TatticaMente

L'analisi di Roma-Genoa: se i giallorossi riescono a difendere bene

Cinque clean sheet nelle ultime sette gare: è solo un caso? L'altra faccia della medaglia è che si calcia meno in porta. Ma ne vale la pena

PUBBLICATO DA Daniele Lo Monaco
09 Marzo 2021 - 10:26

Pur lasciando una minima percentuale di probabilità al fatto che le più recenti statistiche sulla Roma e la sua fase difensiva possano magari presto essere archiviate nel capiente faldone delle casualità calcistiche, a noi l'inversione di tendenza sembra in ogni caso piuttosto evidente. Piano piano Fonseca sta sistemando le mancanze della sua squadra a livello tattico quando viene attaccata dalle altre squadre. Il dato delle ultime sette partite ci sembra significativo: Pau Lopez ne è uscito indenne ben cinque volte, due gol li ha presi con il Milan (uno su rigore, l'altro è stato un suo regalo), uno a Firenze, un autogol davvero sfortunato. Zero gol subiti con Udinese, Benevento, Genoa e due volte col Braga, per un turno di Europa League reso persino banale dall'impeccabile comportamento della squadra soprattutto in fase di non possesso, a dispetto di un avversario che invece nel suo campionato sta facendo così bene da meritare il terzo posto subito dopo il Porto e sopra il Benfica.

E se nel numero dei gol subiti in generale i conti ancora non tornano (in campionato sono 35, esclusi ovviamente i tre a tavolino col Verona, valgono l'ottava miglior difesa d'Italia), la classifica è molto migliore se invece mettiamo in fila gli Expected gol concessi, dove la Roma è invece la quarta miglior difesa. Se poi volessimo valutare solo i tiri subiti (considerando le medie per partita per allineare i dati con le squadre che devono ancora recuperare una gara), la Roma è addirittura la seconda miglior difesa, dietro solo l'Atalanta, peraltro per un'inezia: 8,8 i tiri per partita subiti dall'Atalanta, 9 quelli subiti dalla Roma. Poi vengono Inter (9,8) e Napoli (10,2). Che cosa significano tutti questi dati? Che quello che si è raccontato sul fatto che la Roma fosse una squadra troppo esposta agli attacchi avversari è (stato) vero in alcune partite ma non vale in assoluto. E in ogni caso da un po' di tempo in qua le cose sembrano decisamente migliorate.

Più difendo meno attacco

Questa miglior copertura difensiva è in ogni caso strettamente connessa all'inevitabile contrazione delle occasioni offensive. Contro la Juventus, l'Udinese, nelle due volte con il Braga, e poi con il Benevento, il Milan, la Fiorentina e anche con il Genoa la squadra giallorossa ha indubbiamente ridotto la portata e il numero delle sue penetrazioni offensive, guadagnandone in equilibrio. È un po' una coperta corta: dovunque la tiri, ti scopri dalla parte opposta. Ma se in nome di questo equilibrio la Roma riuscisse davvero a vincere comunque le partite contro le squadre tecnicamente inferiori e a giocarsi i punti fino alla fine con quelle di pari livello o superiori, forse tutti i tifosi ci metterebbero la firma. L'importante, direbbe Fonseca, è l'identità della squadra. Sulla strategia evidentemente l'allenatore portoghese sta facendo importanti riflessioni. E chissà come affronterà nel doppio confronto la sua ex squadra. La Roma in una settimana si giocherà il passaggio ai quarti di Europa League con lo Shakhtar, una formazione che abbiamo visto impegnata in Champions League nel girone dell'Inter difendere bene in alcune partite (con i nerazzurri e con il Real Madrid, battuto due volte) e sbracare completamente in altre (ad esempio con il Borussia Moenchengladbach). Ma la difesa è sempre molto alta e fare gol, per una squadra tatticamente matura come la Roma, non dovrebbe essere un'impresa, soprattutto a Kiev al ritorno. In mezzo capiterà il Parma di D'Aversa, vicinissimo domenica a vincere la sua prima partita contro la Fiorentina, prima della disillusione del pareggio all'ultimo secondo su maldestro autogol di Iacoponi. Sarà un'altra sfida contro una squadra che aspetterà la Roma bassa per colpirla in contropiede… Ma forse Fonseca la lezione l'ha imparata e adesso non si scopre più.

Nessun gol in contropiede

C'è poi anche un altro fattore che ci sembra interessante. Secondo i dati del portale whoscored.com, la Roma con il Milan è l'unica squadra che non ha ancora subito un goal in contropiede. Niente male per una squadra che è considerata fragile nelle transizioni avversarie tanto che molti allenatori quando la affrontano pensano che basti difendere bassi e ripartire per poterla sorprendere. Aveva ragione invece Fonseca a dire che i gol presi nella transizione negativa sono quasi tutti figli di errori individuali o di concetti di reparto poco assimilati in riferimento al margine di rischio che ci si può prendere nello sviluppo di una giocata. In ogni caso, il 66% dei gol subiti dalla Roma in campionato nascono su sviluppi di azione, il 14% da calcio piazzato l'11% su calcio di rigore e il 9% su autogol. Questi ultimi sono davvero troppi: 3, in serie A nessuno ha fatto peggio.

Pellegrini, quanti assist

La fioritura di luoghi comuni, del resto, nel calcio è dura ad appassire. Quante volte, ad esempio, abbiamo sentito dire che nella Roma Lorenzo Pellegrini non sappia battere i calci piazzati, le cosiddette palle inattive? Ecco, è vero esattamente il contrario: con Lorenzo le palle diventano attivissime, e a beneficiarne sono sempre i suoi compagni di squadra. Domenica una piattaforma statistica, kickest.it, ha svelato che con il calcio d'angolo sfruttato da Mancini, contando dalla stagione 2017-18, Pellegrini ha prodotto ben 9 assist su calcio da fermo: solo De Paul, Calhanoglu e Verdi ne hanno fatto un in più.

Nelle grafiche accanto abbiamo peraltro mostrato i tre calci d'angolo battuti da Pellegrini nei primi 20 minuti della partita di domenica: tre parabole uguali, perfettamente calibrate, finite sempre sulla testa dei suoi compagni di squadra, a loro volta bravi a smarcarsi secondo esercitazioni evidentemente ricorrenti. Con quello di domenica sono dunque sei gli assist totali di Lorenzo Pellegrini in questo campionato, più quello a Perez in Europa League. Dei sei in campionato, tre derivano da calcio piazzato. Se ci aggiungiamo i quattro goal segnati, e anche quello in Coppa Italia sia pur nella sfortunatissima serata con lo Spezia (dove aveva mostrato di essere il più lucido anche nella questione delle sei sostituzioni), fanno già un discreto bottino. Vuol dire che Lorenzo è entrato direttamente nella confezione di 12 goal stagionali della Roma. Dunque se ha un punto forte è proprio nel calibro dei passaggi per i suoi compagni: il contrario di quello che si dice di lui. E visto l'infortunio di Veretout è assai probabile che Fonseca insista con lui per giocare anche qualche metro più basso. Del resto dove lo metti sta. E fa sempre la sua figura.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

CONSIGLIATI