato un po' di romanità. Mi inorgogliscono le parole di Bruno, ma mi sento integrato in questo contesto e mi sento della Roma. Cerco di trasmettere a squadra e ambiente amore ed entusiasmo.
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