Perugia-Roma, l'analisi tattica: pregi e difetti della squadra di Fonseca
L'ultima amichevole in quattro foto: da notare l’abilità nel gioco aereo la squadra corta per il pressing altissimo e l’impostazione dal basso con sei attaccanti in linea
Spiegare la Roma di Fonseca con quattro foto: non è facile, ma ci si può provare. Difficile è individuare il confine tra il bene e il male. A volte sono facce della stessa medaglia, soprattutto quando si chiede maggior coraggio a una squadra già abituata a giocare votata all'attacco. Così da Di Francesco a Fonseca la sensazione è che la Roma sarà ancora più aperta, offensiva e aggressiva e aumenteranno così i rischi di un'esposizione alle immediate transizioni avversarie con almeno due occasioni a partita per gli altri con gli uomini liberati soli davanti al portiere. Ovviamente Fonseca lavorerà per evitare tutto questo e ridurre al minimo i rischi delle imbarcate. Ma la situazione al momento è quella fotografata nella gara di Perugia. Che qui vogliamo raccontare in quattro diapositive.
Mancini che bomber
Cominciando dalla prima che poi è l'ultima foto della serata del Curi: il gol del definitivo 3-1 realizzato da Mancini. Come si vede nella foto pubblicata qui sotto, il Perugia sui calci d'angolo va a marcare quasi completamente a uomo. E in questo caso basta una facile manovra di smarcamento (quelle più sofisticate prevedono blocchi "leciti" a liberare il miglior saltatore), come quella compiuta da Mancini stesso da solo per liberarsi del suo avversario, per presentarsi a saltare a un metro dal portiere in comodissima solitudine. E se la Roma potrà sempre sfruttare in attacco le doti dei suoi saltatori (persi De Rossi e Manolas, può sempre contare su Cristante, Fazio e Dzeko, a dire il vero più bravo a difendere di testa sui calci d'angolo contro che ad attaccare su quelli a favore; e ora appunto s'è aggiunto pure Mancini) va sottolineato come in difesa Fonseca per ora abbia schierato sempre i suoi giocatori rigorosamente a zona proprio per sfruttare le singole abilità e non temere le controffensive avversarie. Ma si può stare sicuri che puntuali al primo gol preso torneranno a farsi sentire quelli che sostengono che non si debba mai marcare a zona.
Squadra corta, pressing alto
Come si vede invece dalla foto più alta qui a destra, il tecnico portoghese vuole una difesa altissima sull'impostazione avversaria, per tenere una squadra molto corta a sostenere le pressioni più profonde possibili. Nell'immagine pubblicata, si vede chiaramente come sul giro palla avversario (l'abbrivio è dalla destra alla sinistra dell'azione dei rossi del Perugia), tutta la squadra romanista (in bianco) debba rapidamente cambiar lato proprio per andare ad attaccare tutti gli avversari e impedir loro di impostare la manovra correttamente. Fonseca chiede anche immediata riaggressione appena si perde palla: è un lavoro dispendioso se non coordinato, ma quando la squadra si sa muovere compatta, in realtà si corre meno perché si tiene maggiormente il pallone.
3 e 4 - Il 2-2-6 in impostazione
Come si vede bene dalle ultime due immagini, in possesso palla Fonseca vuole una squadra già tatticamente orientata verso l'attacco più profondo. Così con palla al portiere, i due centrali si "aprono" per la ricezione, i due registi si "abbassano" per offrire nuovi punti di riferimento e i terzini salgono altissimi affiancandosi agli attaccanti a formare una linea a 6 molto offensiva. Per facilitare meglio la visione dell'immagine, abbiamo cerchiato di rosso i 4 difensori, di bianco i due registi, di giallo gli attaccanti esterni (molto accentrati) e di blu gli attaccanti centrali. Nell'ultima foto i 6 uomini offensivi perfettamente allineati con palla scaricata da Spinazzola verso Pellegrini: anche Florenzi dalla parte opposta resta altissimo. Bello, ma i rischi se si sbaglia qualcosa e se il palleggio è lento sono evidenti.
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