Punto e virgola

Roma al bivio, serve la svolta: in Europa come in Italia

Juric chiede un cambio di registro, da qui alla prossima sosta si può dare un senso diverso alla stagione. O sono guai

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Daniele Lo Monaco
24 Ottobre 2024 - 06:00

Se sono pochi sessantamila paganti (che poi non è detto che corrispondano ai presenti, visto l’orario, il tempo meteorologico e il giorno feriale in cui si colloca questa partita) allora sul serio nel dibattito sulla Roma si può dire oggi qualsiasi cosa. Peraltro, a tutti quelli che andranno allo stadio per vedere la terza gara della fase campionato di Europa League contro la Dinamo Kiev (calcio d’inizio ore 18,45, telecronaca esclusiva su Sky, radiocronaca obbligatoria su Radio Romanista), interessa solo una cosa: che la Roma vinca la sua prima partita europea, dopo la delusione del pareggio dell’Athletic proprio a fine partita e l’immeritata sconfitta di Elfsborg. Di fino o con la sciabola, con il nuovo spirito richiesto ieri da Juric o con aristocratico snobismo, di goleada o di misura, per un rigore che non c’era o per il gol a fine partita che sana tre rigori sacrosanti non assegnati, in un modo o nell’altro insomma, ma che la Roma vinca ‘sta partita. Serve per ripartire, serve per non dare carattere catastrofico al percorso europeo, serve per rasserenare il cielo sopra Trigoria e per evitare che nuovi provvedimenti escano a sorpresa dal cilindro di Dan e Ryan Friedkin.

L’allenatore non si sente in discussione e orgogliosamente non accampa scuse, anzi, ha sensibilmente cambiato registro pubblico, probabilmente in corrispondenza di un nuovo timbro anche all’interno dello spogliatoio. Arrivato con la fama di generale dai modi piuttosto bruschi, in molti sono sembrati sorpresi dai suoi toni concilianti. In realtà la forza intrinseca del suo messaggio dipende in gran parte dalla filosofia tattica alla base del suo (contro)gioco: dimmi come marchi e ti dirò chi sei. Più duelli individuali vinci, più possibilità di vincere le partite ne derivano. Quindi più “bestie” (cit.) più vittorie. Ecco perché anche contro gli ucraini della Dinamo Kiev, già strapazzati a domicilio dalla Lazio eppure dominatori della Premier League Ucraina (primi staccati, con sei punti sullo Shakhtar, solo quarto) è utile sapere come giocheranno gli avversari per capire come si disporrà la Roma dal punto di vista tattico: ed è probabile che stavolta sia con il 3412.

Quando affronta le squadre schierate con il 433, infatti, la sua scelta è consequenziale: tre difensori sui tre attaccanti, i due esterni che piombano alti sui due terzini, i due centrocampisti che si accoppiano naturalmente con i due mediani avversari, il trequartista sul play e i due attaccanti sui due difensori. Così, tanto per fare due esempi, si è messo l’anno scorso per affrontare il Napoli di Mazzarri il 7 gennaio 2024 (3-0 per il Toro) e poi la Lazio di Sarri. I bookmakers danno poche chances agli ucraini: la vittoria romanista viene pagata mediamente 1,40, il pareggio oltre 4, la sconfitta tra 6 e 7 volte la posta. I romanisti scaramantici non ne sono contenti, i più razionali si rifanno invece alle più recenti difficoltà della squadra (appena due vittorie su dieci partite) e non si fidano lo stesso. “Bestie” o meno, la svolta deve arrivare: il calendario fino alla sosta prevede a stretto giro, dopo la Dinamo, Fiorentina, Torino, Verona, St. Gilloise e Bologna. In poche settimane potrebbe cambiare tutto. Oppure precipitare, di nuovo.

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