L'analisi di Roma-Eintracht Francoforte: 12 passaggi in 35 secondi. In casa si fa spettacolo
L’incredibile costanza di rendimento ad alti livelli all’Olimpico. Sistemi alternativi, proposta continua, giocatori in forma: e ora arriva il Napoli
Ancora una volta, dunque, Ranieri ha pattinato nei due tempi della partita passando da un sistema di gioco a un altro, alternando la difesa a 3 a una difesa a 4 e per un po’ anche a 3 e mezzo, senza che sostanzialmente la manovra della Roma ne abbia risentito, né in fase di possesso palla, né quando la palla l’hanno tenuta agli avversari. Le statistiche non consentono dubbi: la Roma ha battuto la terza forza della Bundesliga con pieno merito, segnando più reti, calciando di più in porta, tenendo il pallone di più quando contava (primo tempo 53%) e costruendo meglio. Significativa la rete del vantaggio, arrivata in capo ad un’azione a cui hanno partecipato 9 giocatori su 11 (esenti i soli Dovbyk e Saelemaekers, preziosi però nei loro movimenti a portar via) e sviluppata dal basso con un paio di accelerazioni decisive, prima di Koné per portare il pallone d’imperio da destra a sinistra e poi di Pellegrini per spingerlo all’improvviso in verticale. In totale sono stati 12 passaggi in 35 secondi, da Hummels verso Svilar fino al tiro al volo di Angeliño, quinto di sinistra servito dal terzo di destra in percussione, Mancini, con un cross nello specifico alla Saelemaekers. Ancora una volta, quindi, la Roma in casa produce spettacolo con il pubblico a soffiare sulle vele della produzione offensiva più di quanto non si riesca a costruire nel laboratorio di Trigoria e a riprodurre poi fuori casa.
Ranieri ha cambiato la Roma
È un fatto, comunque, che il destino della Roma sia cambiato da quando è arrivato Ranieri: se si escludono dal conteggio le prime tre partite, quelle con Napoli, Tottenham e Atalanta, tre impegni proibitivi in cui ha comunque rimediato un punto molto importante a Londra, nelle successive 12 gare sono arrivate otto vittorie, due pareggi e due sole sconfitte, una col Como e una in Olanda. Logico, guardare adesso al futuro con maggior serenità, dopo aver conservato un posto in Europa che non si poteva considerare affatto scontato e alla vigilia di un doppio confronto tra campionato e Coppa Italia che potrebbe far fare un ulteriore balzo in avanti alla squadra giallorossa. Preziosa anche dal punto di vista psicologico, l’opera del tecnico di Testaccio. Se sembrano ormai chiare le gerarchie che hanno portato all’individuazione di un undici base da considerare titolarissimo - quello con Mancini, Hummels e Ndicka davanti a Svilar, con Saelemaekers e Angeliño sulle fasce, Koné e Paredes nel mezzo, Pellegrini e Dybala alle spalle di Dovbyk - è altrettanto innegabile che a poco a poco molti altri pezzi pregiati della rosa stiano dando il loro contributo, dal neo arrivato Rensch a Pisilli, dal recuperato Cristante a Soulé, da El Shaarawy a Shomurodov, talmente convincente nelle ultime performance da aver convinto Ranieri a rinunciare alle complicate trattative con altri club e di fatto riducendo ulteriormente il mercato della Roma. Servirà un centrale, certo: tre giocatori per l’utilizzo così frequente della difesa a tre sono ovviamente pochi e le caratteristiche della squadra giallorossa individuali sembrano tali per cui diventa anche complicato ipotizzare un passaggio definitivo e strutturale alla difesa a quattro. Domani ci sarà un bel banco di prova con il Napoli dell’amico Conte, di cui Ranieri, ha gran stima come testimoniato dalle frasi lasciate ai posteri dal tecnico di Testaccio: «Conte al posto mio?», si chiese quando la precedente esperienza sulla panchina della Roma volgeva al termine: «Lo vado a prendere io all’aeroporto!». E ancora: «Quando Conte prende una squadra, la porta al primo o se va male al secondo posto». Se non si fosse legato così al Napoli, potrebbe essere proprio il tecnico salentino l’ideale continuatore del lavoro prezioso che sta svolgendo Ranieri sulla panchina della Roma. Invece bisognerà accontentarsi di vederlo sulla panchina ospite dell’Olimpico, domani sera.
I possibili cambi contro il Napoli
Tatticamente sarà un confronto interessante, le scelte di Ranieri, più che dalle convinzioni strategiche saranno dettate dal grado di tenuta dei giocatori utilizzati contro i tedeschi. Indubbiamente, il tecnico un pensiero alla sfida di domani deve averlo fatto durante la partita, quando ha tolto Saelemaekers e Paredes e poi anche Dovbyk con il risultato ancora fermo sull’1-0, per poi rinunciare a Dybala e a Pellegrini solo a 10 minuti dalla fine. Dal punto di vista tattico immaginare una Roma sia con Paulo sia con Lorenzo e con l’ucraino al centro dell’attacco potrebbe essere un rischio. Non ci stupiremmo, dunque, se Pisilli sostituisse uno dei due per dare maggior consistenza al reparto di centrocampo, dove la fisicità di Anguissa e McTominay deve essere contenuta.In questo senso un altro cambio potrebbe essere rappresentato dall’inserimento di Cristante al posto di Paredes, al netto delle considerazioni di mercato che sull’argentino si stanno facendo un po’ fosche. In difesa invece non c’è alternativa. Ai tre centrali saranno chiesti degli straordinari mentre Mancini salterà sicuramente la trasferta di Milano in Coppa Italia per squalifica. Sulle fasce Angeliño gode di un periodo di splendida forma, mentre Rensch potrebbe insidiare Saelemaekers.
A Bergamo bravi e fortunati...
Dal punto di vista più strettamente tattico la curiosità più grande riguarda proprio l’atteggiamento che Ranieri chiederà agli esterni, se in pratica tenerli bassi, e allineati con i centrali per aiutare nel contenimento di Neres o Politano, o di alzarli sui terzini avversari, Di Lorenzo e Spinazzola, in un 352 che non chiederebbe troppi sforzi di contenimento a Dovbyk e (se gioca) Dybala e che farebbe naturalmente accoppiare mediani con mediani e l’altro trequartista, magari Pisilli, sul play, Lobotka. Tutto al netto, ovviamente, delle eventuali invenzioni di Conte. Di sicuro il Napoli giocherà una partita molto aggressiva, in linea con le sue caratteristiche. Neanche due settimane fa, nella sfida della consacrazione vinta a Bergamo, contro il 3412 dell’Atalanta (schieramento dunque simile a quello che presenterà la Roma) i tre attaccanti erano in pressione alta sui tre difensori, i terzini salivano sui quinti, Lobotka prendeva il trequarti e i mediani stavano sui mediani avversari. La forza del Napoli in quella gara è stata quella di mantenere alto il livello agonistico per tutta la partita, anche quando l’Atalanta ha costretto gli azzurri a difendersi. E poi hanno vinto sfruttando meglio gli episodi, come il colpo di testa di Lukaku al 78’ che è saltato approfittando di un clamoroso scivolone di Scalvini. Bravi e un po’ fortunati, insomma. Vediamo un po’ che succcederà domani all’Olimpico.
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