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L'analisi tattica di Roma-Cagliari: ecco perché la squadra ha giocato "bene"

Oltre la Massa, se un telecommento distorce la realtà e non solo sull’arbitro: domenica contro i sardi la vittoria sarebbe stata assolutamente meritata

PUBBLICATO DA Daniele Lo Monaco
08 Ottobre 2019 - 11:48

In una partita piena di episodi da rivedere e spiegare come quella di domenica soprattutto in funzione degli orrori arbitrali, si rischia di far passare in secondo piano l'aspetto tecnico-tattico e, secondo alcune interpretazioni suffragate dai curiosi commenti della cronaca televisiva, il Cagliari non avrebbe sofferto più di tanto la Roma e così il pareggio sarebbe stato il risultato più giusto, a prescindere dai misfatti del direttore di gara. Niente di più falso e visto che in questa rubrica possiamo permetterci il lusso di non considerare le malefatte di Massa (che trovano ampio spazio nelle altre pagine) abbiamo provato a rianalizzare l'incontro con l'aiuto ovviamente delle statistiche fornite da Wyscout.

I numeri sono chiari

Il primo dato che balza agli occhi è che la Roma ha concesso al Cagliari più o meno la metà delle già poco significative azioni offensive lasciate al derelitto Lecce sette giorni prima. Verificare per credere: 36 azioni offensive costruì la squadra di Liverani, arrivando 10 volte alla conclusione, 20 ne ha messe insieme quella di Maran, tirando 3 volte. Il posizionamento offensivo (sarebbe a dire qualsiasi azione offensiva, per esempio non da calcio piazzato, che non viene considerata tra i contropiede) domenica è stato concretizzato 12 volte (furono 22 al Via del Mare), i tiri dei salentini furono 13 e domenica sono stati 7 (appena 2 nello specchio).

È o non è questo un merito per una squadra che all'inizio della stagione veniva considerata troppo aperta alle ripartenze avversarie? Senza pensare che tolta l'invenzione di Massa da cui è nata l'azione del rigore, il Cagliari poi è stato pericoloso in una sola occasione per tutto il resto della partita, al 49' del primo tempo. Così si spiega anche lo scarto piuttosto contenuto degli expected goal (1,73 a 1,20): il picco massimo per il Cagliari si è raggiunto col rigore, mentre ad esempio l'occasione del gol di Kalinic poi annullata in quel conteggio non viene neanche considerata.

Ma i numeri dell'evidente gestione romanista sono riportati nella tabella qui a fianco: 20 tiri a 7 (7 a 2 in porta), 13 dall'area a 3, 16 contro 26 metri di distanza media di tiro, 7 angoli a 1, 58 azioni offensive a 20, possesso palla 66 a 34, 74 possessi portati di là contro 37. E le pressioni offensive? Inesistenti per il Cagliari, come testimonia il dato dei passaggi concessi per azione difensiva: 28,7 alla Roma, 4,9 al Cagliari. Segno che Maran è venuto solo per difendersi e ripartire, ma la seconda parte del piano non gli è proprio riuscita e non fosse stato per Massa sarebbe uscito dall'Olimpico con una sonora sconfitta.

La percezione televisiva

È stato già affrontato il tema della diversa percezione di una stessa partita che viene assorbita dal grande pubblico (i milioni che la vedono in tv) rispetto a chi va allo stadio (sono stati 34385) in base a ciò che viene detto durante la trasmissione televisiva della partita, ma è stato detto soprattutto in riferimento al tema arbitrale. Ma c'è anche una questione tecnica perché per tutto il primo tempo della sfida ad esempio, con la Roma costantemente proiettata in avanti e il Cagliari chiuso nella sua metà campo e privo di qualsiasi velleità offensiva, chissà perché i cronisti di Sky riferivano di "una squadra ben disposta in campo che sa sempre cosa fare e non disdegna di attaccare" e un'altra che "fa girare la palla troppo lentamente e non riesce mai a trovare gli spazi per attaccare".

