Te la ricordi quella? Napoli-Roma 2-2 e il nostro purgatorio
Nel pomeriggio, Ranieri sfida Conte. Il 10 giugno 2001 l'inferno a Fuorigrotta, le mani di Totti, quelle di Antonioli e i verdetti soltanto rimandati
Prosegue la rubrica "Te la ricordi quella?". Prima di ogni partita di campionato della Roma, ripeschiamo un precedente storico per risultato, momento, contesto o romanismo. Oggi torniamo indietro al 10 giugno del 2001, con Napoli-Roma 2-2.
Il viaggio di Dante, in una settimana. Il 10 giugno del 2001, a Napoli la Roma di Fabio Capello si presenta per chiudere, con una giornata di anticipo, il campionato e cucirsi sul petto il terzo Scudetto della sua storia. Due settimane prima, in casa, il pallonetto di Montella aveva pareggiato i conti col Milan, avvicinando sensibilmente il sogno, grazie anche e soprattutto all'eroe inatteso Dalmat che, nel recupero di Inter-Lazio giocata a Bari, aveva calciato talmente forte da far tremare l'Olimpico. A 180 minuti dalla fine della stagione, la Roma è prima a 4 punti di distanza dalla Juventus e a +5 dalla Lazio. Al San Paolo, quindi, può arrivare già la matematica certezza del Tricolore.
Per questo, dalla Capitale, parte un esodo giallorosso, che inonda Fuorigrotta. Chi non trova il biglietto per il settore ospiti lo compra per quelli, sulla carta, dedicati ai tifosi partenopei. Nel frattempo, in città, sono stati allestiti i maxi-schermi per seguire, in una piazza San Giovanni piena e romanista, la partita. Tutto a Roma profuma di festa, ci sono trombette e migliaia di bandiere, pronte ad esplodere per una gioia attesa 18 anni. Un clima in netta contrapposizione con quanto, in contemporanea, accade dalle parti di Napoli. Prima, durante e dopo la gara, la tensione è altissima, con scontri tra le due tifoserie e le forze dell'ordine, con un bilancio finale che parla di 84 feriti, danni per centinaia di milioni di lire, 6 persone arrestate e svariate decine di automobili date alle fiamme (nel parcheggio del settore ospiti, la media è di una macchina bruciata ogni due). L'inferno.
Sul campo, non dovrebbe esserci partita, visto che l'avversario di turno è il Napoli di Mondonico, in piena zona retrocessione. Già dalle prime battute però, si capisce che l'esito non è così scontato. Dopo una buona occasione per Delvecchio, la Roma fatica a incidere e il trio difensivo formato da Zebina, Samuel e Zago appare meno compatto del solito. Edmundo va vicinissimo al vantaggio, trovato poi al 37' da Amoruso che, pescato da Jankulovski, anticipa con la punta sia Samuel che l'uscita di Antonioli, per l'uno a zero partenopeo. Il gol sveglia la capolista, a cui bastano 5 minuti per pareggiare i conti. Angolo da sinistra battuto da Totti, Mancini accenna soltanto l'uscita e viene punito da Batistuta, al 19° gol in campionato. Al rientro dagli spogliatoi, la Roma spinge. Passano 7' e Totti si mette in proprio: cross dalla destra di Cafu, il Capitano la mette giù col petto, forse con una mano, forse con entrambe, e lascia partire un destro secco a incrociare. 1-2. Francesco urla, e va verso i 10.000 romanisti presenti al San Paolo, togliendosi la maglietta. Inutili, almeno sul momento, le proteste dei calciatori del Napoli agli indirizzi di Treossi. Manca poco più di mezz'ora e la Roma è campione d'Italia. Capello allora si chiude, toglie Delvecchio e mette Zanetti, il Napoli prende coraggio. A 8 minuti dalla fine, lancio lungo per Moriero, Samuel lo anticipa togliendogli il pallone, ma Treossi fischia fallo. Punizione al limite, Pecchia calcia, la barriera si apre e Antonioli se la fa sfuggire in porta. 2-2. Capello a quel punto manda in campo Montella, che lo manda a sua volta da qualche parte non meglio specificata, dopo la sedicesima panchina stagionale. Vincenzo ha sul mancino il gol Scudetto, ma spara addosso a Mancini e finisce così, in parità. Nessun verdetto, Scudetto e retrocessione rimandati di una settimana. Inizia il purgatorio.
Piazza San Giovanni si svuota, le bandiere vanno lasciate nei ripostigli ancora per una settimana, ma la festa si farà e sarà bellissima, durerà un'intera estate. La domenica successiva, all'Olimpico contro il Parma arriverà un 3 a 1 netto a decretare la Roma campione d'Italia, di 17 giugno 2001, a 50 anni esatti dall'unica retrocessione in Serie B della nostra storia (Roma-Milan 2-1, del 17 giugno 1951). Il Napoli vince a Firenze, ma non si salva dalla B. Doveva andare così. Il paradiso.
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