Cristante pianta il piede: questo ha visto Munuera
Bryan non ha toccato col piede l’avversario dopo essersi fatto anticipare, ma l’ha anzi piantato per terra proprio per evitare il fallo e il conseguente rigore
Come tutti gli italiani, quando sono stati mostrati i primi replay del contrasto tra Cristante e Mudryk, ho fortemente temuto che il Var spagnolo Munuera (una vecchia conoscenza, peraltro, delle partite europee della Roma: è stato inappuntabile Var a Leicester due anni fa e a Rotterdam l’anno scorso, ma anche colui che non richiamò Del Cerro Grande alla review per un altro “calcetto” di Allen a Yarmolenko durante Galles-Ucraina, a giugno 2022, in palio le qualificazioni mondiali) richiamasse allo schermo il collega Gil Manzano per invitarlo a decretare l’inevitabile rigore che avrebbe assai complicato il cammino di Spalletti verso Euro2024.
Quando ho visto invece che l’arbitro ha lasciato proseguire il gioco per poi fischiare la fine pochi minuti dopo, ho ragionato sul fatto e sono arrivato a due conclusioni: o davvero gli arbitri si sono fatti condizionare dall’inopportuno augurio formulato da Ceferin («L’Europeo senza l’Italia sarebbe un disastro») oppure hanno visto qualcosa che è sfuggito alla prima valutazione. E allora ho riguardato i replay concentrandomi però stavolta non sul movimento (peraltro sospetto, con quei due piedi alti pronti a decollare) di Mudryk, ma sull’intervento di Cristante. E così mi sono accorto che Bryan non ha toccato col piede l’avversario dopo essersi fatto anticipare, ma l’ha anzi piantato per terra proprio per evitare il fallo. Tanto che il contatto si determina perché l’ucraino cerca di saltare l’ostacolo e sbatte sulla sua tibia, chissà quanto volontariamente. Ma questa è solo l’analisi più o meno tecnica di un fatto che comunque fosse stato interpretato avrebbe dato luogo a qualche polemica. Più in generale, insomma, non voglio sostenere che non fosse rigore, ma non sono neanche così certo che fosse giusto darlo.
Ciò che mi stupisce, semmai, è l’assolutismo di chi vede nella decisione dell’arbitro solo il riflesso della lunga mano del potere occulto che si è manifestato ancora una volta ai danni di qualcuno e a vantaggio del potente di turno (potente che, per inciso, non gioca un mondiale da dieci anni...). E in questo c’è stata addirittura una spontanea ed immediata identificazione del tifoso romanista con il tifoso ucraino, che peraltro ha forse altro a cui pensare rispetto alle polemiche per una mancata qualificazione ad un Europeo di calcio. È il “piagnonismo” che mi atterrisce e che mi pare parente assai stretto del “mainagioismo”. Se ci accolliamo pure i danni degli altri, significa che siamo rassegnati a “viverci” come parte lesa. Io no.
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