Aia, Trentalange si candida alla presidenza: «Autonomia e formazione alla base»
In vista delle elezioni del 14 dicembre in cui sfiderà Zappi, l'ex fischietto internazionale presenta la squadra: dal settore giovanile al fundraising
Alfredo Trentalange, candidato alla Presidenza dell’Aia, si è presentato alla stampa questa mattina insieme ai 9 candidati al Comitato Nazionale e alla presenza della vice presidente vicario Katia Senesi (nella foto in basso di Eleonora Russo). L’ex arbitro internazionale, torna dopo il mandato del 2021 con nuove proposte ed è pronto per le elezioni che si terranno il 14 dicembre 2024. «Ho grande stima di Zappi», ha detto sul candidato avversario, sostenuto dall’attuale presidente Carlo Pacifici e da Daniele Orsato. Un progetto ambizioso che ha come fulcro l’autonomia dell’Associazione, «assolutamente rimanendo all’interno della FIGC», ha ribadito per respingere qualche scetticismo che non ha tardato ad arrivare, per gestire ulteriori risorse provenienti anche da partner esterni. «Ma perché dovrei essere finanziato? Per l’esperienza, certo, ma soprattutto per una credibilità pratica», ha affermato Trentalange. Il progetto, infatti, è stato sviluppato insieme alla Harpalis, società di consulenza di professionisti con background diversi (dal mondo della giurisdizione, dell’economia e della finanza), che ha lavorato sulla fattibilità del progetto e che si fa garante di sinergie significative volte a generare valore.
Il programma di Trentalange, molto articolato e solo accennato nell’incontro di presentazione, punta su un’autonomia economica finanziaria e politica e si basa sull’organizzazione e la formazione. Perché l’intento del candidato presidente è dare all’Aia un’immagine più distesa e meno chiusa: «Meno parole e più fatti, a partire dalla base. Il nostro è un movimento fatto di incontri tra persone che iniziano da ragazzi, dai 14 anni, e che crescono come persone». Che si traduce in impegno sociale, anche con il progetto di Academy: «Non ci sono solo gli arbitri di Serie A. C’è un settore giovanile e arrivare nella massima serie è impresa di pochi. Noi siamo in “missione sociale” perché movimentiamo sogni e ambizioni di intere famiglie, gestiamo ragazzi che sono sotto pressione già da giovani e si assumono la responsabilità di prendere decisioni. Per questo svilupperemo intese con le istituzioni e introdurremo nuove figure di garanzia per contrastare la violenza. Quanto offriamo alle nostre Sezioni gioverà a tutto il movimento». Nell’intento di Trentalange, poi, esce fortificata anche la comunicazione con, affianco all’ufficio stampa, l’implementazione di un vero e proprio hub di contenuti.
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