Verona-Roma, la serata è horror anche per Marcenaro e compagni
L'arbitraggio ha lasciato parecchi dubbi: il secondo gol dei padroni di casa di Magnani è irregolare. Ma anche il Var Pairetto non ha fatto una piega
La Roma in piena barca a Verona, ancora una volta esce con le ossa rotte dal punto di vista arbitrale. Ma contrariamente a quanto si può immaginare in una rubrica sugli episodi che una volta avremmo definito da moviola, non andremo dritti sul fattaccio. Partiamo dall’espulsione di Livramento, che spiega la prestazione di Marcenaro e dei varisti Pairetto e Maresca. Ci perdonino gli altri tre collaboratori inviati al Bentegodi dall’Aia se, per brevità, non li citiamo. Al 95’, dunque, in pieno recupero, l’olandese del Verona entra a tenaglia sulle caviglie di Paredes e il direttore di gara genovese estrae subito il cartellino rosso per il gialloblù. Interpretazione. Ovviamente restrittiva, severissima. Se ne vedono, magari se ne dovrebbero vedere meno di interventi così pericolosi e fuori tempo, ma su alcuni si utilizza il provvedimento più leggero. Sono i cosiddetti falli da arancione. Un rosso così, però, al 5’ di un recupero che non si è giocato (e sono stati concessi 30 secondi suppletivi), risulta inutile e plateale. Specialmente se si rileggono gli eventi decisivi, scusate DECISIVI, della gara.
Ed eccoci qui: la premessa è la speranza che la memoria del signor Marcenaro, già definito da Mourinho, diavolo per l’Aia, prim’ancora che arbitrasse la Roma per la prima volta, «emotivamente instabile», non sia andata all’episodio chiave della gara, né tanto meno a Lecce-Roma della scorsa stagione o allo stesso Special One.
Ma ecco cosa succede al 33’, in occasione del secondo gol del Verona: sul calcio d’angolo di Duda, Magnani - autore del gol - salta sbracciando e colpendo con una gomitata in pieno volto Ndicka. Alle sue spalle c’è un blocco a Svilar di Kastanos. Kastanos si disinteressa del pallone e si occupa soltanto di impedire a Svilar di potersi coordinare e prendere il pallone (toccandolo, anche). Già qui ci sono tutti gli elementi per far intervenire il Var e controllare l’azione, perché la posizione del cipriota è sicuramente impattante.
Insomma due irregolarità da «chiaro ed evidente errore», il cosiddetto “la” che fa scattare la review. Sempre che il Var, in questo caso il duo Pairetto-Maresca, deputato a questo, se ne accorga. Per sfortuna della Roma non se ne sono accorti. Rapportare l’annullamento del gol di Dany Mota in Monza-Milan e quanto accaduto al Bentegodi e chiedere uniformità è esercizio vano, trito e ritrito. Il numero uno degli arbitri Rocchi ha recentemente fatto perno sulla soggettività nell’arbitraggio, la accettiamo. Inutile invece soffermarsi sull’oggettività. La curiosità che resta è se a Rocchi il signor Marcenaro, che nel primo tempo ha concesso 2 minuti di recupero nonostante l’infortunio di Ndicka per la gomitata abbia portato via 4 minuti e 2 secondi, sarà sembrato «emotivamente stabile» nell’arbitrare a Verona la squadra giallorossa.
Si saranno accorti di aver sbagliato? Immaginiamo che il match analyst Salzarulo, che collaborò con Mou e che è rientrato a Roma dopo qualche mese per lavorare con Juric, sia stato eloquente, visto che, imitando il “maestro” portoghese, ha cercato di mostrare subito agli arbitri le immagini dal tablet in campo. Infatti è stato espulso. Dopo Monza rattopparono. E ora? Lo sapremo nelle prossime puntate, visto che a Open Var - anche se a Dazn avrebbero «tanto voluto» - se ne sono ben guardati di far sentire l’audio “incriminato”. Ne hanno parlato però con Marelli, che già in diretta aveva dato la sua sentenza. Era da annullare. Non per Parolo (Parolo, Parolo...), però, lui ormai è un habitué e non se ne capisce il perché.
© RIPRODUZIONE RISERVATA