Milan-Roma, ancora San Siro. Come quando eravamo felici
10 mesi fa il successo in Europa League. Ora i quarti di Coppa Italia
Nel frullatore ora tocca alla Coppa Italia, al Milan, un confronto tra disilluse, ritoccate peraltro sul mercato invernale su diversi piani strategici. Ma il quarto di finale in gara secca di questa sera a San Siro (calcio di inizio ore 21, telecronaca esclusiva su Canale 5, radiocronaca obbligatoria su Radio Romanista, in palio la semifinale con la vincente di Inter-Lazio) resta un classico del calcio italiano, resta il confronto con una nobiltà che in qualche modo da queste parti abbiamo sempre riconosciuto, e certo resta una partita da non perdere, che evoca ricordi amari e altri dolcissimi. L’ultimo 10 mesi fa, forse l’ultimo momento dell’ultimo anno in cui un romanista si è sentito davvero felice, quando in panchina c’era De Rossi e la sua Roma venne a sfidare il favorito Milan ai quarti di Europa League con un piano strategico sofisticato che funzionò alla perfezione: sbancammo San Siro per ripetere poi il capolavoro sette giorni dopo all’Olimpico, con una prestazione straordinaria, quasi commovente, dopo che un altro arbitro scarsicrinito, il polacco Marciniak, era sembrato voler assumere sembianze non solo fisiche con altri colleghi che con un fischietto ci hanno rovinato una porzione di vita. Assaporando tutte le note del trionfo, come sempre accade quando si festeggia all’Olimpico una vittoria internazionale, ci sembrò di essere al primo vero giorno di gioia di un percorso che sarebbe stato lunghissimo, senza sapere che sei mesi dopo sarebbe stato spezzato da chi pensavi avesse invece tutto l’interesse a proteggerlo. Ne siamo usciti più disillusi e più distaccati, ma mai verso questi colori, semmai verso chi non sempre degnamente li rappresenta. Ecco perché anche stasera, nei momenti di difficoltà, la squadra potrà alzare gli occhi verso il terzo anello e specchiarsi in un mare rosso e giallo che anche nelle fosche nebbie di San Siro risplenderà orgoglioso.
Inutile ripercorrere tutti i confronti precedenti con i rossoneri. Per dovere cronistico riportiamo i numeri: nella storia si sono giocate 200 partite, il Milan ne ha vinte 84, la Roma 53, a Milano il bilancio è assai complicato (101 giocate, 23 imprese, 52 sconfitte), ma in Coppa Italia su 8 partite giocate in trasferta la Roma ne ha vinte due e ne ha perse altrettante. Oggi il Milan è tutto nuovo, un po’ come la Roma è alla ricerca del profeta su cui poggiare le basi per il progetto di domani (ieri in Spagna parlavano di nuovo di Ancelotti). Loro hanno preso Conceicao, un tecnico preparato che non ha ancora l’esperienza, però, per capire il senso della misura, né dei festeggiamenti (il balletto col sigaro dopo quella Supercoppa fortunosa è diventato ovviamente un meme per raccontare ogni successiva scivolata) e nei conflitti (l’ultimo con l’ex capitano, poi partito in lacrime, un bravo ragazzo fatto passare per un bad boy da locale notturno), dal mercato sono arrivati giocatori forti come João Félix e Gimenez, uno che se dovesse scendere in campo questa sera sarà sicuramente felice di non trovarsi davanti Mancini, squalificato, che lo aveva bullizzato col Feyenoord. Così anche stasera l’assetto giallorosso sarà un punto interrogativo.
I bookmakers riconoscono un vantaggio al Milan (2,10 a 3,40). Ranieri nell’intervista a Mediaset, i detentori dei diritti della competizione, non si è sbilanciato e non lo faremo neanche noi anche se tutto lascia credere che per continuità con la gara col Napoli e per struttura tattica del Milan, sarà riproposta la difesa a quattro. Sarà la prima di quattro trasferte consecutive con il terrorizzante codazzo di pensieri negativi che la prospettiva autorizza. Serve un cambio di rotta.
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