Roma-Monza: quel curioso caso del possesso palla
Anche i lombardi sono venuti allo Stadio Olimpico a palleggiare e sono stati infilati. Mou sembra contrariato, ma la sua Roma è solidissima
Se tre indizi facevano una prova, il quarto diventa cassazione: la Roma si ritrova prima in classifica dopo quattro giornate pur avendo lasciato il controllo maggiore del possesso palla a tutte e quattro le avversarie che ha incontrato fino ad ora. Contro il Monza questa curiosa attitudine è stata conclamata da alcuni picchi davvero inusuali. Basti pensare che il possesso palla del primo quarto d’ora è stato controllato per il 72% del tempo dal Monza.
Le percentuali si sono riequilibrate dopo il vantaggio romanista e quando Dybala ha realizzato la sua doppietta il controllo è definitivamente tornato alla squadra di Stroppa, con percentuali progressivamente crescenti fino al 67% finale. La media è stata del 61%. Anche l’intensità del pressing brianzolo è stata migliore con picchi di differenza enormi soprattutto all’inizio della partita e nella fase centrale del secondo tempo. La Roma ha anche sbagliato molto, sicuramente di più degli avversari: le percentuali di precisione dei passaggi sono state molto basse in quel brutto primo quarto d’ora e nel finale di partita. Anche il baricentro, come evidenziato dai grafici qui accanto, è stato molto più alto per gli ospiti. Eppure la Roma ha dominato la partita nel risultato, nelle occasioni da gol (xg: 2,19 a 1,26) e il risultato dopo il vantaggio non è più stato in discussione.
Ma Mou se ne rammarica
I dati, a suffragio di ciò che anche ad una distratta visione era apparso evidente, suscitano qualche curiosità: è una precisa scelta della Roma quella di lasciare campo ad avversarie che difficilmente riusciranno a metterti in difficoltà, magari proprio seguendo l’intento di colpirli godendo di spazi comodi, o in qualche modo la Roma subisce l’intraprendenza dei tecnici anche delle squadre meno attrezzate e riesce comunque a far tesoro delle possibilità che le vengono inevitabilmente concesse? Alla sostanza di questa domanda ha risposto Mourinho in conferenza stampa al termine della partita: "No, non è una cosa che vogliamo". Dunque, dando per scontata la sincerità di un allenatore che ha dimostrato in questi mesi di dire pubblicamente sempre quello che pensa, non è Mourinho a chiedere questa cautela ma sono gli avversari a guadagnarsi spazio e palleggi, a volte anche in zone molto alte del campo proprio come ha fatto il Monza.
Quei (pochi) tiri da lontano
Bisogna intanto sottolineare che comunque tutte queste libertà concesse agli avversari non corrispondono ad una particolare incisività offensiva. Tutti e quattro gli avversari hanno tirato pochissimo nella porta di Rui Patricio: due volte la Salernitana, due volte la Cremonese, tre volte la Juventus, una volta il Monza. Di più, le avversarie sono andate al tiro sempre da grande distanza: solo il Monza è riuscita ad abbassarla un po’, attestandosi comunque a 15,4 metri di media. Salernitana (23,3), Cremonese (25,1) e Juventus (24,1) avevano insidiato il portiere della Roma solo da grandissima distanza. Dunque c’è un primo dato che bisogna cogliere: è vero che la Roma abbassa frequentemente il suo baricentro, ma è altrettanto vero che questo schieramento cauto consente alla squadra di difendere con una compattezza che attaccando di più le sarebbe sconosciuta. Questo sta esaltando anche le singole prestazioni. Detto che Smalling è quasi sempre il migliore del reparto, non si può non notare quanti progressi stia facendo Ibañez, uno che ha saputo aggiungere alla sua esuberanza fisica anche una pulizia di intervento e una maggiore qualità in possesso palla che si devono interamente al lavoro compiuto da Mourinho sul giocatore. In una conferenza stampa dopo un allenamento aperto nella scorsa stagione chiedemmo proprio all’allenatore portoghese di chiarire la curiosità di aver visto Ibañez schierato come jolly di centrocampo nella partitella e la sua risposta fu rivelatrice: "Lo faccio giocare spesso in quella posizione in allenamento perché voglio che si abitui a gestire il pallone con maggior lucidità anche quando viene attaccato da dietro, cosa che l’impostazione dal basso difficilmente gli accadrà". Quel lavoro specifico sta portando frutti importanti.
La qualità è nei singoli
C’è ovviamente l’altro aspetto della medaglia che riguarda da un lato il principio estetico della qualità del gioco espressa da un punto di vista tattico. Indubbiamente la Roma in certi momenti non brilla particolarmente per la sofisticata costruzione del suo gioco. Ma già a questa ovvia considerazione si potrebbe opporre la teoria della sempre crescente qualità degli interpreti della manovra che consente di vedere delle giocate sopraffine che indubbiamente soddisfano il palato dei tifosi giallorossi. La Roma dispone oggi di una serie di soluzioni per il centrocampo e per l’attacco che consentono a Mourinho di intervenire sul risultato sia in reazione sia in consolidamento con un’efficacia che negli ultimi anni era davvero sconosciuta. Dunque principalmente la qualità del gioco della Roma sarà espressa soprattutto attraverso la qualità delle singole giocate degli interpreti. Poi, certo, a vedere il pelo nell’uovo, si potrebbe pretendere una organizzazione difensiva che parta già alta con una efficacia che al momento non si riscontra. Le pressioni offensive della Roma sono sempre piuttosto blande e tendono ad indirizzare una giocata avversaria più che al frenetico imperativo (tipico di altri allenatori) di recuperare immediatamente il pallone.
Mourinho difficilmente lascia in difesa l’uno contro uno e a volte pare uno spreco tenere tre difensori su un unico attaccante avversario, con la linea a 5 appiattita e i due mediani Cristante e Matic che sono costretti a correre da una parte all’altra per impedire il comodo avvicinamento degli avversari al fortino di Rui Patricio. Il problema, vedrete, si riproporrà. Nelle partite in cui la Roma faticherà ad alzare le sue pressioni e anche ad impostare una manovra pulita attraverso rotazioni o ricerca sofisticata di linee di passaggio, un eventuale gol subito potrebbe spingere a dare delle valutazioni negative della prestazione della squadra.
Sarà bene ricordarselo quando accadrà perché quella rappresenterà probabilmente l’eccezione all’interno di un progetto studiato a tavolino dall’allenatore portoghese che resta quello di rendere la squadra giallorossa impermeabile agli attacchi avversari e capace però di un’onda d’urto impressionante quando se ne può liberare ogni potenzialità, come quel pugile solidissimo che aspetta solo l’occasione per mandare l’avversario al ko.
© RIPRODUZIONE RISERVATA