1 La difficile scelta che devono fare i terzini sulle azioni offensive esterne avversarie: abbassarsi di reparto o marcare individualmente? Ogni allenatore sceglie la sua strategia, in questo caso quella di Luca Pellegrini si rivela sbagliata: sull'azione da cui nasce l'autogol di Ceppitelli dell'1-1, l'ex romanista marca Zaniolo mentre Rog decide (in ritardo) di provare ad assorbire lo scatto di Kluivert 2 Sulla perfetta verticale di Spinazzola però, i due romanisti prendono il tempo ai loro marcatori3 E infatti si presentano in due all'appuntamento mentre i due cagliaritani (cerchio verde) arrancano dietro e Pisacane perde la posizione centrale per chiudere il buco. Così in mezzo Dzeko può sfilare alle spalle di Ceppitelli 4 E infatti il centrale destro di Maran sente l'avversario alle spalle e nel tentativo di evitare il gol devia alle spalle di Olsen. Cacciatore era andato invece a chiudere su Antonucci nella zona del dischetto

Ma il paradosso è che il primo riferimento era al Cagliari e il secondo alla Roma e non il contrario. Questa percezione ha portato il pubblico televisivo a convincersi che la Roma stesse giocando male e l'1-1 di fine primo tempo suffragasse il buon comportamento del Cagliari. Per carità, la strategia tattica di Maran è stata sicuramente apprezzabile e persino vincente, visto che ha portato un punto, ma perché soffermarsi così tanto sui pregi di una squadra che si è difesa per 100 minuti e sui difetti di un'altra che nello stesso periodo ha provato solo ad attaccare? Questioni di visioni calcistiche "italiche" che faticheremo sempre a comprendere.

Dominio totale

Nel secondo tempo poi il dominio è stato totale, con sette palle-gol costruite senza che mai il Cagliari sia riuscito ad affacciarsi pericolosamente dalle parti di Pau Lopez, praticamente inoperoso per tutto il tempo, nonostante i riferimenti della coppia De Rosa-Morace che ogni volta che il Cagliari riprendeva la palla (poche volte, ma è capitato: succede che una squadra non abbia il 100% del possesso palla...) sostenevano la pericolosità delle ripartenze studiate evidentemente da Maran. Boh. Intanto Fonseca cercava diverse formule offensive, con Zaniolo che nel primo tempo stazionava nel centrosinistra del fronte d'attacco e poi veniva spostato dopo l'ingresso di Antonucci nel centro destra, all'interno di Kluivert, mentre Kolarov faceva ormai costantemente l'ala sinistra, con Antonucci prima e Kalinic poi vicini a Dzeko, fino al 325 finale che pure non ha mai prestato il fianco a transizioni negative realmente pericolose.

Al di là dei numeri contenuti degli xg, le azioni pericolose costruite al 2' con la conclusione di Zaniolo (tiro strozzato, e deviato in corner da Olsen), all'8' ancora con Zaniolo (fuori di poco), all'11' da Antonucci (stop e destro fuori misura dal cuore dell'area), al 28' ancora con Zaniolo con deviazione di Cacciatore (e parata di piede di Olsen), al 32' col colpo di spalla di Cristante su punizione di Kolarov (con palla a sfilare lunga sul secondo palo), al 38' ancora con Zaniolo in caduta (con ennesimo gran riflesso di Olsen), al 40' da Dzeko col colpo di testa che gli è costato la frattura (alto), con l'azione più volte raccontata col gol di Kalinic poi annullato e infine, al 10' di recupero, con l'altro colpo di testa di Kalinic alto di pochissimo, stanno lì a testimonianza di un dominio che nessun commentatore onesto può discutere.

E la difesa funziona

Certo, a guardare il pelo nell'uovo si può sostenere ad esempio che Fonseca non osservi bene che cosa può offrire la Primavera alla prima squadra: nel giorno in cui restano liberi quattro dei dodici posti in panchina (uno dei quali occupato da Pastore che non è stato però neanche mai mandato a scaldarsi) sarebbe stato opportuno avere qualche ricambio in più. Ma la crescita di questa Roma a noi sembra costante gara dopo gara. E tornerà utile anche la buona organizzazione difensiva mostrata con la sapiente interpretazione di Smalling e Mancini, due che giocheranno molte partite in futuro.

5 Un problema simile a quello del Cagliari sul gol della Roma è poi capitato a parti invertite al 49' del primo tempo, con Cacciatore in conduzione e Kolarov che lascia la linea per marcare Nandez 6L'uruguaiano però con un efficace contromovimento lascia sul posto il terzino serbo che si fa attrarre dal pallone, calciato da Cacciatore verso Joao Pedro. Smalling è bravo a mollare la marcatura del brasiliano per seguire Nandez 7Il cagliaritano però è bravo a puntare dritto l'area in orizzontale saltando il difensore inglese e evitando il recupero, un po' lento, di Kolarov 8A quel punto Mancini lo fronteggia mentre alle sua spalle Spinazzola fa la scelta giusta andando a chiudere Simeone che riceve il suggerimento del compagno e cerca subito la conclusione che il terzino romanista devierà oltre la traversa: l'argentino avrebbe potuto anche servire Nainggolan che nel frattempo si era liberato alle spalle di Spinazzola

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