Pastore fa già il trequartista, ma nessuno se n'è accorto
Le posizioni medie tenute contro il Torino svelano l’inconsistenza del dibattito sull’argentino, che domenica ha corso più di tutti gli altri in campo
Non lo dite a nessuno, ma il problema mezzala/trequartista relativo al miglior impiego di Pastore è già stato risolto. Perché la Roma gioca col 433 eppure Pastore fa il trequartista. Sembra un calembour, ma è la semplice osservazione delle posizioni medie che la Roma ha tenuto nel primo tempo della prima partita ufficiale della stagione. Guardare per credere.
Come si può notare, nel piuttosto alto baricentro tenuto dalla Roma col Toro, Manolas e Fazio sono stati gli ultimi baluardi difensivi, sulla linea di mezzo si sono ritrovati spesso Florenzi, Strootman (mancino che gioca nel centrodestra), De Rossi e Kolarov, poi c'è stato Pastore che ha stazionato nella zona di Dzeko e due esterni offensivi, Ünder a destra e El Shaarawy a sinistra. La posizione media di Pastore è stata persino più avanzata nel secondo tempo, ma non l'abbiamo presa in considerazione perché per un quarto d'ora (dal 15', quando Cristante ha preso il posto di El Shaarawy, al 30' quando ha lasciato spazio a Schick) è stato spostato attaccante esterno di sinistra e quindi inevitabilmente la posizione media si è ulteriormente spostata. Ma nel primo tempo Pastore in fase di possesso palla è andato spesso tra le linee a svolgere esattamente il ruolo che conosce meglio: quello di trequartista più o meno centrale.
Il problema è che l'ha fatto male. O meglio: è uscito sconfitto in molti duelli da mezzala (quando in fase di non possesso ha cercato di essere utile soprattutto come filtro a metà campo, ma ha vinto un solo duello su dieci), ha perso 13 palloni e addirittura subito 6 dribbling (su 12 totali della squadra), ma quel che è più grave ha difettato soprattutto nell'abilità che gli viene maggiormente riconosciuta, la qualità tecnica. Non si spiegano facilmente infatti quegli 8 passaggi negativi (solo Ünder ha fatto peggio), né le due occasioni mancate. E se è scusabile quella sbagliata nel primo tempo (quando sull'iniziativa di Florenzi ha tirato di prima intenzione, ma Izzo è stato bravissimo a respingere), quella nel secondo da uno come lui non ce la si aspetta.
Ma l'idea di Di Francesco è comunque quella di puntare su di lui come titolarissimo di una squadra che quest'anno avrà presumibilmente assai poche certezze. Una potrebbe essere Olsen, in difesa probabilmente Manolas difficilmente sarà tenuto fuori, così come ad oggi è difficile immaginare una Roma senza Dzeko. L'allenatore giallorosso è affascinato dall'idea di avere da metà campo in su solo giocatori di grandissime capacità tecniche per aumentare il relativo tasso di qualità della squadra e per aumentare il numero dei gol realizzati, in virtù di una produzione offensiva che già nello scorso campionato i numeri hanno mostrato essere all'altezza delle altre big. La vera domanda, quindi, non è se è giusto che Pastore giochi mezzala, perché di fatto è già un trequartista che si sacrifica in copertura (ma non se n'è ancora accorto nessuno), ma se la Roma è in grado di reggere in fase di non possesso tre punte più Pastore. Delle sue non comuni capacità aerobiche, in ogni caso, aveva parlato lui stesso nell'intervista concessa ad inizio del mese al Romanista. E alla Roma hanno anche un dato che conforta questa teoria: sapete qual è il giocatore che ha corso più di tutti quelli che sono stati in campo dal 1' al 75' minuto di gioco? Esatto: Javier Pastore. Ecco perché Di Francesco sa di poter vincere la scommessa. E sarebbe la fortuna della Roma.
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