Roma-Eintracht, calcolatrice alla mano: l’obiettivo è il playoff
Matematico con una vittoria, ma potrebbe bastare anche un ko
Pronti con le calcolatrici, le tabelline e le dita da aprire una per una, a fare proiezioni ad ogni minuto che passerà, ai calcoli su fogli excel o su pizzini estemporanei? Va in scena l’ultima giornata della cosiddetta fase campionato dell’Europa League, che il mischione sia con voi e con il tuo algoritmo. Lo abbiamo visto ieri sera nell’ammucchiata della Champions quanto sia inutile fare troppi calcoli preventivi. Forse davvero l’unico obiettivo raggiunto da chi ha deciso di abbandonare la più rassicurante esperienza dei gironi da quattro per buttare insieme nel pentolone tutte le partecipanti alla competizione è che ci si ritrova all’ultima giornata a giocarsi la qualificazione non sapendo preventivamente quale risultato porti a cosa e facendo per la prima volta la conoscenza dell’avversario, nello specifico per la Roma l’Eintracht di Francoforte (calcio di inizio ore 21, telecronaca esclusiva su Sky, radiocronaca obbligatoria su Radio Romanista).
Nominati più per la solita retorica degli hooligans - quanto piace ai cronisti di nera occuparsi periodicamente delle calate dei “barbari” nelle città magari accostando il rubizzo tifoso avvinazzato con quei quattro scemi incappucciati che mollano un ceffone e poi scappano in gruppo - i tedeschi preoccupano in realtà più che altro per il valore assoluto della squadra, terza forza del campionato tedesco dietro solo a due armate come il Bayern Monaco e il Bayer Leverkusen. Hanno perso il gioiello egiziano che li ha portati tanto in alto, Marmoush, è vero, ma come da tradizione teutonica puntano tutte le loro fiches sulla forza del collettivo. Anche loro non faranno calcoli, perché sono secondi solo alla Lazio, ma vorrebbero arrivare i primi (e magari i biancocelesti potrebbero non essere così motivati nell’affrontare il Braga, una delle poche squadre che possono ancora insidiare alla Roma un posto ai playoff) e al di là della soddisfazione conta anche come ti piazzi nella classifica finale, anche se poi è tutto da vedere che arrivando prima ti capiti realmente un avversario più debole.
Paradossalmente, nonostante il cammino così incerto di queste prime sette giornate, la Roma potrebbe qualificarsi addirittura con una sconfitta per poi azzerare nel tabellone finale, così come a chi ha fatto il massimo finora basterà una scivolata al primo confronto diretto per lasciare la competizione senza aver fatto nulla di memorabile. Vedremo. I precedenti con i tedeschi raccontano la storia di alterne fortune dagli esiti alla fine, più o meno, in equilibrio tanto che battendo l’Eintracht, la Roma arriverebbe a pareggiare il conto di vittorie e sconfitte. Non ci sono precedenti specifici tra Ranieri e Topmöller, tecnico dell’Eintracht, che l’anno scorso chiuse il suo primo anno da allenatore professionista portando i concittadini di Goethe al sesto posto e quest’anno è migliorato ancora. I bookmakers, solido punto di riferimento in partite dall’esito incerto e dagli obiettivi indefiniti, assegnano in realtà un bel vantaggio alla Roma (l’1 è di media a 1,70, il 2 a 4,90). La Roma negli ultimi anni ha sempre interpretato il ruolo della protagonista nelle Coppe e quando gioca in casa è una sentenza: nelle ultime 36 partite in casa, solo due volte hanno vinto gli avversari, nel primo caso è stato un successo effimero, quello del Betis Siviglia, mentre il successo del Bayer Leverkusen dello scorso aprile ha aperto di fatto una crisi che ai proprietari della Roma è parsa irreversibile fino alle estreme conseguenze dell’esonero di De Rossi. A vincere furono dei tedeschi, piccolo dettaglio.
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