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Tutto facile con l’Udinese, quali pressioni col Bilbao?

Baricentro alto e marcature a tutto campo: Juric convince ma contro la difesa a 4 bisognerà trovare l’accorgimento giusto per Dybala

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Daniele Lo Monaco
24 Settembre 2024 - 07:31

Statisticamente la partita con l’Udinese è stata la più bella e la più produttiva sin qui giocate dalla Roma. Ma nonostante il risultato rotondo e il totale controllo esercitato dalla Roma in ogni momento della gara non è stata la partita in cui i giallorossi hanno prodotto di più sotto il profilo offensivo. Contro il Genoa e contro l’Empoli (un punto in due partite, le stesse che hanno di fatto sancito l’incredibile esonero di De Rossi), la Roma aveva prodotto occasioni di qualità superiore, come testimonia il dato migliore degli Expected goal. Nessuno qui, ovviamente, vuole raccontare una verità parziale: va detto che nelle due già citate sfide il dato delle occasioni concesse agli avversari è stato nettamente superiore, a testimonianza di una mancanza di equilibrio tattico che poi è stata la base di alcune incertezze che hanno inquinato le teorie di De Rossi. Il quale però, sapendo di avere una prospettiva lunga garantita dal contratto triennale appena firmato, deve aver pensato di potersi permettere qualche sperimentazione in più senza l’assillo di dover imporre ad ogni costo un sistema di gioco prevalente, anche in virtù della campagna acquisti che si è chiusa solo i primi giorni di settembre. 

I primi concetti semplici

Juric da questo punto di vista ha il compito più facile: crede in un solo sistema di gioco con la difesa a 3, con 4 centrocampisti e 3 elementi più offensivi, magari diversamente distribuiti. E in una sola filosofia: la pressione sugli avversari uomo contro uomo, con accoppiamenti prestabiliti in fase di studio degli avversari e semmai qualche leggera variazione in corso d’opera, aggiustamenti che lascia in qualche caso anche alla libera interpretazione dei suoi giocatori a seconda delle zone e della posizione della palla. Non avendo tempo da perdere, il giorno del suo arrivo Juric deve aver semplicemente collocato ogni giocatore della rosa a sua disposizione nella casella del ruolo corrispondente e si è poi dedicato alla somministrazione dei suoi principi con tanto lavoro sul campo e una corposa parte teorica. Risultato? La Roma ha interpretato senza troppe incertezze il suo spartito, vista anche la relativa semplicità dei concetti da assorbire: «Prenditi quell’uomo e stai in pressione su di lui dovunque vada», tranne quando ovviamente la gestione del momento, della gara, del risultato può anche non prevedere questo impegno, che dal punto di vista atletico resta piuttosto significativo. Ecco perché Juric ha più volte sottolineato nelle due conferenze stampa tenute - una prima e una dopo la gara - di aver trovato in ottime condizioni sia fisiche sia atletiche i ragazzi, apprezzandone persino la variazione d’umore a seconda del grado di dispiacere per l’allontanamento del loro allenatore/amico. Con una buona preparazione atletica il compito di chi gioca per Gasperini o per Juric è già facilitato. Al resto pensano i tecnici provvedendo a spiegare magari quei 2-3 meccanismi che potrebbero consentire alla squadra di non andare in difficoltà o di ritrovarsi, attraverso qualche opportuna rotazione degli avversari, a dover subire contropiedi praticamente due contro zero (il portiere non si conta mai in questi), come è successo ad esempio nell’occasione poi sventata da Svilar sulla conclusione di Thauvin. 

Le coppie con l’Udinese

Questi sono stati gli accoppiamenti in marcatura che si sono determinati in campo sin dai primi minuti di gioco: Mancini-Brenner, Ndicka-Lucca, Angeliño-Thauvin, Celik-Kamara, Cristante-Ekkelenkamp, Pisilli-Karlstrom, El Shaarawy-Ezibuhe, Dybala-Kristensen, Dovbyk-Bijol, Pellegrini-Kabasele. Nel primo tempo l’atteggiamento timido dei giocatori di Runjac, peraltro molto imprecisi nelle poche rifiniture, ha funzionato da booster nelle menti inizialmente confuse dei giallorossi, facilitando loro ulteriormente il compito che li attendeva. Ad Angeliño è capitato il compito più complicato a causa del peregrinare di Thauvin, Ndicka ha bullizzato Lucca senza mai correre troppo e Mancini ha azzannato Brenner. In mezzo al campo le coppie si sono formate naturalmente mentre le corse in pressione di Dybala e Pellegrini sui loro riferimenti sono state di bassa intensità per la stanzialità degli avversari. Viene da pensare che Runjaic non abbia studiato benissimo le abitudini tattiche di Juric: nessuna delle contromosse che solitamente si praticano contro le squadre gasperiniane sono state adottate, tipo le corse in diagonale per favorire gli smarcamenti, i passaggi in verticale di prima per favorire appoggi e scarichi o magari l rotazioni di ruolo o addirittura di reparto (come recentemente ha fatto l’Inter contro l’Atalanta con chiarissimi risultati). 

Di chi si occuperà Dybala?

Questo ha favorito il dominio della Roma e il possesso palla pressoché inesausto nella metà campo bianconera e il vantaggio arrivato presto ha rinforzato in maniera significativa la convinzione dei giocatori. Quando poi ad inizio ripresa c’è stato il raddoppio su rigore, la missione è stata considerata quasi compiuta. Lì è arrivato quel rilassamento che ha consentito all’Udinese di riconquistare porzioni di campo così generosamente concesse nel primo tempo, le azioni offensive sono aumentate fino a quella già descritta prima, che ha fatto arrabbiare parecchio Juric per la prima volta nella sua nuova esperienza. Ma Svilar non si è fatto battere e la frustata ha scosso i giocatori in campo. I cambi hanno sostenuto la squadra sia nella parte centrale del secondo tempo sia nello sforzo finale e il resto è stata una naturale conseguenza. Ovviamente il comportamento della squadra e l’adattamento alla nuova filosofia andranno testate nuovamente, e ci sarà presto l’occasione. Giovedì toccherà all’Athletic Bilbao (che gioca con il 4231 secondo le direttive di Valverde), domenica al Venezia di Di Francesco, schierato domenica con il 352 (con il quale ha ottenuto la prima vittoria battendo nettamente il Genoa). Con i baschi, in particolare, bisognerà valutare come Juric ordinerà gli accoppiamenti non potendo far fare corse difensive a Dybala di 60 metri, e considerando dunque che l’argentino con Dovbyk si occuperà dei due centrali di difesa, mentre l’altra mezza punta dovrà inevitabilmente rincorrere un terzino (Pellegrini, o chi giocherà nel suo ruolo), e questo porterebbe Celik ad alzarsi sul terzino sinistro del Bilbao e di conseguenza El Shaarawy a doversi sacrificare sull’esterno alto di destra degli spagnoli. Era il dilemma che si portava dietro sempre De Rossi. Vedremo come lo risolverà Juric.

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