Punto e virgola

La visione è giusta, ma basta errori

Dietro le quinte dell’intervista del Romanista a Mark Sertori, Head of Performances della Roma

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Daniele Lo Monaco
22 Novembre 2024 - 06:30

Il modo che Dan Friedkin ha di ammettere gli errori - ci sembra ormai evidente - non è quello di chiedere scusa, ma quello di convincere i suoi collaboratori ad aumentare l’impegno e, semmai, di prenderne di nuovi (di impegni e di collaboratori). Così alla Roma negli ultimi tempi è tutto un rifiorire di nuovi investimenti e rinnovati propositi. Appare anche chiaro il tentativo di comunicare all’esterno tutta la buona volontà che evidentemente traspare quando si ha a che fare in questi giorni con Dan Friedkin. Ci è capitato di fare diverse chiacchierate in questi giorni, con diversi responsabili giallorossi a diversi livelli, e tutti hanno espresso lo stesso concetto che è stato poi esplicitato pubblicamente in conferenza stampa da Claudio Ranieri: «Quando parli con Dan il suo ottimismo ti travolge. Ha messo tanti soldi nella Roma e  sta male quando non arrivano i risultati. Ma continuerà ad investire finché non vedrà riconosciuto il suo impegno di rendere grande la Roma. E per lui renderla grande significa portarla al top in Europa e farcela restare». 

È esattamente lo stesso concetto espresso più volte ieri in questa bella chiacchierata che abbiamo fatto a Trigoria con l’affascinante Mark Sertori, il nuovo Head of Performances, insomma, il responsabile unico dei vari settori che hanno a che fare con le prestazioni dei calciatori. Nel suo caso, peraltro, non è certo l’ultimo arrivato. In quel bacio di Guardiola che potete ammirare in una delle foto pubblicate in queste pagine c’è la riconoscenza di Pep verso un uomo che tanto ha fatto per migliorare le performances, appunto, dei giocatori del City. Mark sa che cos’è l’eccellenza ed è stato convinto anche lui da Dan Friedkin al primo incontro. Il suo obiettivo è mettere nelle migliori condizioni possibili tutti i giocatori con cui ha a che fare della rosa giallorossa. E si è proposto di massimizzare le prestazioni dei giocatori della Roma non solo per vincere la prossima partita, ma per portarli sul tetto d’Europa e farceli restare a lungo: «Vogliamo solo il top!».

Insomma, da Trigoria emerge netta una grandissima ambizione. Ma come ogni innamorato tradito, oggi il tifoso della Roma non vuole neanche più stare a sentire troppe chiacchiere. Vuole credere in qualcosa di concreto. Credeva in Mourinho, ad esempio, ma gli è stato tolto in ossequio a un progetto per certi versi ancora più affascinante, quello di tornare grandi dietro la guida di Daniele De Rossi. Poi è stato rinnegato anche questo orizzonte, ed è toccato al povero Juric, chiamato e masticato in neanche due mesi. Adesso è il turno di Ranieri. E le parole servono fino a un certo punto. Di errori ne sono stati commessi sin troppi, ora basta. Ricominciamo a giocare seriamente e a vincere le partite. Il resto, se verrà, porterà la gloria eterna a mister Friedkin. Ma per ora quel giorno sembra davvero molto lontano.

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