Nba, i giocatori boicottano i playoff per il caso Blake
Nella notte le squadre si sono rifiutate di scendere in campo in seguto ai recenti fatti di cronaca in Wisconsin. La Lega: "Gare rinviate a data da destinarsi"
L'Nba si ferma per le proteste dopo il caso Jacob Blake. Nella tarda serata di ieri, a Orlando, in Florida, sarebbero dovute andare in scena tre partite dei playoff del campionato professionistico di basket americano, ma i giocatori hanno deciso di boicottare le gare, costringendo l'Nba a rinviare a data da destinarsi gli incontri.
Una decisione, quella dei giocatori, nata in segno di protesta dopo la sparatoria che ha visto l'afroamericano Jacob Blake rimanere paralizzato dopo esser stato colpito per sette volte dai proiettili delle forze dell'ordine di Kenosha, in Wisconsin.
Una volta che i giocatori della prima gara in programma nella notte italiana, Milwaukee Bucks-Orlando Magic, hanno deciso di non scendere in campo barricandosi negli spogliatoi, rapidamente è arrivato il sostegno dei colleghi. Pochi minuti dopo infatti, anche i giocatori degli Houston Rockets e degli Oklahoma City Thunder hanno aderito alla protesta, così come quelli dei Los Angeles Lakers e dei Portland Trail Blazers.
Di fronte a una presa di posizione tanto eclatante, l'Nba non ha tardato a emettere un comunicato ufficiale con cui ha rinviato le gare a data da destinarsi.
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