Var & eventuali

Arbitri, la proprietà della Roma cambia rotta: meglio tardi che mai

In Italia lamentarsi di solito paga: i Friedkin alzano la voce con l'intervista di Ghisolfi al "Corriere dello sport" dopo i numerosi episodi di questa stagione

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Gabriele Fasan
02 Dicembre 2024 - 09:13

Meglio tardi che mai, un detto per tutte le stagioni. E molto adatto a quella in corso, che ha visto la Roma danneggiata a più riprese da decisioni arbitrali piuttosto sui generis. Almeno quanto le “spiegazioni” che i difendenti (della categoria) hanno provato a dare. Quando hanno provato, perché, per esempio, ancora stiamo aspettando di ascoltare l’audio della gomitata di Magnani a Ndicka, ignorata sul secondo gol del Verona nella gara del 3 novembre scorso.

Per questo, meglio tardi che mai, ci sentiamo di applaudire il cambio di rotta della proprietà giallorossa sul tema arbitrale. I Friedkin, colpiti come tifosi nell’orgoglio, oltre che come proprietari nel portafoglio, hanno scelto la voce del ds Ghisolfi per “lamentarsi” con un’intervista in prima pagina sull’edizione nazionale del Corriere dello Sport. Tolto il passaggio francamente fuori tempo massimo su Budapest, è da apprezzare che chi sbaglia abbia l’umiltà (e pure la convenienza, d’immagine e politica) di ravvedersi e cambiare strategia.

Questo giornale si occupa da sempre del tema arbitrale, nella sua storia ha contribuito a scoperchiare sistemi ben più grossi di lui. Ha recentemente beccato anche una querela temeraria dal signor Aureliano dopo la contestata direzione del Roma-Atalanta citato da Ghisolfi (che, come il discorso su Budapest, riabilita Mourinho). E proprio sull’Open Var mancato di Verona conduce da un mese una sua battaglia. La nostra. Il calcio italiano non è il mondo ideale: lì non sarebbe necessario far ascoltare al pubblico gli audio dei “giudici” di gara. Né sarebbe necessario sbraitare in tv, dopo il primo torto stagionale subito, per ottenere il dovuto. Il calcio italiano però non è il mondo ideale e allora ben venga alzare la voce (e ora sarà rispetto o rappresaglia?). Dopo «sette episodi», dice Ghisolfi. Meglio tardi che mai.

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