I canaleonti
"La Lazio è passata 16 volte su Sky, la Roma una sola. Perché?". Dalla segnalazione del nostro lettore, Leandro, l'analisi del nostro Daniele Lo Monaco
Avevo preso un impegno, la scorsa settimana, con un nostro affezionato lettore, Leandro, che riteneva di aver individuato un preciso vulnus nel sistema di distribuzione dei diritti televisivi e voleva sapere dal suo giornale preferito una risposta. Lui più o meno aveva riassunto così la questione: «Considerando che una fetta della distribuzione dei diritti si decide in base all’audience televisiva, è chiaro che se io passo più volte su una piattaforma con più abbonati vengo più visto di uno che invece passa quasi sempre sulla piattaforma con meno abbonati. E dunque se la Lazio è passata 16 volte su Sky quest’anno e la Roma una sola, è logico che la Lazio assommerà alla fine un numero superiore di ascolti rispetto a quelli che avrebbe avuto passando meno su Sky, come la Roma. Dunque il dato è drogato. E se la programmazione è decisa dalla Lega, chi è quell’uomo che siede nel consiglio della Lega e fa anche il senatore a tempo perso di questa Repubblica?».
Nell’esaustivo articolo pubblicato all’interno da Leonardo Frenquelli, che ha ripreso peraltro il bel dibattito andato in onda ieri pomeriggio su Radio Romanista con Massimiliano Magni e Iacopo Savelli, la questione è rappresentata per come è realmente e speriamo che Leandro e anche altri lettori ne siano soddisfatti. Intanto, va detto che secondo il contratto televisivo vigente (ormai in scadenza) non è la Lega a decidere i passaggi delle due squadre, ma l’ufficio programmazione delle due emittenti tenendo conto che la scelta si fa così: la partita televisivamente più interessante e la seconda di ogni giornata vengono scelte da Dazn, la terza da Sky, quarta e quinta da Dazn, la sesta da Sky, la settima da Dazn, l’ottava Sky e le ultime due da Dazn.
Inevitabile, in questo modo, che la Roma sia quasi sempre tra la casella quattro e cinque, più raramente nelle prime due (magari nei big match). Inevitabile che la Lazio sia a volte la terza, quasi sempre la sesta. È dunque vero che la Lazio rispetto alla Roma (ma anche al Napoli, finito appena due volte su Sky) ha incassato un po’ di più rispetto al dovuto, ma si parla di una bassa percentuale dell’8% complessivo che i club si spartiscono: dunque poche centinaia di migliaia di euro. E con questo sistema di spartizione è inevitabile. E comunque l’influenza di quel senatore e consigliere di Lega è prossima allo zero, a meno che non vogliamo pensare che sia in grado di allungare i suoi tentacoli anche negli uffici di programmazione delle emittenti. E noi non lo pensiamo.
Piuttosto, il fatto che appare chiarissimo dalla lettura delle tabelle pubblicate ieri da Calcio e Finanza e riprese oggi dal nostro giornale è che la Juventus è ancora la regina degli ascolti televisivi. E considerando che proprio in questi giorni si sta discutendo il rinnovo del triennio 2024-2025, 25-26 e 26-27, e che la prima asta non ha assolutamente soddisfatto i criteri piuttosto esigenti dei club, provate ad immaginare che cosa sarebbe successo se una qualche sentenza di un qualche tribunale sportivo avesse prima di questa discussione sancito la retrocessione della Juventus in serie B in seguito alle gravissime responsabilità individuate in merito alla questione delle plusvalenze farlocche e del differimento degli stipendi.
Come dite? Le società avrebbero dovuto accontentarsi di cifre assai inferiori rispetto a quelle comunque ritenute non soddisfacenti appena ipotizzate? E che questo è il motivo per cui Lotito ed altri presidenti hanno riconosciuto l’importanza (politica) di quel provvedimento quasi assolutorio? Ma siete proprio dei malfidenti...
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