Addio a Gianfranco De Laurentiis, sorriso garbato del giornalismo in tv
Se ne è andato a 81 anni il volto gentile della televisione sportiva. Con “Eurogol” portò le prime immagini delle coppe europee nelle case degli italiani
Era meglio? Era peggio? Di sicuro il binomio televisione e sport era diverso, quando c'era Gianfranco De Laurentiis. C'era fino a ieri, quando è arrivata la triste notizia della morte del giornalista, a 81 anni. Naturalmente la sua epoca, a livello televisivo, era finita già da un po', anche se lui di epoche ne ha attraversate almeno due ed è spesso stato in anticipo sui tempi. Con "Eurogol", imperdibile rubrica di Raidue sulle coppe europee, ha mostrato per la prima volta al grande pubblico calcio internazionale con continuità. A rivederlo oggi, e ogni tanto Raisport ripropone qualche puntata con lui e Giorgio Martino, quel che si vedeva sembra poco. Ma quel poco all'epoca era tantissimo (la trasmissione iniziò nel 1977) e, come in tanti altri aspetti - materiali e non - in cui più il tempo ti mette a disposizione tutto e più cambia il valore delle cose, ciò che resta, e che quindi conta, è la sensazione.
Eurogol fu una scoperta, per le immagini dei gol. E la scuola del giornalismo televisivo di quel periodo prevedeva proprio che, siccome conta l'immagine, il giornalista si limitasse ad accompagnarla. Lui lo ha sempre fatto con eleganza, garbo e competenza. Oggi il concetto si è invertito. Siccome l'immagine la vedono tutti, il telecronista deve metterci qualcosa in più. Meglio? Peggio? Diverso. Non è questa la sede per parlarne. Questo è il momento di ricordare una figura che ha accompagnato per anni tutti gli appassionati di sport. Domenica Sprint, Gol-flash, Numero 10, La Domenica Sportiva, Dribbling, la Formula Uno e non solo. Con "La Giostra del Gol", la giornata di campionato proposta agli italiani all'estero, ha anticipato ciò che sarebbe successo anni dopo con le tv a pagamento e non solo perché la sua assistente era Ilaria D'Amico.
Era juventino, ma lo faceva vedere solo nei duetti a telecamere spente, ad esempio proprio con Giorgio Martino. Qualche anno fa fu lui a stoppare voci assurde su un possibile taroccamento della moviola dell'azione del gol di Turone. Anzi, anni dopo, quando arrivò il TeleBeam ("scoperta" ai livelli di Eurogol, per la moviola), il nuovo marchingegno fu usato proprio per ribadire, a distanza di anni, la regolarità del gol. Anche se quel giorno in diretta non c'era lui. Lo ha usato anche per smascherare una delle più grandi truffe dello sport italiano, cioè il salto truccato dell'incolpevole e inconsapevole Giovanni Evangelisti ai Mondiali di atletica di Roma 1987. Quel bronzo non valeva, lui lo dimostrò con l'aiuto di Sandro Donati e senza paura dei tentativi di bloccare la messa in onda.
È legato anche a un altro momento storico dello sport romano. Nel 1983 infatti, mentre i tifosi del Bancoroma che avevano riempito il Palaeur per la finale del campionato di basket contro il Billy Milano si erano preparati ad accogliere il consueto telecronista con lo striscione «Aldo Giordani servo dei padani», si ritrovarono in postazione lui. Conosceva il basket, era lo sport con cui aveva iniziato, lo dimostrò e annunciò lui all'Italia che il Bancoroma era campione d'Italia. Anche lì, con garbo ed eleganza. Vi sembra poco? Era tanto, quella era la sensazione che dava, quella che resterà, anche se Gianfranco De Laurentiis non c'è più.
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