Roma-Empoli, l'analisi tattica: la miglior difesa è Ranieri
Tutte le differenze. Che cosa è cambiato da Di Francesco: intanto l’equilibrio in non possesso. La rivoluzione in sei mosse, dal sistema allo sviluppo
Non può essere un caso se mettendo in fila il numero dei tiri incassati e il dato degli Expected Goals, che in questi casi è sempre il riferimento più attendibile, viene fuori che tra tutte le partite stagionali quella giocata lunedì sera con Ranieri in panchina è stata quella in cui gli avversari hanno avuto le minori possibilità di far gol in assoluto: appena 5 i tiri scoccati dall'Empoli verso la porta e un dato di 0,27 gol attesi, a fronte di una produzione offensiva della Roma di 10 tiri e un dato di 0,96 di gol attesi. Dunque, il risultato più giusto della partita avrebbe dovuto essere 1-0, che un po' è il risultato ideale di uno come Claudio Ranieri. Obiettivo centrato, dunque, e al primo colpo. Ma vediamo in (praticamente) un solo allenamento e grazie a qualche chiacchiera ben calibrata che cosa Ranieri è riuscito a cambiare della Roma di Di Francesco. Se poi, in assoluto, si riveleranno cambi azzeccati o meno lo diranno le prossime undici partite. Intanto queste sono le principali differenze.
1: il sistema di gioco
Ha incuriosito - anche Ranieri - la rivelazione di El Shaarawy a fine partita ai microfoni di Sky: «Non è stato facile per noi adattarci ad un modulo così diverso e inedito». In realtà, la Roma ha giocato con il 4231 che è anche il sistema di gioco che Di Francesco ha maggiormente utilizzato in questa stagione: ben 22 volte su 36 partite. A che cosa si riferiva il Faraone? Abbiamo provato a chiederlo anche all'allenatore in conferenza stampa, ma ci ha scherzato su: «Mi sorprende, glielo chiederò». Probabilmente Stephan si riferiva soprattutto all'applicazione difensiva dello stesso sistema, effettivamente molto diverso rispetto a ciò che eravamo abituati a vedere nelle gare di Di Francesco. Perché per tutta la partita la Roma si è difesa secondo il classico 442, con i due attaccanti allineati e i due esterni alti pronti a ripiegare fino ai quindi di centrocampo schierati da Iachini. Intanto più cautela, dunque. Vediamo le altre differenze.
2: mai passaggi a Olsen
Un'attenzione particolare che hanno osservato i difensori romanisti è stata quella di evitare i retropassaggi al portiere. Al di là del contenuto numero dei palloni giocati dallo svedese (28, con il Genoa, una partita vinta a fatica contro una squadra in lotta per non retrocedere, per esempio furono 47) è parsa evidente la ritrosia a cedere il pallone dei difensori al portiere. Del resto Ranieri lo aveva detto: inutile insistere troppo con l'ossessiva ricerca dell'impostazione dal basso, nel dubbio meglio lanciare.
3: il portiere rinvia lungo
E se proprio il portiere viene sollecitato, oppure è chiamato a rinviare dal fondo, è preferibile lanciare subito oltre la metà campo piuttosto che andare a mettere in difficoltà un compagno che dovrà impostare l'azione magari con la pressione dell'attaccante avversario addosso. Col Genoa Olsen rinviò con le mani 13 volte, con l'Empoli meno della metà, 5.
4: i terzini bloccati
Nello sviluppo di gioco, i terzini della Roma assai raramente si sono buttati in avanti a seguire l'azione come facevano di solito Florenzi (o Karsdorp) e, soprattutto, Kolarov, nella Roma di Di Francesco. Florenzi si è proposto sicuramente di più di quanto non abbia fatto Santon (vedi riquadro palloni toccati), ma sarà interessante vedere quando rientrerà il terzino serbo se resterà anche lui bloccato o asseconderà la sua naturale propensione ad attaccare con continuità.
5: linea difensiva più bassa
Nei fotogrammi in basso abbiamo mostrato due immagini della linea di difesa giallorossa contro l'Empoli (e quindi con l'impostazione di Ranieri) e contro il Sassuolo (con Di Francesco), sostanzialmente posizionate nella stessa zona di campo (appena dietro il cerchio di centrocampo): ma nel primo caso il portatore avversario è a 30 metri, nel secondo appena a 20. Una differenza sostanziale che si è vista chiaramente anche nel corso della partita, nelle sue diverse fasi e nelle diverse altezze della posizione del pallone.
6: nessuna pressione alta
Infine, è sembrato evidente come gli attaccanti della Roma abbiano evitato di alzare troppo le pressioni fino alla prima impostazione dell'Empoli anche se va detto che la Roma è stata in vantaggio per gran parte della partita e quindi non ce n'è mai stata una vera e propria necessità. Di sicuro, Di Francesco amava pressare alto anche con la Roma in vantaggio, con Ranieri lo vedremo poche volte, forse mai.
Simili i calci piazzati
Non si sono viste sostanziali novità, invece, nei calci piazzati a favore o contro. In marcatura anche Ranieri si è messo a zona sulle punizioni laterali o i calci d'angolo. E probabilmente continuerà così. Negli angoli a favore, battuti tutti da Florenzi, andavano in cinque a saltare, due difensori restavano dietro e due attaccanti fuori area. Come con Di Francesco.
© RIPRODUZIONE RISERVATA