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Ranieri ricomincia da 3, con Hummels più Saelemaekers

Mats leader della difesa con Mancini e Ndicka. Alexis ha dato imprevedibilità all’attacco, Paredes ha sistemato lì nel mezzo

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Daniele Lo Monaco
09 Dicembre 2024 - 06:00
 
 
 
 
 
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Dunque è probabile che per Ranieri l’assetto più o meno definitivo della Roma - ora che Hermoso  è tornato a disposizione e anche Cristante dovrebbe rientrare a breve - sia con tre difensori, quattro centrocampisti, e tre elementi più offensivi tra trequartisti e punte, vere o finte a seconda delle circostanze. Ci sembra assai probabile, quindi, che anche nella fondamentale sfida di Europa League con i portoghesi del Braga, giovedì sarà confermato lo stesso schieramento tattico. È insomma questo l’assetto che oggi dà più garanzie al tecnico, sia per l’affidabilità dei giocatori, sia per la generale solidità che traspare dalla squadra.

Contro il Lecce è arrivata finalmente la prima, convincente vittoria della gestione Ranieri, solo il primo passo verso un futuro tutto da scrivere. I numeri pubblicati qui a fianco testimoniano di un successo mai in discussione, anche se il vantaggio poi non più colmato si è formato solo allo scadere dell’ora di gioco. Tra le particolarità della serata, l’inserimento di Abdulhamid al posto di Celik, l’attacco senza punti di riferimento vista l’assenza di Dovbyk, gli impulsi elettrici garantiti dall’impiego nell’ultima mezz’ora di Pisilli, le conferme su alti livelli di Hummels, Paredes e Koné e, non da ultimo, l’ostracismo nei confronti di Pellegrini presentato, almeno pubblicamente, come una cautela di natura psicologica nei confronti del capitano. Ognuno di questi temi meriterebbe un approfondimento specifico, ci limiteremo nell’analisi ad alcune considerazioni. 

Comanda Paredes

La prima riguarda Paredes, uno dei giocatori tenuti in naftalina da Juric e rilanciato invece da Ranieri con grande decisione in quella che poteva sembrare la partita tatticamente più complicata di tutte, quella di Londra con il Tottenham. Leandro ha risposto invece alla grande nella notte inglese per ripetersi con l’Atalanta per trovare poi definitiva consacrazione negli spazi generosamente concessi dalla disordinata partita del Lecce (che comunque, sette giorni prima, aveva fermato la Juventus). L’argentino si sta prendendo tutte le responsabilità possibili, almeno della fase di impostazione, facilitato nel compito dal dinamismo garantito al suo fianco da Koné, altro elemento ormai imprescindibile del centrocampo giallorosso. Sembra anche assistito da una condizione fisica invidiabile e così anche il suo contributo nella fase di non possesso diventa decisivo. Un paio di scivolate difensive alla Nainggolan hanno esaltato l’Olimpico, quasi di più dei geniali assist confezionati tra cui una speciale citazione merita la verticalizzazione ad inizio ripresa per Saelemaekers che avrebbe potuto portare al due a uno qualche minuto prima del gol di Mancini. E quando i tre difensori in impostazione non riescono a trovare il varco giusto per cominciare la manovra pulita arriva super Leandro a risolvere il problema. Il prossimo passo potrebbe essere quello di rinunciare a un difensore per avere un centrocampista/trequartista in più nella fase di possesso, ma al momento evidentemente Ranieri si sente più sicuro così. 

La personalità di Pisilli

L’altra P che funziona è quella di Pisilli, il centrocampista box to box che negli intendimenti di Ranieri può servire agli atti di “guerriglia” delle veloci transizioni romaniste, ma anche a rinforzare gli argini di fronte alle iniziative avversarie. Che in panchina ci sia De Rossi, Juric o Ranieri per Niccolò non fa alcuna differenza, lui allarga il sorriso, stringe i denti e corre dove c’è da tamponare e dove c’è da rilanciare. Se alla fine non fosse stato decisivo nel successo, lo si sarebbe potuto rimproverare per il mancato assist a Dybala due minuti prima del gol del vantaggio di Mancini ma alla fine anche quell’episodio diventa sintomatico dello spessore caratteriale ormai acquisito dal ragazzino. 

Hummels decide il sistema

E se Nicolò è la sorpresa più fresca, la conferma più matura è invece Hummels, il gigante tedesco della difesa che Juric non aveva neanche mai preso in considerazione. Nonostante il gap dinamico che ancora sulle progressioni sembra pagare, Mats si è già impossessato delle chiavi della difesa relegando a sinistra ad un ruolo di minore responsabilità Ndicka e cercando l’appoggio robusto di Mancini nel centrodestra. L’argine regge e Ranieri su questo sembra avere intenzione di erigere la sua squadra vincente. Il sistema deciso dagli uomini, insomma. E ora che è stato recuperato Hermoso, Ranieri potrà permettersi anche qualche rotazione senza dover necessariamente rivedere le convinzioni tattiche. Conforta anche la presenza offensiva di Saelemaekers, l’elemento dirompente che avrebbe dovuto garantire ritmo e imprevedibilità all’attacco sognato da De Rossi e che sta sbocciando invece tre mesi dopo, dopo aver recuperato dall’infortunio che lo tolse di mezzo nell’infausta serata di Genova. Ci si può rammaricare per i due gol sbagliati, ma se si considera quello segnato è indubbiamente molto positivo il fatto che per tre volte il belga si sia trovato in condizione di battere a rete da solo davanti al portiere: segno che i tempi dello smarcamento sono già perfetti, i gol in serie A arriveranno. E quando Dobvyc tornerà al centro dell’attacco, potrà comporre proprio con Dybala una gran coppia di trequarti, in attesa che si compia il destino di Pellegrini.

Il dominio contro il Lecce

Della partita nello specifico non c’è poi molto da dire: a prescindere dal sistema di gioco, Ranieri ha avuto vita facile soprattutto grazie all’atteggiamento remissivo del Lecce di Giampaolo, un po’ in controtendenza con quello che del tecnico di Bellinzona si sapeva prima del suo ultimo ritorno in Serie A. Cinque i difensori schierati, tre centrocampisti e due punte, almeno nel primo tempo. Nella ripresa ha tolto una punta che stava facendo bene, Rebic, per inserire due trequartisti larghissimi, Oudin e il Tete Morente, a comporre una sorta di 343 che di fatto ha ulteriormente ridotto l’impatto sull’incontro della squadra, poi dal 20’ è passato alla difesa a quattro, ma appena un minuto dopo Pisilli ha realizzato il gol del 3-1 e sostanzialmente la partita è finita lì. Ma la Roma la sua partita l’ha fatta lungo tutto il corso dei 55 minuti di tempo effettivo giocati: 23 tiri totali (a 3), 9 in porta (a 1), 17 addirittura da dentro l’area (a 2), 8 corner (a 1), 118 passaggi sulla trequarti riusciti e 60% di possesso palla testimoniano un’attitudine al dominio che per questa stagione è un po’ una novità. La ripartenza che Roma aspettava.

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