Siparietto a Open Var: Rocchi a denti stretti ammette l’errore a Monza su Baldanzi
Nella puntata speciale di domenica sera, l’analisi del designatore del girone di andata. Ma il fallo di Magnani su Ndicka a Verona è sempre “desaparecido”
E così, anche se a denti stretti, alla fine pure Rocchi lo ammette. Quello di Kyriakopoulos a Monza su Baldanzi era un pestone. Punibile. La Roma, dopo il derby, trova anche la “ragione” nella calza della Befana. Succede tutto nella notte tra il 5 e il 6 gennaio su Dazn, durante la trasmissione Open Var “edizione speciale”, perché accanto alla conduttrice Giorgia Rossi e ai commentatori Andrea Stramaccioni e Dario Marcolin l’ospite d’onore in quota Aia è Gianluca Rocchi in persona. Il designatore arbitrale è in studio per analizzare il girone d’andata dal punto di vista delle (ex) giacchette nere e il bilancio è positivo. «Siamo al 92%», spiega, di margine di errore e il «100% è impossibile». Comprensibile, ovviamente. Distesa la chiacchierata che promette l’analisi di vari episodi eclatanti del campionato fin qui disputato.
Chiarito che il Var, spesso protagonista a targhe alterne, all’interno degli episodi del protocollo può intervenire quando vuole («può fare tutto, ma chiediamo meno interventi e più decisioni giuste in campo») e che il «chiaro ed evidente errore» alla fine, trattandosi di uomini che giudicano, è più soggettivo che oggettivo (chiaro ed evidente ossimoro), si passa a esaminare un po’ di rigorini. Il caso che riguarda la Roma però è alla voce pestoni: il siparietto merita.
Si chiarisce che in Empoli-Napoli Anjorin su Politano non è “step on foot” ma un rigore deciso in campo che il Var solitamente non toglie perché c’è un tocco valutato. Niente pestone: «Abbiamo fatto un lavoro sul tema, spiegando che dev’essere una cosa chiara dove ci sarebbe tra l’altro anche l’ammonizione», spiega Rocchi. «Come nel caso di Dodò con la Lazio», irrompe Marcolin. «O Baldanzi in Monza-Roma», pareggia Strama. «Esattamente», benedice Rocchi. «Il caso Baldanzi è stato assimilato al caso Di Lorenzo, anche se potevano esserci situazioni differenti sotto alcuni punti di vista», chiosa Giorgia Rossi. Tutto chiarito, o quasi, perché dallo studio qualcuno (Stramaccioni?) vorrebbe definire ancora meglio il caso Baldanzi: «Ne abbiamo parlato, direi di andare oltre…», ribadisce la conduttrice, con tanto di gesto di approvazione di Rocchi. Dai, non lo facciamo stranire, ce l’abbiamo comunque fatta: era rigore. «Quando arbitravo mi ci voleva una settimana prima di ammettere un errore…», scherza Rocchi. Vivaddio! Chissà se anche il signor La Penna di Roma e l’allora Var Aureliano di Bologna (che i ben informati descrivono ancora convinti che non era niente) si saranno ricreduti dopo la certificazione Aia.
Finita qui? No, a questo punto arriviamo fino in fondo per capire se si analizza anche qualche gol annullato per fallo precedente, leggasi Verona-Roma del 3 novembre scorso e la gomitata di Magnani su Ndicka, mai raccontata in tv nonostante la richiesta di Dazn e le tensioni con Rocchi & C. Eppure, noi che romperemo le scatole ogni giorno finché non ci faranno ascoltare gli audio tra Var e arbitro di quella sera, ce lo aspettavamo. Specie vista la premura di Rocchi sui falli gravi che possano mettere a repentaglio la salute dei calciatori («per me è la priorità assoluta»), niente da fare. Non bastano i due minuti di soccorsi prestati all’epoca al difensore ivoriano della Roma per considerare una gomitata in pieno volto un motivo per annullare un gol. Non basta il bel clima d’inizio anno e la metà raggiunta dal campionato per considerare l’interessante spazio tv su Dazn un’occasione per chiarire per la prima volta una posizione ufficiale. Specie ora che l’Aia si è aperta – e con merito – alla trasparenza. Ma non si può avere tutto, accontentiamoci di una ragione restituita con un avverbio a mezza bocca e un gesto delle braccia. In fondo, fino a qualche anno fa la voce degli arbitri la conoscevano solo calciatori e allenatori, noi siamo più fortunati.
Nota bene: all’inizio e alla fine della trasmissione Rocchi mette nella calza di Pairetto sentiti complimenti per come ha diretto il derby. E ci accodiamo.
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