Mai una gioia (in sette mesi)
Lo scorso 18 aprile, con De Rossi fresco di rinnovo e il Milan annichilito, i tifosi della Roma vivevano un sogno. Tornate a farci gioire
Al fischio finale del polacco Marciniak, lo scorso 18 aprile, stavamo vivendo un sogno. La Roma con due partite esaltanti vincendo prima fuori casa a San Siro contro ogni pronostico e con una mossa tattica geniale, e trionfando anche all'Olimpico nonostante una ingiusta espulsione (di Celik) avesse rischiato di vanificare tutto l'impegno, aveva appena eliminato il Milan e conquistato l'ennesima semifinale europea. E la mattina stessa, prima ancora dunque di conoscerne l'esito era stato annunciato il rinnovo di contratto pluriennale di Daniele De Rossi, l'allenatore che era riuscito a far uscire la squadra dalla crisi di gennaio a suon di favolose prestazioni.
Eravamo felici: per la lungimiranza del nostro presidente, per la grandezza del nostro allenatore, per la gioia che provavamo. Sette mesi sono passati, non sette anni. E non ci sono state da quella notte emozioni neanche lontanamente paragonabili. Di più, abbiamo masticato amaro e ingoiato durissime umiliazioni, abbiamo assistito a una estate da dilettanti allo sbaraglio, senza un corpo dirigenziale vero, abbiamo lungamente atteso che arrivasse un dirigente calcistico per aiutare l'allenatore e il giovanissimo ds nel loro compito, abbiamo aspettato tutta l'estate notizie confortanti e coerenti con il progetto che ritenevamo si stesse seguendo.
Ma mentre tutto questo non arrivava l'unica soddisfazione arrivava dal dietro-front di Dybala mentre però avevamo la sensazione che la Roma potesse sfaldarsi, non sotto i colpi di un perfido avversario, ma per colpa del fuoco amico. Viva la pazza gioia di essere romanisti, certo. Ma alimentatela questa gioia. La Roma sta ripartendo con il quarto allenatore del 2024, uno zio rassicurante che ha rinunciato alla pensione e che almeno parla la nostra lingua. Da domenica fino a metà marzo, per quattro mesi, si ricomincia e non ci si ferma più. Nessuno pone più ambiziosi traguardi all'allenatore. Non avrebbe senso. Una sola cosa gli chiediamo: tornate a farci gioire. Non siamo mai stati mainagioisti. Ma aiutateci a non diventarlo.
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