Punto e virgola

Un amore infinito che non si può tradire

Si prendano il tempo che è necessario e usino le parole per convincere i giocatori riluttanti. Ma a quei tifosi presto o tardi andrà data una risposta

I tifosi della Roma durante una gara all'Olimpico

I tifosi della Roma durante una gara all'Olimpico

PUBBLICATO DA Daniele Lo Monaco
28 Giugno 2024 - 07:00

L’ultima notizia, che pubblichiamo internamente, arriva da Napoli: pare sia vicinissimo l’accordo che permetterà a Lukaku di riunirsi a Conte che, a sua volta, proprio mercoledì ha annunciato di voler ripartire dai pezzi forti della squadra che ha accettato di allenare, primi fra tutti Kvaratskhelia e Di Lorenzo. Anche il Napoli, dunque, sembra potersi reinserire autorevolmente nella lotta al vertice del campionato con le stesse ambizioni che sicuramente vanteranno l’Inter, il Milan, la Juventus e, chissà, forse stavolta anche l’Atalanta. E la Roma? Tutto tace. O almeno, quasi tutto. Sì perché in realtà una voce possente, roboante, stentorea, sale forte dalla città. E passa attraverso le quasi quarantamila bocche dei tifosi che hanno rinnovato l’abbonamento, segnando un altro record nella storia del club, o comunque ponendo le basi per farlo. Non se pò spiegà, dice lo slogan mai tanto centrato della campagna abbonamenti. È vero, non si può spiegare e per quanto ci abbiamo provato, ogni volta la realtà un po’ stupisce anche noi che di questi temi ci occupiamo da qualche anno ormai (a settembre saranno venti dalla nascita del Romanista). 

Amore incondizionato, dunque. Quello che solitamente riserviamo ai figli. Amore cieco, si potrebbe dire usando un’accezione negativa. Amore puro, volgendo al sentimentale. Abbiamo dato un’occhiata, ieri, ai commenti dei tifosi sotto il post dell’annuncio del rinnovo triennale di Daniele De Rossi. Su dieci interventi, otto chiedono rapidamente una squadra all’altezza delle ambizioni dell’allenatore e della piazza che, intanto, ribolle. Con i diversi accenti di rabbia, passione, accoramento. Ed è un sentimento che interpretiamo con la stessa forza. Su queste colonne ci siamo sempre rivolti con rispetto alle istituzioni romaniste, per l’educazione che contraddistingue chiunque faccia (o abbia fatto) parte di questa redazione e per l’approccio quasi sacrale che manteniamo quando ci accostiamo all’As Roma. Ogni tanto capita di trovare qualcuno che scambia questo rispetto affibbiandoci pittoresche posture di sottomissione: sputi di vento che non sposterebbero una foglia, figurarsi un giornale ormai piantato come questo. E poi sottomessi alla Roma lo siamo per statuto. Mai, però, alle figure che la rappresentano. Semmai per loro siamo interlocutori, questo sì, e ad ogni livello.

Ecco perché, tornando a ciò che più ci interessa, e cioè all’umore dei tifosi, non possiamo non notare il disagio per i ritardi che il club giallorosso sembra accumulare nella costruzione della squadra. Mancano pochi giorni ormai al raduno (di ufficiale, anche su questo, c’è poco e niente) e se non fosse stato per cronista e fotografo del Romanista nessuno avrebbe neanche mai visto in faccia Ghisolfi. E ci saremmo persi qualcosa, perché il nuovo ds ha un sorriso aperto e gioviale da attore protagonista che potrebbe aver trovato il palcoscenico giusto per esprimere il suo talento. A ognuno il suo ruolo: vale per il ds come per Dan Friedkin, Lina Souloukou e Daniele De Rossi, la nostra principale garanzia in rapporto alle ambizioni che la Roma dovrà nutrire nella stagione che sta per cominciare. Noi non mettiamo fretta a nessuno, non è il nostro compito.
Si prendano il tempo che è necessario, e usino le parole per convincere i giocatori riluttanti, semmai, piuttosto che per rispondere a noi.
Ma a quei tifosi presto o tardi andrà data una risposta.
L’amore non si spiega, ma neanche si tradisce.

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