Serie A

Empoli-Roma: i preziosi gioielli di famiglia

Apre una prodezza di Dybala, chiude il piatto di Abraham su assist dell’argentino. In mezzo il gol di Bandinelli. Giallorossi a un punto dalla vetta

Abraham esulta dopo il gol in Empoli-Roma

Abraham esulta dopo il gol in Empoli-Roma (As Roma via Getty Images)

PUBBLICATO DA Daniele Lo Monaco
13 Settembre 2022 - 09:00

Non sbaglia mai tre partite di seguito la Roma di Mourinho, così da Empoli la squadra giallorossa è tornata con tre punti e una nuova consapevolezza, dopo aver vinto una battaglia contro una squadra rocciosa e ben allenata, l’Empoli, e aver così ripreso il quarto posto in classifica, in coabitazione con l’Udinese e a un solo punto da Napoli, Atalanta e Milan. E al prossimo turno ci saranno Roma-Atalanta e Milan-Napoli. Le firme sulla vittoria del posticipo sono d’autore: Dybala ha sbloccato il risultato con una prodezza da fuori area, Abraham l’ha definitivamente fissato, sfruttando un assist dell’argentino. In mezzo la rete di Bandinelli, a fine primo tempo. Ma la partita ha detto tanto altro, con due pali presi dall’Empoli, due dalla Roma (uno con Dybala, uno da Pellegrini sul rigore del possibile 1-3), un espulso nel nervoso finale (Akpa Akpro) e diverse occasioni da una parte e dall’altra che avrebbero potuto dare al risultato una dimensione diversa. Ma la Roma ha sicuramente meritato la vittoria e in più ha recuperato Zaniolo, in panchina ad esultare come i 4000 tifosi del Castellani.

Gli applausi se li merita anche Paolo Zanetti, alla seconda avventura in serie A e capace di costruire un gran bell’Empoli dopo aver costruito un gran bel Venezia. L’anno scorso finì male, e per la qualità e i diversi fatturati di tante società con maggiori potenzialità dell’Empoli potrebbe finir male anche stavolta, ma resta la bellezza di un lavoro che non è solo tattico, ma a che fare anche con l’intensità e il furore che i suoi ragazzi mettono in campo per ridurre e se possibile annullare le differenze tecniche. Mollasse qualche minuto, l’Empoli prenderebbe immediatamente gol e invece per bucarlo nella serata c’è voluta una straordinaria prodezza di Dybala, un sinistro a giro dei suoi dal limite dell’area dopo goffa respinta di un cross da parte di Luperto, al 17’: Paulino ha messo giù da fuori dalla mezza lunetta al limite dell’area e, appena dentro la mezza lunetta, ha colpito forte di interno rendendo vano il tuffo proteso di Vicario. E qualche minuto prima, al 7’, ancora Dybala aveva preso il palo intervenendo stavolta di rapina su un contrasto in area tra Ismajli e Abraham in seguito ad un cross morbido di Celik. È stato questo l’ottimo approccio alla partita della Roma dopo la doppia brutta figura tra Udine e Razgrad. In campo con il consueto 3412 con ancora la coppia Cristante-Matic in mezzo, con Celik e Spinazzola in buona forma stavolta sui lati e il terzetto delle meraviglie davanti con Zaniolo a scalpitare in panchina. 4312 per Zanetti, senza alcuna timore reverenziale: pressione alta e uscite senza tregua per gli interni di centrocampo sui quinti romanisti in impostazione, e grandi corse in avanti. A trequarti Pjaca, alla ricerca dell’ennesimo rilancio, davanti la ben assortita coppia Lammers-Satriano, l’olandese in prestito dall’Atalanta e l’uruguaiano in prestito dall’Inter, in mezzo il passo veloce e inesausto di Haas, Marin e Bandinelli, dietro una superabile difesa a quattro con Parisi esterno mancino di grandi prospettive. Tra il palo e il gol di Dybala c’è stato anche il tempo di vedere un ottimo schema di calcio d’angolo dei padroni di casa, con i movimenti in area a liberare il tiro del croato Pjaca su cui però il serbo Matic ha fatto buona guardia senza lasciarsi sorprendere dallo spunto. Curiosa la modalità della punizione calciata al 21’ da Marin, con tre suoi compagni a comporre una strana controbarriera avanzata (ci penserà Abraham ad alzare la traiettoria di testa). Al 23’ Satriano ha preso il tempo a Smalling, insolitamente disattento, ma ha deviato di testa alto. Intorno alla mezz’ora la Roma ha sciorinato il suo calcio migliore, rubando palla in pressioni alte finalmente convinte o arrivando alla conclusione con azioni manovrate. Al 30’ un recupero alto di Spinazzola ha raggiunto in area Dybala che di prima ha poggiato per Pellegrini che è riuscito nel tentativo di un marziano controllo di tacco, ma poi al momento di concludere di sinistro ha preso l’erba alzando una zolla intera e masticando il tiro. Al 31’ Dybala è stato autore di un prodigioso assist di tacco per Celik che ha tirato fortissimo, obbligando Vicario alla deviazione in corner in tuffo. Sul corner Cristante ha preso il tempo a tutti sul “suo” primo palo,  ma ha colpito (male) di spalla invece che (bene) di testa. E al 35’, dopo un’altra buona discesa di Celik con cross respinto, ancora Dybala ha messo giù il pallone con un tocco di velluto e ha provato ancora il sinistro a giro, stavolta sbagliando la misura di poco. E quando pareva che la Roma potesse raggiungere l’intervallo in vantaggio è arrivato a sorpresa il pareggio, con un cross da destra senza troppe pretese che però ha rimbalzato in area tra lo stupore delle coppie incatenate e raggiungendo alle loro spalle Bandinelli (senza la marcatura di Celik) che ha colpito sul rimbalzo di testa di prima prendendo in controtempo anche Rui Patricio, rimasto immobile a guardare la palla entrare.

