Fa freddo, ma il gelo poi scende su Farioli
"La pioggia che cade incessantemente dal cielo di Alkmaar ha una strana (in)consistenza, è polverizzata, se non fosse che il freddo quasi la ghiaccia prima di posarsi..."
La pioggia che cade incessantemente dal cielo di Alkmaar («appena undici mesi l’anno», mastica amaro il taxista afghano che ci ha portato allo stadio per la conferenza stampa) ha una strana (in)consistenza, è polverizzata, quasi piacevole da attraversare, se non fosse che il freddo quasi la ghiaccia prima di posarsi. Sarà così anche stasera (non si vede uno spiraglio di sole nelle previsioni delle prossime giornate, settimane, forse mesi), anche se la temperatura potrebbe miracolosamente rialzarsi di qualche grado. Non che la Roma abbia lasciato il sole partendo ieri pomeriggio da Fiumicino, ma quando ci si immagina una trasferta in Olanda in gennaio, ecco, è esattamente quello che si poteva prevedere. Il pubblico di casa ha risposto in massa, si fa per dire: sarà sold-out, ma la capienza dell’Afas stadion tocca le 19.000 unità e un migliaio saranno romanisti. Guance arrossate, freddo intenso, la pioggerellina e il solito impegno da non sottovalutare. In stagione le brutte figure in trasferta sono state già fatte.
Ranieri, dopo aver ricordato in piedi la scomparsa di Gigi Riva (un anno ieri) visibilmente emozionato, ha ripetuto più volte che teme il gioco propositivo e «in avanti» di questa squadra giovanissima, «giocano come piace a me» e soprattutto non perdono da due mesi: tra settembre e i primi di novembre effettivamente hanno perso spesso (addirittura sette volte in nove partite), poi mai più. Non sarà facile, insomma, anche per via di questo fastidioso tabù delle vittorie esterne che non arrivano da aprile, era Europa League, si espugnò San Siro in uno dei punti più alti della gestione De Rossi.
Il tecnico è concentrato sull’impegno, ma ovviamente pensa anche al futuro e quando una giornalista olandese gli chiede conto del (presunto) interessamento della Roma per Farioli, giovane e rampante tecnico dell’Ajax, lui risponde con il sorriso sulle labbra elogiando il meno celebre collega per poi gelare lui e chi sperava di vederlo sulla panchina giallorossa con una battuta al termine della traduzione piuttosto sibillina: «e aspetterà», evidentemente allontanandolo dalla prospettiva. Se deciderà lui, insomma, l’allenatore sarà un altro.
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