Var & eventuali

Gli arbitri e il 2024, l'anno che ha fatto sbottare anche Friedkin

Passata l’irruenza con Mourinho, sono rimasti i torti: il club “diplomatico” fino a De Rossi, con Juric il cambio di rotta. Poi Ranieri ha fatto il "pompiere"

(MANCINI)

PUBBLICATO DA Gabriele Fasan
31 Dicembre 2024 - 17:11

La Roma e gli arbitri, un argomento sempre attuale e tutt’ora irrisolto. «Se parliamo con tutte le squadre, tutti si lamentano», ha detto recentemente Ranieri, ultimo ma non ultimo a spendersi sul tema. Forse davvero mai del tutto risolvibile, vista la confusione, anche figlia della tecnologia e della spettacolarizzazione, che regna nel mondo dei direttori di gara. Il 2024 è stato un anno difficile per le (ex) giacchette nere. Anche se, paradossalmente, vista l’eredità del periodo di Mourinho (di cui, tra le altre cose, non si gradiva proprio l’irruenza verso la classe arbitrale), si è aperto e si è chiuso all’insegna della diplomazia.

In principio, dal 16 gennaio, Daniele De Rossi: moderato, comprensivo, esplosivo solo alla bisogna, ma sempre schietto. Nella passata stagione un paio di casi eclatanti che lo portano a esporsi: il gol di Acerbi in Roma-Inter, viziato da un tocco di Thuram, in fuorigioco, su Rui Patricio, ma soprattutto il ciclone Falcone su Zalewski in Lecce-Roma giocata il giorno di Pasquetta. «Il rigore è netto, non si può dire se lo fischia è rigore ma se non lo fischia non è rigore (in polemica con il match analyst di Dazn Marelli). Il regolamento è chiaro». Poi nell’avvio della seconda stagione, interrotta troppo presto per l’esonero arrivato per i risultati negativi, alcuni grossolani errori che li hanno in parte viziati: in Roma-Empoli 1-2 manca un rigore su Shomurodov, che Zufferli in campo e Aureliano al Var non vedono. Poi in Genoa-Roma, sul finale DDR finirà espulso, l’incredibile rigore su Dybala non assegnato dall’arbitro Giua (che non vede nemmeno il fallo su Pellegrini da cui scaturisce il pari dei rossoblù nel recupero del secondo tempo). Anche qui, silenzio al Var. Si ipotizza, in seguito, qualche problema di comunicazione radio. Il dado è tratto, però, e il club manda via De Rossi.

Tocca a Juric, dal 18 settembre: il croato si presenta in una veste diversa nella Capitale. Da incendiario in provincia si veste da pompiere. Ma non certo da ingenuo: rileva anche lui il disastro arbitrale di Monza, dove viene frenato un buon trend in iniziale. Pestone e calcio di Kyriakopoulos a Baldanzi. La Penna vede una cosa per un’altra (lo spiega direttamente lui ai giocatori in campo) e Aureliano in dieci secondi stacca le immagini del Var, convinto fin da subito che non ci sia niente. L’Aia porta il caso a Open Var e fa ascoltare gli audio, mentre a fine gara il ds Ghisolfi porta il suo je accuse (in francese) in tv: cambia la policy del club sugli arbitri? Non ancora.

Ci vuole la partita di Verona per toccare l’apice oltre che per l’escalation: in una gara folle anche dal punto di vista tecnico, è irregolare il gol del secondo vantaggio dei giallobù di Magnani. L’arbitro Marcenaro non vede falli, il Var non interviene: a Lissone  Pairetto e Maresca, che hanno a disposizione tutte le telecamere, richiedono immagini che non chiariscono sulla gomitata del veronese a Ndicka (che resta a terra più di due minuti). Si va avanti con la rete convalidata. L’Aia decide di non diffondere gli audio (a tutt’oggi non resi pubblici) e si alza anche un polverone con la redazione di Dazn, che aveva richiesto di parlare dell’episodio.

Una settimana dopo Juric viene esonerato dopo la sconfitta nella gara casalinga col Bologna e durante la sosta per le nazionali la Roma richiama Ranieri, al suo terzo mandato da allenatore. Un mese esatto dopo i fatti di Verona e con il tecnico testaccino già in sella, i Friedkin decidono per bocca di Florent Ghisolfi di cambiare strategia sugli arbitraggi. Il ds parla al Corriere dello Sport di un dossier di sette episodi arbitrali - nei quali per altro si sottolinea come il Var sia stato silente davanti a fatti oggettivi - che hanno condizionato la stagione della Roma. Addirittura il dirigente francese riparla (fuori tempo massimo) di Budapest. Ranieri, però, dopo pochi giorni in conferenza stampa “normalizza” e rigetta acqua sul fuoco un po’ a sorpresa. Il 2025 chiarirà meglio la strategia, con la certezza che i romanisti sono stanchi, oltre le beffe del campo, di parlare e sentir parlare di arbitraggi.

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