Nel secondo tempo la Roma ha cominciato a spingere soprattutto a sinistra con Spinazzola per riprendersi il vantaggio. Già al 4’, in seguito agli sviluppi di un corner, Ibañez è svettato su tutti, ma la sua schiacciata è stata respinta da Parisi sulla linea. Subito dopo Zanetti ha tolto il giovane esterno, forse perché era l’unico ammonito in campo: dentro Cacace, e non avrà lo stesso rendimento. Notato il calo di ritmo dei suoi, ha richiamato in panchina anche Pjaca, per Bajrami, e Haas, per Akpa Akpro, ex laziale salito in Toscana per rilanciarsi. Non finirà la partita. Al 23’ ancora Spinazzola ha sfondato dalla sua parte, ma sul cross basso salvifico è stato l’intervento di Ismajli. E sul ribaltamento di fronte, con la difesa romanista sbilanciata, Akpa ha trovato Satriano in un bel taglio interno e l’ha servito, l’uruguaiano ha toccato di punta anticipando Mancini, ma la deviazione è finita a pochi centimetri dal palo. Il pericolo ha scosso la Roma e subito dopo è arrivato il gol del definitivo vantaggio: Abraham ha gestito con sapienza un pallone vagante sulla trequarti romanista e ha fatto ripartire l’azione, sullo sviluppo Celik ha servito Dybala in profondità, l’argentino è rientrato sul suo piede e ha tagliato uno splendido pallone sul secondo palo, dove lo stesso Abraham è arrivato a deviare forte in porta, con Vicario buttato nella rete con il pallone. Zanetti ha protestato a lungo per una sbracciata di Cristante in area su Satriano, poi sanguinante, ma tutte le immagini hanno chiarito che il romanista ha solo aperto il braccio cercando la coordinazione, senza alcun intento offensivo. Al 32’ un gran recupero alto di Ibañez ha favorito l’improvvisa percussione del brasiliano, stroncato da Cacace all’ingresso in area: rigore confermato dal Var ma poi sprecato da Pellegrini che ha calciato sulla traversa incrociando il suo destro. Ulteriori cambi hanno dato il volto definitivo alle squadre: dentro Belotti e Bove per Abraham e Dybala, Roma col 352 con Pellegrini alle spalle del Gallo; dentro Cambiaghi e Grassi per Lammers e Marin per l’Empoli. Poi il pirotecnico finale: prima un palo di Akpa, su liscio di petto di Bove, poi l’espulsione dell’ex laziale suggerita dal Var per una scarpata sul petto di Smalling (già ammonito, sarebbe bastato il giallo per cacciarlo), poi ancora Bove e Belotti hanno sprecato la palla del 3-1, mentre Mou inseriva per perdere tempo anche Camara e Viña, altri due volti felici a fine partita per i meritati festeggiamenti.

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