L'altra Roma: "Questi ragazzi sentono il calcio senza vederlo"
L'Asdd Roma 2000 porta i colori della città nel campionato italiano di Calcio a 5 per non vedenti. Le parole di un volontario: "Stare a contatto con loro ti cambia la vita"
Domani c'è una Roma che terminerà il campionato: è la Asdd Roma 2000, la squadra di calcio a 5 per non vedenti che rappresenta i colori della città nel campionato nazionale. La sfida contro il Liguria, che si disputerà alle 15 al campo di via Gentile (zona Cinecittà), conta poco per la classifica ma significa tanto per questi ragazzi che potranno vivere un'altra giornata di sport e aggregazione. Fino alla scorsa settimana c'era in palio la Coppa Italia ma anche qui ci ha eliminato una squadra di Firenze (l'Asd Quarto Tempo). Dietro la prima squadra però c'è un vivaio che cresce perché l'associazione permette a tanti bambini e ragazzi ipovedenti di correre e giocare a calcio come i loro coetanei.
Ad aprirci le porte di questo mondo è Stefano, un volontario dell'associazione: «Stare a contatto con questi ragazzi è un'esperienza fantastica, sentono il calcio senza vederlo». Il campo è quello classico da calcetto ma con le sponde, i calciatori sono tutti non vedenti tranne i portieri che però non possono uscire da un'area delimitata. «Ci mettono tanto impegno e fanno delle cose pazzesche, certe volteti dimentichi che sono non vedenti. C'è un ragazzo bravissimo, è il nostro piccolo Leo Messi. Per loro poi è anche un modo per socializzare e per vivere una vita normale». Il filo conduttore è la Roma e non a casa la società ne porta il nome e anche i colori sociali: «Alcuni di loro sono tifosissimi. I calciatori più gettonati sono De Rossi, Zaniolo, Florenzi e poi c'è Totti che per loro è una divinità. Grazie alla società abbiamo anche preso parte ai progetti di Roma Cares (la Onlus del club giallorosso che pone l'obiettivo di promuovere valori educativi e positivi nello sport, ndr) e siamo stati anche invitati qualche volta allo stadio. Per i ragazzi è stata una bella esperienza». Le difficoltà però non mancano, l'associazione infatti non ha ancora una struttura fissa e la conversazione con Stefano si conclude con un appello: «Ci serve tutto l'aiuto possibile, vogliamo dare la possibilità a tutti bambini non vedenti di praticare questo sport e di portare in alto il nome di Roma».
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